L'opera di Hans Hartung ha come teatro per la sua rappresentazione lo spazio, antico ed insieme contemporaneo, della tela e del telaio, dove si attiva il valore dell'atto creativo, di un gesto di tale alto significato che manterra' per tutta la vita.
(1904 - 1989)
Opere su tela
a cura di
Massimo Riposati
catalogo Edizioni Carte Segrete
L'opera di Hans Hartung, nato a Lipsia nel 1904 ma francese di adozione, ha come teatro per la sua rappresentazione lo spazio, antico ed insieme contemporaneo, della tela e del telaio, dove si attiva il valore dell'atto creativo, di un gesto di tale alto significato che manterrà per tutta la vita e che accetterà , pur di conservarlo e farlo esistere, di renderlo meccanico, quando le condizioni fisiche lo obbligheranno a lavorare seduto, utilizzando pistole e spruzzatori: da ciò nasce l'evidenza e si rivela il bisogno di un segno evocatore di un universo misterico, sospeso tra la rappresentazione del Caos e del successivo ineludibile processo di riordino, in obbedienza ad una superiore ineffabile qualità pittorica.
Hartung affronta i suoi primi esercizi pittorici da autodidatta ma presto il suo bisogno di conoscenza lo spinge a frequentare i corsi dell'Accademia di Belle Arti di Dresda (1925-26) e di Monaco (1928), allontanandosi dall'insegnamento del Bauhaus, troppo rigido per uno spirito bisognoso di maggiori libertà come il suo. Durante il conflitto mondiale la scelta di contrastare e combattere il nazismo lo spinge ad arruolarsi volontario nella Legione straniera e soltanto quando, nel dopoguerra, le ragioni dell'astrazione troveranno una profonda riconsiderazione Hartung vedrà riconosciuto il suo ruolo di Maestro.
La Galleria Lydia Conti organizza una sua prima esposizione personale a Parigi nel 1947 e l'anno successivo espone una serie di disegni realizzati tra il 1922 ed il 1948. Questi due importanti momenti permettono di collocare l'opera di Hartung in una dimensione anticipatrice rispetto al dibattito artistico dell'epoca e gli conferiscono definitivamente un ruolo centrale ed affermato in quella difesa dell'astrazione condotta allora da una esigua minoranza di artisti e critici.
Sviluppa conseguentemente un segno sempre più sottile fino a renderlo carico di una estrema tensione, e la sua pittura lascia trasparire una profondità affettiva verso l'atto della creazione che testimonia una dimensione umana consapevole, in un permanente equilibrio tra il rigore severo del controllo e il piacere sottile del lasciarsi andare.
Molti Musei internazionali organizzano sue retrospettive e nel 1957 una grande mostra itinerante attraversa la Germania. Nel 1960 avviene la sua consacrazione con il Gran Premio Internazionale di Pittura alla Biennale di Venezia. Nel 1973 costruisce, da un suo progetto degli anni Sessanta, la straordinaria casa e gli studi di Antibes, al centro di due ettari di oliveto, ora sede della Fondazione Hans Hartung e Anna-Eva Bergman. Tra le principali mostre personali ricordiamo: 1975 Metropolitan Museum New York – 1980 Museo d'Arte Moderna di Parigi - 1987 Museo Picasso Antibes – 1996 Tate Gallery Londra.
Muore ad Antibes il 7 dicembre 1989.
pH7 Art Gallery
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