Con il progetto Stundà iu Luca Vitone ricostruisce per Sottozero, il nuovo spazio che il Palazzo delle Esposizioni dedica all'arte contemporanea, la città di Genova rilevando alcuni aspetti peculiari della sua cultura e della sua conformazione fisica. Genova diventa la metafora del luogo primigenio, da cui partono le basi del nostro pensiero e dei nostri sentimenti, con le sue strade, il paesaggio, gli odori, i sapori, la storia, tutto quello che concorre a creare la nostra esperienza.
Con il progetto Stundà iu Luca Vitone ricostruisce per Sottozero, il nuovo spazio che il Palazzo delle Esposizioni dedica all'arte contemporanea, la città di Genova rilevando alcuni aspetti peculiari della sua cultura e della sua conformazione fisica. Genova diventa la metafora del luogo primigenio, da cui partono le basi del nostro pensiero e dei nostri sentimenti, con le sue strade, il paesaggio, gli odori, i sapori, la storia, tutto quello che concorre a creare la nostra esperienza.
Il progetto Stundà iu, come altri progetti di Luca Vitone, è un'indagine sulla nozione di luogo come elemento primario della conoscenza.
La scelta di Genova non è casuale; partendo dal fatto che è la città natale dell'artista, il progetto vuole testimoniare il rapporto esistenziale che lo lega ad essa, arrivando all'utilizzo della sua immagine come metafora di un luogo straniero scelto per rappresentare una diversità culturale vicina geograficamente ma distante nei suoi aspetti.
Il termine dialettale Stundà iu,che da' il titolo alla mostra, serve a definire il carattere ombroso e orgoglioso tipico del genovese e sottolinea, come diceva Eugenio Montale: "L'atteggiamento tipico di orgoglio misto a timidezza e diffidenza, la pratica quotidiana del mugugno, un certo complesso di inferiorità nei confronti dell'altro, bilanciato da un senso di superiorità di ordine morale".
In molti lavori sviluppati negli ultimi dieci anni, Vitone ha indirizzato la sua ricerca utilizzando prodotti della cultura popolare come il cibo e la musica che ben rappresentano le caratteristiche di un territorio e dei suoi abitanti; in altri ha collaborato con rappresentanti di gruppi etnici residenti in un luogo di non appartenenza, per indagare i rapporti con la comunità indigena e il tipo di sviluppo che questi comportano.
Nel caso di Stundà iu, Genova viene interpretata come un luogo straniero nell'accezione che noi diamo ad ogni nostro vicino.
Percorso espositivo
All'entrata della mostra si trova una struttura in legno costituita da un muro e da una scala che scende e riproduce un vicolo genovese che porta al mare. Questa architettura diventa l'ingresso alla mostra obbligando il visitatore ad agire in un percorso che cita un'attitudine della ricerca artistica che dal minimalismo arriva ad oggi. Il visitatore troverà , poi, una serie di riproduzioni fotografiche che rappresentano i luoghi romani che, dal cinquecento ad oggi, hanno ospitato personaggi genovesi. Una pubblicazione offrirà al pubblico l'occasione di seguire un percorso non usuale agli abituali tragitti urbani. All'interno della mostra il pubblico continuando il percorso si troverà davanti la fontana che, con la sua acqua azzurra e l'odore salmastro rappresenta, simbolicamente, il mare di Genova. L'aspetto olfattivo diventa per lo spettatore un ulteriore coinvolgimento nel percorso di un viaggio mentale che rende peculiare l'attitudine di un luogo. Su due pareti degli ambienti che ospitano la mostra, verrà proiettato un video che presenta quattro gruppi vocali che interpretano brani di trallalero, tipica espressione musicale genovese. Il progetto prevede anche l'organizzazione, durante il periodo della mostra, di un corso di cucina. Le lezioni teoriche e pratiche potranno raccontare delle origini, delle contaminazioni e delle prospettive future di una cucina apparentemente semplice, ma così ricca di sapori da essere considerata una dei fulcri della gastronomia mediterranea.
All'uscita, posizionato su un piccolo e raro tavolino chiamato quadrifoglio, si trova la "bisciueta" caratteristico salvadanaio genovese, dalla forma e dalle dimensioni di un mattone pieno, realizzato in terracotta rossa e porosa, vuoto all'interno e con una fessura su uno dei due lati piccoli per introdurvi i soldi. Il mattone simbolo dell'unico investimento sicuro del ligure, quello immobiliare, è anche un pretesto ironico per sottolineare la tirchieria del genovese medio.
Il mobiletto, raro e prezioso, allude invece al gusto di possedere oggetti ricercati e di conservarli in privato lontano dagli sguardi altrui.
Il catalogo della mostra, edizione P.d.E., contiene un saggio critico di Carolyn Christov-Bakargiev, una intervista all'artista di Emanuela De Cecco e apparati a cura di Raffaella Ridolfi.
Gli incontri sulla gastronomia genovese con Giovanni Rebora e Giovanni Villa, avranno luogo al Palazzo delle Esposizioni i giorni 4 - 11 - 18 - 25 ottobre dalle ore 17.30 alle 19.30.
Il progetto della profumazione dell'acqua della fontana che richiama l'odore del mare, è realizzato in collaborazione con Dragoco di Parigi.
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Spazio SottoZero
a cura di Maria Grazia Tolomeo
Via Nazionale, 194
Tutti i giorni dalle 10 alle 21 (chiuso martedì)
Biglietti: 15.000 intero, 8.000 ridotto, 2.000 bambini
Prenotazioni e informazioni 06/4745903