La mostra propone al pubblico dei visitatori di Expo di incontrare i grandi capolavori dell'artista fondatore della cultura figurativa italiana, riunendo 13 opere, prevalentemente su tavola. Una sequenza di capolavori che visualizzano il tragitto compiuto da Giotto in circa 40 anni, attraverso l'Italia del suo tempo.
Giotto, l’Italia
è il grande evento espositivo
che concluderà il semestre di Expo
2015 a Palazzo Reale di Milano.
La mostra, promossa dal Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo e dal Comune di Milano – Cultura
e ideata da
Éupolis Lombardia con progetto scientifico di Pietro Petraroia e Serena Romano, che ne sono anche i curatori
, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e
dalla casa editrice Electa. L’esposizione è un capitolo fondamentale del programma
di
Expo in città
, il palinsesto di iniziative che accompagnerà la vita culturale della città
durante il semestre dell’Esposizione Universale, ed è inserita in “
Agenda Italia per
Expo 2015”.
Giotto, l’Italia
resterà aperta al pubblico dal 2 settembre 2015 al 10 gennaio 2016. Il progetto allestitivo, a cura di Mario Bellini, riguarderà proprio le sale di quel
Palazzo Reale in cui Giotto, in epoca viscontea, eseguì la sua ultima opera, purtroppo
perduta: gli affreschi nel Palazzo di Azzone Visconti.
La mostra si avvale di
un prestigioso
Comitato Scientifico
che riunisce i responsabili delle istituzioni italiane che nel corso degli anni e fino ad oggi hanno contribuito non solo alla conservazione e alla tutela delle opere di Giotto, ma anche – e in
misura straordinaria – alla conoscenza e all’approfondimento scientifico e tecnico della
pittura del maestro, con studi e interventi d’avanguardia e noti a livello internazionale.
Il
Comitato è composto dal presidente
Antonio Paolucci
e da
Cristina Acidini
,
Davide
Banzato
,
Giorgio Bonsanti
,
Caterina
Bon
Valsassina
,
Gisella
Capponi
,
Marco
Ciatti
,
Luigi
Ficacci
,
Cecilia
Frosinini
,
Marica
Mercalli
,
Angelo
Tartuferi.
Al progetto collaborano le
Soprintendenze, i
Musei e le
istituzioni
religiose
che conservano opere di Giotto: i Musei Vaticani; le Gallerie dell’Accademia e le Gallerie degli Uffizi di Firenze; la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province
di Firenze, Pistoia e Prato; la Pinacoteca Nazionale di Bologna e il Polo Museale
dell’Emilia Romagna; il San Diego Museum of Art – California; il Fondo Edifici di Culto
del Ministero dell’Interno; i Musei Civici agli Eremitani di Padova, la Soprintendenza
Belle Arti e Paesaggio per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso; la Pieve
di San Lorenzo, Borgo San Lorenzo (Firenze); il Museo Diocesano di Santo Stefano al
Ponte, Firenze; l’Opera di Santa Maria del Fiore e l’Opera di Santa Croce a Firenze, e
l’Arcidiocesi di Firenze.
Nell’ambito del vasto progetto di valorizzazione che coinvolge i luoghi d’Italia
dove Giotto ha operato, la mostra propone alla folla cosmopolita dei visitatori di Expo
di incontrare i grandi capolavori dell’artista fondatore della cultura figurativa italiana,
l’
alter ego
di Dante Alighieri nel campo della pittura.
Il titolo,
Giotto, l’Italia
, intende appunto sottolineare il ruolo rivoluzionario del pittore fiorentino chiamato da cardinali, ordini religiosi, banchieri, e anche dal re di Napoli,
in molti luoghi e città d’Italia. Giotto infatti ovunque si sia trovato a lavorare ha avuto la
capacità di attrarre fortemente le scuole e gli artisti locali verso il suo stile innovatore,
cambiando in modo definitivo i tragitti del linguaggio figurativo italiano.
La mostra a Palazzo Reale riunisce
13 opere
, prevalentemente su tavola, nessuna
delle quali prima esposta a Milano: una sequenza di capolavori assoluti mai
riuniti tutti insieme in una esposizione
. Ognuno di essi ha provenienza accertata e
visualizza quindi il tragitto compiuto da Giotto attraverso l’Italia del suo tempo, in circa
quarant’anni di straordinaria attività.
Si attraverseranno dapprima le sale in cui saranno esposte le opere giovanili: il
frammento della
Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo
e la
Madonna da
San Giorgio alla Costa
, documentano il momento in cui il giovane Giotto era attivo
tra Firenze e Assisi. Poi
il nucleo dalla Badia fiorentina
, con il polittico dell’Altar
Maggiore, attorno al quale saranno ricomposti alcuni frammenti della decorazione affrescata che circondava lo stesso altare.
La tavola con Dio Padre in trono
proviene
dalla Cappella degli Scrovegni e documenta la fase padovana del maestro. Segue poi
lo straordinario gruppo che inizia dal polittico bifronte destinato alla cattedrale fiorentina di
Santa Reparata
, e che ha il suo punto d’arrivo nel
polittico Stefaneschi
, il
capolavoro dipinto per l’altar maggiore della Basilica di San Pietro.
Il percorso espositivo si chiude con i dipinti della fase finale della carriera del
maestro: il
polittico di Bologna
, che Giotto dipinse nel contesto del progetto di ritorno
in Italia, a Bologna, della corte pontificia allora ad Avignone; e il
polittico Baroncelli
dall’omonima cappella di Santa Croce a Firenze, che nell’occasione della mostra verrà
ricongiunto con la sua
cuspide
,
raffigurante il Padre Eterno
, conservata nel museo
di San Diego in California.
Prestiti così straordinari si devono alla collaborazione lungimirante di istituzioni
e proprietari ed al supporto scientifico e tecnico di molti uffici del Ministero dei Beni e
delle Attività culturali e del Turismo.
Grazie all’impiego di appropriate tecnologie e alla perizia di esperti, la mostra
sarà completata dall’
emozionante esperienza della visione ravvicinata dei dipinti
murali
che Giotto realizzò nella
Cappella Peruzzi di Santa Croce a Firenze
. Al ciclo,
rovinatissimo per ridipinture e cattivi restauri, è stato infatti recentemente dedicato un
progetto diretto dall’
Opificio delle Pietre Dure di Firenze
e sostenuto da
Villa I Tatti
The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies.
L’intervento ha consentito di sottoporre gli affreschi a indagini innovative, in
particolare tramite riprese fotografiche a ultravioletto, inconsuete per dipinti di questo
tipo. È così apparso un Giotto assolutamente non visibile ad occhio nudo, di una qualità
altrimenti inimmaginabile. Finora solo pochi privilegiati ammessi a salire sui ponteggi
della cappella avevano potuto fruire di questa esperienza eccezionale; offrirla ora al
vasto pubblico della mostra e di Expo Milano 2015 significa anche rendere omaggio alla
tradizione di eccellenza scientifica che l’Italia ha costruito, nel corso di molti decenni,
nel campo del restauro, della conservazione e della conoscenza del suo patrimonio
storico artistico.
Il progetto allestitivo è a cura di Mario Bellini.
Info e prenotazioni 02 92800821
Ufficio stampa Electa: Ilaria Maggi imaggi@mondadori.it t 02.71046250
Responsabile comunicazione: Monica Brognoli brognoli@mondadori.it t 02.71046456
Comune di Milano: Elena Conenna elenamaria.conenna@comune.milano.it
Inaugurazione martedì 1 settembre su invito
Palazzo Reale
piazza del Duomo 12, Milano
Orari
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Ingresso
Intero: € 12
Ridotto: € 10