The street (Est1863) e' il primo atto del progetto di Kaspar: una finzione, una performance, una costruzione iper-artificiale. Lonider ha prodotto installazioni con testi, immagini, video per osservare da vicino l'istituzione sindacato e il mondo del lavoro.
Invitato a confrontarsi con le ipotesi di Openings Out to Reality, una ricerca iniziata dall’Istituto Svizzero di Roma nel 2012 sul rapporto tra arte, istituzioni e società, l’artista Tobias Kaspar ha reagito proponendo un suo progetto personale e invitando a sua volta Fred Lonidier, artista e fotografo concettuale. Il risultato di questa collaborazione sono due mostre: THE STREET (Est1863) di Tobias Kaspar, e Strike di Fred Lonidier, che verranno inaugurate entrambe venerdì 5 giugno 2015 nella sede di Villa Maraini.
THE STREET (Est 1863) è il primo atto del progetto di Tobias Kaspar THE STREET, una finzione, un parco a tema, una performance, una messa in scena, una costruzione iper-artificiale dove le opere d’arte dell’artista trovano finalmente una collocazione ideale.
A partire dai resti di un isolato di Lower Broadway, progettato negli Studios di Cinecittà – il cosiddetto “Broadway-set” – dal premio Oscar Dante Ferretti per Gangs of New York di Martin Scorsese (2002), Kaspar ha iniziato la sua personalissima immersione tra realtà e artificio, immaginario pop e la teatralizzazione del global art world, tra lotte sociali e cultura di consumo, mimetismo, sincretismo e appropriazionismo, ironia, autoironia: agendo sulla lama sottile della messa in scena del mondo della produzione di massa e l’estrema finzione dell’arte contemporanea internazionale.
Il film Gangs of New York – ambientato durante le lotte contro la coscrizione del 1863 a New York – e il set – sottoposto a continue modifiche per l’esigenza di produzioni successive – offrono all’artista una serie di ipotesi, approfondimenti, scarti e fughe (indietro e in avanti) nelle più diverse direzioni nel tempo e nello spazio.
THE STREET è un ristorante, una libreria, un negozio di jeans, azioni, dialoghi, personaggi, attori, comparse, una mostra d’arte: Tobias Kaspar posiziona cose e situazioni che tengono conto di dettagli precisi dove gesti e scambi sono sceneggiati e presentati con la massima attenzione drammaturgica. Oggetti e immagini riportano sempre a un altrove, dove realtà e finzione risultano inseparabili. Il set, come la città di Roma, dove storia e rappresentazione si confondono inesorabilmente.
In questa occasione, il giardino di Villa Maraini accoglie alcuni elementi tratti dalla complessa drammaturgia di THE STREET che si materializzerà in fasi successive e in vari luoghi che ne offriranno la possibilità. Interventi scultorei, performativi, immateriali, diretti da Kaspar, trascinano il pubblico all’interno di un artificio, aperto a diverse variazioni, che va dall’ambientazione western a una strada della New York di metà anni Novanta. THE STREET (Est1863) include anche Est1863, un’edizione jeans disegnata dall’artista in collaborazione con Fabio Quaranta e THE STREET TIMES, un periodico dedicato che verrà aggiornato per ogni tappa successiva del progetto. Il pubblico è invitato per un
Tobias Kaspar (nato a Basilea nel 1984) è un artista che vive a Berlino e a Roma. Dopo gli studi alla Hochschule für bildende Künste (HFBK) di Amburgo, Kaspar ha frequentato dal 2009 al 2011 la Städelschule a Francoforte. Le sue opere trattano di immagini reali e di mondi fittizi che si giostrano tra riferimenti artistici, cinematografici e di moda e si presentano di volta in volta come oggetti, istallazioni, film, libri, performance. Tra i suoi progetti più recenti: The Air on the Way to the Oyster al Kunsthalle St. Gallen e Kunsthalle Sao Paulo (2014), Tobias Kaspar al Midway Contemporary Art Center di Minneapolis e The Bling Ring presentato a Barcellona, Zurigo e Marsiglia (2013). Tra le sue collettive si ricordano Blue Times a Kunsthalle Wien (2014) e Frozen Lakes ad Artists Space, New York (2013).
Strike di Fred Lonidier è la prima personale dell’artista americano in istituzioni artistiche europee ed è simultaneamente realizzata in spazi differenti di Roma, Ginevra e Zurigo. Un’opera d’arte e un artista possono giocare diversi ruoli. Fred Lonidier ha assunto la posizione dell’artista visivo nel movimento operaio, proponendola come modello da indagare. Per Lonidier il lavoro intellettuale e artistico dovrebbe essere guidato dalle lotte sociali e dalle sue sfide organizzative. La sua esperienza nei movimenti di emancipazione razziale, sessuale e di genere a San Diego negli anni Settanta, gli studi in Sociologia e in Arte, l’amicizia con gli artisti Martha Rosler, Allan Sekula e Phel Steinmetz hanno influenzato la sua pratica che esplora le possibilità della fotografia come strumento per il cambiamento sociale.
Per oltre quarant’anni Lonider ha prodotto installazioni con testi, immagini, video per osservare da vicino, e rendere visibile, l’istituzione sindacato e il mondo del lavoro. Ha sviluppato uno specifico linguaggio visivo in costante dialogo con la grammatica politica del movimento di protesta contro la guerra in Vietnam, del movimento femminista nel campus dell’Università della California a San Diego, delle organizzazioni sindacali di San Diego o della lotta dei lavoratori nelle maquiladora al confine tra Stati Uniti e Messico.
Secondo l’attitudine dell’artista a presentare le sue ricerche in luoghi dove le lotte sociali si organizzano, oltre all’ampia selezione di lavori esposti all’Istituto Svizzero alcune opere sono allestite nella sala riunioni di CLAP. Le Camere del Lavoro Autonomo e Precario sono un’organizzazione costituita nel 2013 da lavoratori autonomi e precari per dare assistenza alle nuove figure del lavoro, a quanti si trovano senza difesa sul luogo di lavoro, o a lavoratori autonomi e precari senza accesso al welfare.
Al Centre de la photographie di Ginevra, la mostra percorre l’ampia gamma di metodi sperimentati da Lonidier nella fotografia: dai primi lavori che usano il documentario per mostrare la rappresentazione sessista della donna nell’industria fotografica, fino alle inchieste sul mondo del lavoro. A Zurigo invece sarà possibile osservare la riproposizione del lavoro di laurea in Belle Arti realizzato da Lonidier nel 1972: un’opera in quattro parti (29 Arrests, Pornography, Surveillance e Conceptual War) installata da settembre 2015 a giugno 2016 all’interno del nuovo Toni-Areal Campus della Zürich University of the Arts.
Nato nel 1942 Fred Lonidier è artista, attivista e membro del sindacato. Ha insegnato fotografia per quarantacinque anni all’Università di San Diego, dove tutt’ora vive. I suoi lavori sono stati esposti tra gli anni settanta e novanta in istituzioni artistiche e spazi sociali quali l’Oakland Museum, Whitney Museum of American Art, New Museum of Contemporary Art di New York, Los Angeles Institute for Contemporary Art, San Diego/Imperial Counties Labor Council, Amalgamated Clothing & Textile Workers, Los Angeles, Ironworkers Union, Local 627, Norwal e Centro Cultural de la Raza, San Diego tra gli altri. Negli ultimi anni ha partecipato a varie mostre collettive tra le quali: inSite_05 San Diego/Tijuana transborder mobile archive project (2005), The Whitney Biennial 2014, Not Yet On the Reinvention of Documentary and the Critique of Modernism al Museo Nazionale Reina Sofía di Madrid (2015).
Strike è organizzato in collaborazione con CLAP - Camere del lavoro autonomo e precario, Centre de la photographie Genève, Zürich University of the Arts.
Inaugurazione venerdì 5 giugno 2015 – ore 20.00
Istituto Svizzero di Roma
via Liguria, 20 Roma
Orari: Martedì-Venerdì ore 10.00-13.00 / 15.00-18.00; sabato ore 15.00-19.00.
Chiuso domenica e festivi
Ingresso libero