Concerto orientato sull'ultimo atto della trilogia
Mohammad sono Ilios (Dimitris Kariofilis), oscillatori e Nikos Veliotis, violoncellista, di Atene, Grecia (...). Mohammad e' un'identita' a se stante carica di astrattismi e impressionismi che si intersecano in strutture di grande spessore emotivo. Mettono in campo una miscela sonora assolutamente atipica (...) da cui scaturisce una sorta di palpito subliminale, un'onda che si propaga rigidamente, che si distorce, che disegna traiettorie spastiche, a tratti ronzanti, a tratti tremolanti, tanto impercettibili quanto implacabili ed erosive. L'ampiezza dei toni che si intrecciano e l'uso del contrappunto, la progressione mortifera che si incunea in atmosfere malinconiche fino a screziarsi di scintille di inatteso emozionale. I tocchi in glissando, l'enfasi della bassa frequenza, i ricami degli acuti come lampi che squarciano le tenebre, mille dettagli infinitesimali posati non casualmente. C'e' passione e magia in questi intrecci che quasi vogliono esplorare le pieghe piu' nascoste di stati d'animo ambigui e intraducibili, quelli che non si accostano ne a gioia ne a dolore ma sono esplorazioni d'ignoto. Il concerto da O' a Milano, lunedi' 16 novembre alle ore 20, e' orientato sull'ultimo atto della loro trilogia: 34°Ν - 42°Ν & 19°Ε - 29°Ε. Ma cosa identificano esattamente le coordinate geografiche di questa trilogia? Un luogo di commistioni e fusioni che finisce per generare paradossalmente il luogo dell'ignoto. Qualcosa di mai esplorato o studiato a sufficienza, qualcosa che si relega nella non appartenenza proprio per le sfaccettature multiformi e complesse delle sue radici. Si parte dalla Grecia e ci si muove a oriente verso Bulgaria e Turchia.