Luoghi di abbandono. La sequenza di relitti e' una sintesi di fotografia e scultura, simboli di sofferenza e di paura, che testimoniano la compassione dell'artista verso coloro che hanno vissuto quei momenti.
Stefano Benazzo, umbro per scelta, diplomatico per 40 anni - gli è stato conferito il titolo di Ambasciatore d’Italia -, è artista eclettico: fotografo, scultore, modellista architettonico e navale. Dal 2012 ha esposto in più di dodici personali, e partecipato a trenta collettive in vari Paesi con molteplici discipline artistiche. I suoi cataloghi, l’inserimento nei più prestigiosi annuari nazionali e numerosi articoli pubblicati su quotidiani, mensili e riviste del settore mettono in risalto la sua capacità di interpretare e scolpire la natura. Una mostra multidisciplinare è singolare; l’opera di Benazzo costituisce un unicum: le forme d’arte si integrano fra loro.
La sua attività professionale itinerante gli ha insegnato a cogliere l’istante e a scegliere la migliore chiave di lettura per interpretare la natura. Le sue immagini sono frammenti di realtà, di luoghi e di sogni, che traducono ciò che egli vede e percepisce, ma soprattutto ciò che sente. Le parole chiave che lo ispirano sono: passione, emozione, ricordo; vuole offrire al pubblico gli strumenti per provare gli stessi sentimenti dell’artista quando crea, indirizzandolo verso l’essenza del soggetto senza dimenticare l’opera iniziale. Tutto ciò vale anche per la scultura, essenziale, rigorosa e scarna. Come le sue immagini, le sculture di Benazzo cristallizzano momenti e interpretano la natura, anch’essa segnata da rotazioni, torsioni e onde.
La sequenza di relitti, legati al modellismo navale da sempre praticato, è una sintesi di fotografia e scultura, ed è ispirata dall’ambizione di mostrare simboli di sofferenza e di paura, che testimoniano la compassione dell’artista verso coloro che hanno vissuto quei momenti. I relitti - ormai parte della natura - sono in realtà dissonanti da essa: rappresentano la rottura di sequenze preordinate, e portano con sé la memoria di coloro che non figurano nei testi di storia. La sua esperienza marittima lo induce a cristallizzare i residui di sontuose cattedrali del mare, destinati a sicura decadenza: come molti anziani, i relitti muoiono soli; è naturale dedicare loro attenzione, simpatia e rispetto. Infine, Castel del Monte costituisce un omaggio dell’artista all’ideatore di Rocca Flea. Affascinato dal rigore architettonico dell’opera e dal mistero che dopo otto secoli circonda l’origine e la funzione del capolavoro pugliese dell’Imperatore Stupor Mundi, Benazzo ha scelto di esprimere con questa fedele riproduzione l’ammirazione che suscita in lui un uomo di tale genialità ed eclettismo.
Inaugurazione 4 settembre ore 21
Museo Civico Rocca Flea
via della Rocca Gualdo Tadino
mar-dom 10-13 e 15-19
ingresso libero