BIOsphere. Sulle tele, Gallori da' forma alla materia che si agita incessantemente, quasi come un perpetuo e spasmodico ribollire, mostrando un mondo dalle mille sfaccettature.
a cura di Leonardo Marchi
Beatrice Gallori (Montevarchi 1978) vive e lavora a Prato.
Dopo due mostre di successo di quest’anno (EVOLVE-ING presso GAMC – Sala Sant’Ignazio- Arezzo e MICROSCOPE presso Armanda Gori Arte – Pietrasanta), l’artista espone nella sua città, presentando una ricerca, una nuova esplorazione, che si dirige verso la dimensione organica e biologica della materia.
BIOsphere è il tema della mostra ma è anche il nuovo percorso e territorio creativo ed esplorativo intrapreso dall’artista. Viene interpretato dalla Gallori con una doppia accezione: da una parte, rappresenta l’indagine sulla totalità degli organismi viventi che occupano appunto la biosfera, dall’altra, verte verso la ricerca più microscopica della vita, cioè su ciò che la crea, la trasforma ed a volte la distrugge: le cellule. Le estroflessioni, a livello macro divengono metafore dei costituenti biologici della materia e le cellule, in particolare, sono i costituenti ultimi della vita.
Questa ricerca mette insieme sia il concetto di creazione della forma che della crescita, dello sviluppo proprio e si risolve in maniera diversa a seconda delle tecniche adoperate. Sulle tele, la Gallori dà forma alla materia che si agita incessantemente, quasi come un perpetuo e spasmodico ribollire, controllando l’incontrollabile e mostrandoci un mondo dalle mille sfaccettature, mentre in scultura, grazie all’elaborazione stessa della materia, le sue “cellule” sono libere di muoversi ed espandersi come se dovessero ricordarci il nostro ruolo nel mondo.
La mostra prende il titolo dall’installazione BIOsphere, opera ambientale che coinvolge direttamente lo spettatore chiamandolo a partecipare e a vivere in prima persona una performance che durerà per tutta la mostra. L’artista ha creato una cellula gigante, la madre di tutte, che rappresenta l’intero cosmo, il tutto, il noi totalitario, alla cui base ha installato migliaia di piccole cellule che raccontano l’io, l’eterogeneità, la particolarità dell’essere ma che, al contempo, queste piccole cellule fanno tutte parte della medesima fonte originaria, dell’unica BIOSFERA.
Dal macro al micro, tutt’insieme, in maniera dinamica e sinergica, un enorme “noi” che ci racchiude dentro, che ci ingloba, nel quale ogni individuo trova il proprio spazio , la propria essenza, la fonte della propria esistenza. Le opere della Gallori esprimono la vita nella sua interezza e le sue mille sfaccettature, per divenire uno stimolo di una profonda riflessione sulla società e sull’uomo stesso.
Con questa mostra, Beatrice Gallori, raggiunge un momento importante della sua esplorazione, evolvendosi ed andando oltre le opere degli anni precedenti, progredendo verso una visione ed una riflessione più profonda, attualmente in chiave organicistica.
Sfida, affronta e invoca, con il suo monocromatismo, forze diverse che interagiscono e muovono la materia in nuove forme caricandola di forti significati introspettivi. La ricerca dell’artista non si assolve, non finisce, perché il moto incessante della materia e le sue innumerevoli forme catturate nell’attimo, si trasformano continuamente e noi, come pubblico, siamo immersi in questa realtà che passa dal globale al particolare a seconda dell’angolo che scegliamo per definirla. Siamo invitati e abbiamo il privilegio di cogliere quel momento, di riflettere e di andare avanti a esplorare perché alla fine anche noi facciamo parte di questa realtà, di questa totalità, di questa biosfera.
La mostra, organizzata dalla Galleria d’Arte Armanda Gori di Prato, si articola nelle cinque stanze del Museo della Pittura Murale di Prato. Per il periodo della mostra, inoltre l’artista aprirà i battenti al pubblico del proprio studio.
Inaugurazione 19 settembre ore 17
Museo della Pittura Murale
Piazza San Domenico, Prato
Da martedì a domenica 14.30 — 19.30
ingresso gratuito