Un viaggio, una esplorazione nelle varie tematiche che la pittura dell'artista ha toccato in un percorso tanto profondamente universale ed intimamente ferrarese ad un tempo, caratteristiche che rendono il suo lavoro unico tra il 'gruppo dei rimasti' ( quei talenti artistici che nel ‘900 non hanno lasciato le vecchie mura).
Monotipi (1940 - 1978)
Inaugurazione domenica 9 Maggio alle ore 18,00
Mostra retrospettiva dedicata al pittore ferrarese Antenore Magri scomparso nel maggio del 1978.
La singolare idea di ricordare il pittore Antenore Magri con una mostra dedicata ai suoi monotipi nasce in un contesto più ampio di promozione e valorizzazione dell’Artista.
Un viaggio, una esplorazione nelle varie tematiche che la pittura di Antenore ha toccato in un percorso tanto profondamente universale ed intimamente ferrarese ad un tempo, caratteristiche che rendono il suo lavoro unico tra il ''gruppo dei rimasti'' ( quei talenti artistici che nel ‘900 non hanno lasciato ''le vecchie mura) e che gli danno la possibilità di essere ricordato con stima ed affetto da un manipolo agguerrito di estimatori.
I monotipi sembrano rappresentare la parte più privata e meno conosciuta della attività dell’Artista, ed hanno accompagnato il suo lavoro per tutta la vita, dai primi straordinari lavori degli anni ’40, in cui c’è ricerca e sperimentazione, ad un’indagine di resa pittorica inedita fino alla citazione anche giocosa del suo stile ''ufficiale''.
Il monotipo (dal greco ''unica impronta'') è un unico esemplare a stampa; la matrice non presenta né tagli né morsure, il disegno viene tracciato dall'artista direttamente sulla superficie con pennelli e altri strumenti. Come in ogni stampa, la composizione risulta rovesciata rispetto al foglio. Senza altre aggiunte di inchiostro, se ne traggono, qualche volta, una seconda e una terza prova che diventano sempre più sbiadite. Il supporto su cui viene eseguita l'opera può essere di metallo, di vetro, di legno, di plexiglas o di altro materiale duro e liscio, oppure leggermente poroso.
NOTE BIOGRAFICHE
DI CORRADO POCATERRA
Antenore Magri nasce a Ferrara nel 1907 e frequenta la scuola d’arte ''Dosso Dossi'', la sua prima mostra risale al 1926 ed è una collettiva al Castello Estense, per tutti gli anni venti e gran parte degli anni ’30 dipinge con uno stile post impressionista senza particolari note di rilievo nel panorama artistico locale.
Nel 1940 la svolta con l’incontro con Corrado Forlin e gli altri dinamici componenti del Gruppo futurista Savarè, alla loro IX mostra, allestita al Castello Estense e presentata da Marinetti in persona.
Dopo solo due mesi è parte attiva del gruppo a Milano alla X mostra degli Aereopittori del gruppo Savarè con Caviglioni, Forlin e Fasullo, presentati ancora da Marinetti.
Tenta di riportare la ventata futurista a Ferrara nel 1941 in una mostra organizzata dal gruppo ''Natalino Magnani'' assieme a Giovanni Koronpay, Magda Falchetto, Gaetano Sgarbi e Giorgio Gandini e ancora con il gruppo Savarè partecipa alla XXIII Biennale di Venezia nel 1942.
In quegli anni anche la sua tavolozza impressionista prende spessore, ed i suoi dipinti incominciano ad uscire da Ferrara.
Il periodo della guerra da sfollato lo avvicina al paesaggio ferrarese nelle sue linee e nella sua essenza.
Nella metà degli anni ’50 diventa segretario della sezione ferrarese dell’Unione Sindacale Artisti di Belle Arti aderente alla U.IL, questa esperienza gli permette di esporre in tutt’Italia di organizzare mostre e di conoscere artisti. Scrive di lui De Grada nel 1957: ''Decisamente i pittori nati e residenti a Ferrara , eccezion fatta per qualche felice surrealista- come per esempio il Magri, del quale la tecnica, la prospettiva e la illuminazione ci richiamano al museo- i pittori ferraresi non vogliono aver noie con la locale tradizione. Del resto, quali sono oggi i pittori e dove vivono - che si commuovono alle voci degli illustri trapassati? I classici sono passati di moda a Ferrara ed altrove''
Questa frenetica attività culmina con le mostre di Parigi e Milano presentate da Virgilio Guidi , Ernesto Treccani ed Orfeo Tamburi.
Tra i titole delle opere di quegli anni: ''Piccola nevicata, La barca rossa, Il palloncino curioso, Piccolo tramonto, La fruttiera celeste, Frutta nel ripostiglio, La cuccuma smaltata, Alberino surreale, Frutta sul tavolino, La grande prua, Dopo la festa, La pianura gelata,
Il traghetto con l’arco rosso, La pianura grigia, Frutta falsa, Le barche di carta, Natura morta con tavolino, Piccola nevicata sul bosco, Barche in secca, Le pietre del Piave, Alberino surreale, Mosaico, Pianura quasi primaverile, Il moccolo, Tramonto col sole, Composizione, La spiaggia rossa, Ombre sul prato, Frutta sul mare, La prova , il Lampione''.
Scrive in un catalogo: ''Amo ancora tutte quelle cose che pur vivendo vicine all’uomo non partecipano al suo frastuono e ascoltano la voce del vento, gli echi che si perdono nel grande spazio, per gli ampi orizzonti senza limite in una ansietà infinita. Fragili alberelli svettanti nei cieli tersi, barche arenate su spiagge deserte, palloncini immobili e curiosi, oggetti inanimati, interni incantati, luci lunari su gelide pianure, ombre lunghe e ferme, la notte ed il suo silenzio. Questi gli elementi più consueti nei miei lavori; immagini di luoghi già incontrati o sognati per riportarmi almeno per un attimo in intimità con me stesso e con la natura incorrotta che ancora ci circonda. Questo è tutto quanto ho cercato di dire con il colore''.
Con gli anni sessanta arrivano nei suoi quadri i manichini, senza mani e senza volto e la sua pittura tocca i vertici espressivi con i ''quadri musicali'' ed i cicli delle ''attese''.
Alla fine del decennio la sua pittura si fa più seriale, per ''icone'', quasi ad anticipare l’avvento dell’era informatica, mentre si fa più intensa la sua attività di gallerista.
Muore a Ferrara nel 1978.
Per poetica e sviluppo di un discorso personale ed originale, tutto all’insegna della ferraresità , rimane un caso unico nel panorama artistico cittadino, quello di un artista rimasto in provincia ma non provinciale.
Galleria del Carbone
via Carbone, 18/a Ferrara