Eleganza naturale. Ripercorrendo la carriera di Gian Paolo Barbieri in dialogo con Maurizio Rebuzzini, nel corso di un nuovo appuntamento con le Lectio Magistralis promosse da AFIP International.
Dalla moda all’attualità. E ritorno. Gian Paolo Barbieri (Milano, 1938), tra i più importanti maestri italiani dell’immagine, si mette a nudo. Ripercorrendo la sua straordinaria carriera in dialogo con Maurizio Rebuzzini, nel corso di un nuovo appuntamento con le Lectio Magistralis promosse da AFIP International – Associazione Fotografi Italiani Professionisti, in programma alla Triennale di Milano giovedì 2 luglio, alle ore 19.
“Missione della Fotografia è quella di spiegare l’Uomo all’Uomo”: questo secondo Rebuzzini il credo di Barbieri, tra i primi professionisti che hanno scelto di dedicarsi in modo così profondo alla sfera del fashion e del lifestyle, contribuendo in modo decisivo a consacrare su scala internazionale il concetto di made in Italy. Come testimonia il successo iconografico del celeberrimo ritratto di una Benedetta Barzini appena ventenne, affidato alla copertina del primo leggendario numero di Vogue Italia; e come confermano le premiate campagne per Valentino, Gianfranco Ferré, Dolce&Gabbana, Giorgio Armani, Gianni Versace.
A partire dagli Anni Novanta Barbieri cambia nettamente registro, proponendo un’inedita serie di reportage di viaggio da paradisi tropicali (Seychelles, Madagascar, Tahiti, Polinesia): quadratura del cerchio per un artista che ha sempre seguito il sogno di una bellezza totale.
Gianpaolo Barbieri (Milano, 1938). Si dedica giovanissimo, nella Milano del Dopoguerra, al teatro: approcciando da qui il mondo del cinema. Ottiene una parte da comparsa nel Medea di Luchino Visconti, prima di lasciarsi affascinare dalle luci della “dolce vita” e trasferirsi a Roma. È qui che muove i primi passi nel mondo della fotografia, proponendosi come ritrattista per aspiranti attori e attrici: un’attività che non passa inosservata e gli vale, dopo un breve ma intenso soggiorno parigino, la possibilità di tornare a Milano e avviare un proprio studio di fotografo di moda. Debutta nel 1963 su “Novità”, la rivista che nel 1966 diventerà “Vogue Italia”. Nel 1968 vince il Premio Biancamano come migliore fotografo italiano e il settimanale “Stern” lo inserisce tra i quattordici migliori fotografi di moda nel panorama internazionale.
Da questo momento comincia a collaborare con la Condè Nast, pubblicando dal 1973 anche su “Vogue Paris”, e arrivando a collaborare con le firme simbolo della moda italiana: Valentino, Versace, Ferré, Armani. Negli Anni Novanta comincia a lavorare anche sul reportage di viaggio, firmando una serie di lavori scelti da David Bailey per mostre al Victoria & Albert Museum di Londra e al Kunstforum a Vienna.
Maurizio Rebuzzini si occupa di fotografia per riviste di settore dal 1972. È editore e direttore di FOTOgraphia, mensile di riflessione fotografica (dal maggio 1994). Docente a contratto di Storia della Fotografia alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia, è curatore della sezione di storia degli apparecchi fotografici al Museo Nazionale Alinari della Fotografia di Firenze.
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Giovedì 2 luglio 2015, ore 19.00
Triennale di Milano
viale Alemagna 6
ingresso libero