La mostra dal titolo Diario esistenziale presenta i dipinti realizzati dall'artista a cavallo degli anni Sessanta, nel frangente che lo vide coinvolto con Giuseppe Banchieri, Bepi Romagnoni, Mino Ceretti, Giuseppe Guerreschi, Tino Vaglieri, e il piu' giovane Floriano Bodini, nel movimento indicato come Realismo esistenziale.
DIARIO ESISTENZIALE
In Palazzo Leone da Perego, olii, disegni, incisioni degli Anni Sessanta
Quale ideale prosecuzione del ciclo di mostre su tematiche esistenzialiste, cominciato con l’omaggio a Franco Francese e proseguito con quello a Giovanni Testori, Palazzo Leone da Perego a Legnano propone dal 9 maggio al 27 giugno un’iniziativa dedicata alle opere di Gianfranco Ferroni, uno dei principali interpreti del Realismo Esistenziale lombardo, e più in generale del panorama pittorico del secondo Novecento.
La mostra dal titolo Diario esistenziale presenta i dipinti realizzati dall’artista a cavallo degli anni Sessanta, nel frangente che lo vide coinvolto con Giuseppe Banchieri, Bepi Romagnoni, Mino Ceretti, Giuseppe Guerreschi, Tino Vaglieri, e il più giovane Floriano Bodini, nel movimento indicato come Realismo esistenziale.
L’esposizione, curata da Flavio Arensi e promossa dal Comune di Legnano – Assessorato alla Cultura, comprende 60 opere su tela, alcune delle quali ospitate alla Biennale di Venezia (Cognizione della colpa e Ultimo ricordo di Tradate partecipano alla rassegna del 1968, mentre Omaggio del mio lavoro a quella di dieci anni prima), disegni e incisioni. Sarà anche esposto un raro diario di appunti del biennio 1961-1962 composto per immagini (oltre 40 piccoli disegni), a sottolineare l’intento di ricostruire un percorso formativo capace di spiegare il mondo di Ferroni e le sue più intime allucinazioni creative. La produzione pittorica degli anni Sessanta è ancora poco studiata, rispetto alle successive tematiche degli anni Settanta e Ottanta, benché ne sia l’origine teorica.
Questo periodo, inoltre, offre l’opportunità di seguire – come in un diario personale – la trasformazione stilistica ed esistenziale del pittore, dapprima impegnato nel racconto critico della società contemporanea, poi man mano rivolto alla comprensione dell’intimità e di uno stato d’animo pensieroso e solitario. Si passa dai primi autoritratti degli anni Cinquanta, espressionisti e sull’onda di Buffet e Bacon, ai paesaggi urbani, con le incupite e ascetiche città dei primi anni Sessanta. Poi, l’attenzione dell’artista torna alla figura, questa volta chiamata a raccontare il dramma della vita quotidiana, coi ricordi della guerra e tutti i suoi rancori. Proseguendo lungo il decennio, l’atmosfera cambia, il segno e il linguaggio si modificano per offrire un volto alla macerazione interiore. Gli interni divengono i veri protagonisti dell’opera ferroniana, e come i soggetti precedenti non scalzano mai appieno il dolore e la solitudine.
Il catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, oltre al testo del curatore Flavio Arensi, offre una serie di interventi critici (Orietta Pinessi, Nicoletta Pallini) e testimonianze, dallo scritto di Mino Ceretti sulla stagione del Realismo esistenziale, a un’intervista di Floriano Bodini realizzata da Carlo Ghielmetti.
Gianfranco Ferroni (1927 - 2001)
Livornese di nascita, nel 1944 si trasferisce a Milano dove, verso la metà degli anni Cinquanta, entra a far parte del gruppo dei realisti esistenziali (Banchieri, Ceretti,Guerreschi, Romagnoni, Vaglieri). Fin dagli esordi la sua arte denuncia un'attenzione privilegiata a un'umanità intimamente sofferente, comunque gravata dal peso di un'esistenza che si incide nella memoria. È da queste constatazioni, risolte nei quadri con un gusto, secondo una definizione del 1955 di Mario De Micheli, “tra il fiabesco chagalliano e il grottesco espressionistaâ€, che Ferroni chiarisce quel realismo fortemente connotato in senso drammatico, di un'incisività violenta che tanta parte della critica gli riconoscerà negli anni a venire. Dal 1957si dedica all'acquaforte e all'incisione, che gli frutta nel 1963 il Premio Biella. Fra le numerose presenze in mostre in Italia e all’estero si ricordano: le Biennali di Venezia del 1950, ‘58, ‘64, ‘68, ‘82, le Quadriennali di Roma del ‘59, del ‘72 e del ’99, dove gli è stato assegnato il premio per la pittura.
Ingresso libero
Orario: da martedì a venerdì 16.30-19; sabato 16-20; domenica 10-13/15-20; chiuso lunedì.
Catalogo: Silvana editoriale
Informazioni al pubblico:
Palazzo Leone da Perego, Legnano, tel. 0331 471335
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Legnano (Mi), Palazzo Leone da Perego (Corso Magenta 13)