Le citta' e l'altrove. Il ciclo 'Citta' umanizzate', tra cui New York, Berlino Est, Caracas, Nel mirino e Citta' assediata; l'artista torna a rappresentare la realta' e la societa' contemporanee dipinte nelle loro drammatiche contraddizioni.
L’artista, che a Milano ha già esposto alla Fondazione Stelline nel 2014 e all’Università Bocconi nel 2015, ha voluto presentare in questa mostra la sua ultima produzione di quadri.
Nel ciclo delle opere dedicato alle Città umanizzate, tra cui New York, Berlino Est, Caracas, Nel mirino e Città assediata, Spotorno torna a rappresentare la realtà e la società contemporanee da lui vissute e dipinte nelle loro drammatiche contraddizioni.
Un urlo di forte denuncia dei drammi di oggi lo ritroviamo in Isis execution e nel Mare di Lampedusa. Queste opere si riassumono nella volontà di non dimenticare. Una notizia divora l’altra, senza respiro di spazio e tempo. Lui stesso scrive: “Siamo in troppi nel mondo, dispersi nel labirinto digitale, senza filo d’Arianna per guidarci. L’unica scelta è far vedere i quadri: hanno le gambe, camminano da una stanza all’altra… se le stanze sono quelle delle mie intenzioni… devono finire in soffitta. Se danno un’emozione a una persona, solo allora hanno diritto al chiodo”.
Nato a Milano nel 1938, Guglielmo appartiene alla generazione che si è formata nel clima della stagione informale. Ha conosciuto Jorn, Lam e Fontana nella vicina Albissola, a Milano i protagonisti del Realismo Esistenziale Ferroni e Vaglieri. Da ragazzo ha vissuto nella galleria della madre Enrica, scultrice e direttrice della Galleria Spotorno, riferimento artistico della Milano degli anni Sessanta. Dalla madre ha tratto la passione per l’arte, per diventare poi collezionista autonomo.
A soli dodici anni ha partecipato alla “Mostra artistica internazionale della scuola a Roma” a Palazzo Venezia. Un suo disegno, Incubo, è stato notato da Federico Fellini. Alla passione della pittura ha unito quella della filosofia. Si è laureato all’università Cattolica con maestri Bontadini, Sofia Vanni Rovighi ed Emanuele Severino.
In mostra presenterà anche i suoi ultimi quadri che, nell’apparente semplicità cromatica, sono i più drammatici: Autoritratti e Crocifissi cittadini. Nei primi rappresenta sé stesso nella totale astrazione con contrasti di colore e composizione, richiamo alla sua personalità. In un equilibrio drammatico di sintesi formale e figurativa, l’artista ci presenta i suoi Crocifissi cittadini che scendono dalla Croce e partecipano al quotidiano.
Accompagna la mostra, che rimarrà aperta fino al 19 dicembre, un catalogo pubblicato da EDIPRIMA con un ampio saggio della curatrice Nicoletta Pallini ed un intervento di Lorella Giudici, oltre alla riproduzione delle opere esposte.
Inaugurazione 18 novembre ore 18
La Permanente
via Turati, 34 Milano
Da lunedi a sabato ore 10.00-18.30
ingresso libero