Una tazza di mare in tempesta. Tratto dal Moby Dick di Herman Melville: parole, suoni, istallazioni, visioni
Gli spettatori entreranno fisicamente nella pancia della balena, nella piccola stanzetta che Abbiati stesso costruisce di volta in volta in occasione dello spettacolo che ormai ha superato le mille repliche! "Una tazza di mare in tempesta" e' una piccola installazione, una piccola performance, per poco pubblico che assista a piccoli oggetti che evochino grandi cose. Tutto rubato da Melville, per pochi minuti. Come se si fosse nella stiva di una baleniera. In scena oltre ad Abbiati anche il suo tecnico Luca Salata. Questo piccolo grande gioiello in una ventina di densissimi minuti racconta l'intera vicenda di Moby Dick a un pubblico di massimo venti persone, grazie a un misto di parole, suoni, istallazioni, visioni, e soprattutto grazie alla suggestione che la sua scatola magica sa innescare. Il pubblico e' infatti invitato a sedere su panche e sgabelli dentro una piccola stanza di legno, che ricorda l'interno di una nave. Alle pareti quadri, credenze, fori nel muro si animano, si aprono e lasciano intravedere profili di navi realizzati con le pipe, panni appesi a stampelle che diventano le vele spiegate di un trialbero, e il profilo di Ismaele, la voce narrante, che ha le sembianze e i folti baffi di Roberto Abbiati. Nell'ambito della manifestazione "Trame in citta'" organizzata da Opera Universitaria di Trento con la collaborazione di Keller editore.