Oltre 220 opere costituiscono un percorso variegato e complesso che ricostruisce il gusto elegante, prezioso e sensuale dell'epoca, attraverso gli arredi e l'arte decorativa di autori e manifatture europei, attivi nello stesso periodo storico.
Con
oltre
220
opere
la
mostra
Alfons
Mucha
e
le
atmosfere
art
nouveau
propone
al
pubblico
un
percorso
originale
capace
di
ricostruire
il
gusto
elegante,
prezioso
e
sensuale
dell’epoca
attraverso
le
creazioni
di
Alfons
Mucha,
gli
arredi
e
le
opere
d’arte
decorativa
di
artisti
e
manifatture
europei
attivi
nello
stesso
periodo
storico.
La
mostra
è
promossa
dal
Comune
di
Milano|Cultura,
prodotta
e
organizzata
da
Palazzo
Reale
di
Milano,
Palazzo
Ducale
Fondazione
per
la
Cultura
di
Genova
e
da
24
ORE
Cultura
‐
Gruppo
24
Ore,
in
collaborazione
con
la
Richard
Fuxa
Foundation
e
il
Centro
di
Ricerca
Rossana
Bossaglia,
Dipartimento
Culture
e
Civiltà,
Università
di
Verona.
Si
avvale
altresì
del
patrocinio
della
città
di
Praga.
Alfons
Mucha
e
le
atmosfere
art
nouveau,
è
curata
da
Karel SRP,
già
curatore
della
grande
mostra
monografica
sull’artista
tenutasi
a
Praga
nel
2013,
per
la
parte
relativa
alle
opere
di
Mucha,
e
da
Stefania Cretella,
studiosa
di
arti
decorative,
per
la
parte
dedicata
alle
arti
decorative
del
periodo
art
nouveau.
Innovativa
è
la
formula
della
curatela:
le
competenze
scientifiche
e
i
materiali
di
studio
forniti
per
la
realizzazione
della
mostra
verranno
valorizzati
attraverso
un
significativo
contributo
per
il
cofinanziamento
di
assegni
di
ricerca
e
borse
di
studio
per
giovani
studiosi
e
per
le
attività
scientifiche
del
Centro
di
ricerca
“Rossana
Bossaglia”,
diretto
da
Valerio
Terraroli
e
fondato
nel
2015
presso
l'Università
di
Verona,
Dipartimento
Culture
e
Civiltà,
in
ricordo
di
una
grande
studiosa
di
Liberty,
Déco
e
Novecento.
Si
tratta
di
un
virtuoso
esempio
di
fattiva
e
organica
collaborazione
tra
soggetti
pubblici
e
privati
promotori
di
cultura
e
un
centro
universitario
di
ricerca,
avente
come
obiettivo
comune
la
formazione
specialistica
e
la
professionalizzazione
di
giovani
storici
dell'arte,
con
una
particolare
attenzione
alla
storia
del
gusto
e
delle
arti
decorative.
“La
mostra
si
inserisce
nel
percorso
che
Palazzo
Reale
intraprenderà
nel
2016,
teso
ad
approfondire,
attraverso
i
grandi
movimenti
artistici
e
i
loro
protagonisti,
quel
periodo
di
transizione
e
di
importanti
trasformazioni
che
si
colloca
tra
la
fine
dell'Ottocento
e
i
primi
decenni
del
Novecento:
una
riflessione
che
culminerà
nella
grande
mostra
sul
Simbolismo,
in
apertura
a
febbraio
2016,
e
nell’importante
progetto
dedicato
a
Boccioni
durante
la
prossima
primavera”,
ha
dichiarato
l’assessore
alla
Cultura
Filippo
Del
Corno.
Dopo
Milano,
la
mostra
si
sposterà
a
Palazzo
Ducale
di
Genova,
dove
sarà
visitabile
da
fine
aprile
a
tutto
settembre
2016.
Il
nucleo
principale
della
mostra
è
costituito
da
120
opere
tra
affiches
e
pannelli
decorativi
di
Alfons
Mucha
(1860
‐
1939),
provenienti
dalla
Richard
Fuxa
Foundation.
L’artista
ceco
è
stato
uno
dei
più
significativi
interpreti
dell’Art
Nouveau,
divenendo
ben
presto
il
"promotore"
di
un
nuovo
linguaggio
comunicativo,
di
un'arte
visiva
innovativa
e
potente:
le
immagini
femminili
dei
suoi
manifesti
erano
molto
diffuse
e
popolari
in
tutti
i
campi
della
società
del
suo
tempo
e
ancora
oggi
si
può
facilmente
individuare
la
sua
inconfondibile
cifra
stilistica,
che
lo
ha
reso
eterno
simbolo
dell’Art
Nouveau.
Lo
“Stile
Mucha”,
unico
e
riconoscibile,
si
è
dimostrato
adatto
per
essere
applicato
ad
una
grande
varietà
di
contesti:
poster,
decorazione
d’interni,
pubblicità
per
qualsiasi
tipo
di
prodotto,
illustrazioni
e
addirittura
produzioni
teatrali,
design
di
gioielli
e
opere
architettoniche.
Mantenendo
come
perno
centrale
la
figura
di
Mucha,
le
opere
dell’artista
sono
affiancate
in
mostra
da
una
serie
di
ceramiche,
mobili,
ferri
battuti,
vetri,
sculture
e
disegni
di
artisti
e
manifatture
europei
affini
a
quella
medesima
sensibilità
squisitamente
floreale
e
sinuosa
che
caratterizzava
un
certo
filone
del
modernismo
internazionale,
tipico
soprattutto
dell’area
francese,
belga
e,
almeno
in
parte,
italiana.
Scopo
della
mostra
è
dunque
quello
di
restituire
appieno
l’idea
di
un’epoca
ricca
e
sfaccettata,
facendo
dialogare
le
invenzioni
di
Mucha
con
gli
ambienti
e
le
decorazioni
contemporanee
così
da
ricostruire
il
clima
magico
e
sfavillante
della
Belle
Époque.
IL
PERCORSO
ESPOSITIVO
Le
opere
sono
esposte
in
mostra
seguendo
un
percorso
suddiviso
per
temi
stilistici
e
iconografici,
in
modo
da
evocare
atmosfere
e
suggestioni
che
possano
stupire
e
coinvolgere
anche
emotivamente
il
visitatore.
A
una
sala
introduttiva,
che
presenta
al
visitatore
una
selezione di
opere
grafiche
di
Alfons
Mucha
accostate
ad
alcuni
arredi
coevi
che
sintetizzano
le
diverse
anime
del
gusto
moderno,
propagatosi
a
cavallo
tra
il
XIX
e
il
XX
secolo,
seguono
otto
sezioni
tematiche
che
affrontano
i
modelli
iconografici
più
diffusi
e
amati
dagli
artisti
modernisti.
La
prima
sezione
è
dedicata
al
teatro
e
da
Sarah
Bernhardt,
una
delle
più
celebri
attrici
della
storia
teatrale,
vera
e
propria
diva
e
icona
del
suo
tempo,
immortalata
da
Mucha
in
una
serie
straordinaria
di
poster
e
manifesti
teatrali.
Si
prosegue
con
la
vita
quotidiana
dove
sono
invece
raccolti
esempi
di
manifesti
e
realizzazioni
grafiche
di
confezioni
di
prodotti
che
entravano
abitualmente
nelle
case:
dalle
scatole
dei
biscotti
Lefevre
‐
Utile,
alle
tavolette
di
cioccolato
Idéal
passando
per
i
profumi
e
i
prodotti
per
l’infanzia.
Il
tema
chiave
della
terza
sezione
è
l’immancabile
figura
femminile
,
che
viene
sviluppato
in
due
sale
contigue.
Nel
primo
ambiente
sono
esposti
arredi
e
oggetti
d’uso
in
cui
l’immagine
della
donna
è
al
centro
dell’invenzione,
che
spesso
mostra
forti
legami
con
la
cultura
figurativa
del
tempo,
come
nel
caso
del
salotto
di
Luigi
Fontana,
dotato
di
vetrate
policrome
con
fanciulle
che
evocano
i
prototipi
femminili
di
Mucha.
Nella
sala
successiva,
i
manifesti
di
Mucha
tornano
nuovamente
a
dialogare
e
a
confrontarsi
in
modo
diretto
con
gli
oggetti,
in
modo
da
evidenziare
la
duplice
e
contrastante
concezione
che
i
contemporanei
avevano
della
donna,
talvolta
idealizzata
in
una
creatura
angelica,
elegante
ed
aggraziata,
talvolta
immaginata
come
femme
fatale
,
accattivante
e
seducente,
ma
sempre
capace
di
incarnare
il
valore
universale
della
bellezza
giovanile,
espressa
attraverso
linee
serpentine
ed
eleganti
movenze.
La
sezione
dedicata
al
giapponismo
affronta
il
tema
dell’influenza
dell’arte
esotica
e
orientale
sulla
produzione
europea,
riscontrabile
soprattutto
nella
preferenza
per
il
segno
grafico
e
marcato,
per
l’appiattimento
bidimensionale
e
per
gli
accostamenti
cromatici
sgargianti
e
originali.
Questi
elementi
compaiono
con
evidenza
sia
nelle
opere
di
Mucha,
il
cui
stile
e
le
cui
invenzioni
iconografiche
sono
esemplificate
dalle
tavole
che
compongono
l’album
Documents
Décoratifs
,
sia
nelle
opere
d’arte
decorativa,
come
nella
specchiera
di
Carlo
Bugatti
o
nelle
maioliche
di
Galileo
Chini.
Il
mondo
animale
è
invece
rappresentato
nella
quinta
sezione,
dove
è
raccolto
un
repertorio
di
oggetti
d’arte
decorativa
caratterizzati
dalla
presenza
di
soggetti
animali
emblematici,
come
il
pavone,
il
serpente,
la
libellula
e
le
creature
acquatiche.
All’importanza
dei
materiali
preziosi
nell’immaginario
Art
Nouveau
è
dedicata
la
sesta
sezione,
con
grafiche
di
Mucha
dedicate
al
tema
delle
pietre
preziose
e
delle
teste
femminili
ornate
con
originali
gioielli,
un
inedito
pendente
disegnato
dall’artista
e
realizzato
in
pasta
di
vetro
dalla
ditta
Daum
di
Nancy
e
una
piccola
selezione
di
opere
di
varia
tipologia,
realizzate
con
materiali
particolari
o
preziosi.
Il
tempo
è
invece
il
protagonista
della
settima
sezione,
rappresentato
simbolicamente
attraverso
le
grafiche
dei
calendari,
le
rappresentazioni
delle
stagioni
e
delle
parti
del
giorno
ideate
da
Mucha.
Chiude
la
mostra
la
sezione
dedicata
all’
immaginario
floreale
,
in
particolare
rose,
ninfee,
iris
e
gigli,
che
letteralmente
“invadono”
la
produzione
Liberty
e
Art
Nouveau.
Nelle
sue
grafiche,
Mucha
associa
spesso
l’immagine
della
giovane
donna
al
tema
del
fiore,
che
diviene
un
ornamento
capace
di
esaltarne
la
bellezza
fresca
e
vitale.
Nell’ambito
delle
arti
decorative,
lo
studio
della
flora
permette
agli
artisti
di
sperimentare
nuove
forme
e
nuovi
decori,
giocando
anche
con
l’infinita
varietà
di
colori
presenti
in
natura.
L’elemento
floreale
si
ritrova
con
una
certa
insistenza
nelle
ceramiche
europee
del
tempo,
così
come
nei
vetri
di
produzione
francese,
in
particolare
di
Émile
Gallé
e
della
ditta
Daum.
Immagine: Sarah Bernhardt-Farewell, American tour, 1905, Richard Fuxa Foundation
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Conferenza stampa Mercoledì 9 dicembre 2015, ore 12
Sala Conferenze, III piano Inaugurazione 9 dicembre su invito
Palazzo Reale
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Orari apertura:
lunedì 14,30 ‐ 19,30
martedì ‐ mercoledì ‐ venerdì ‐ Domenica 9,30 ‐ 19,30
giovedì ‐ sabato 9,30 ‐ 22,30
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