Dal 2013 Marco Signorini lavora e si interroga sulla potenzialità della tecnologia digitale, conducendo
la sua rice
rca nel fertile territorio di una nuova realtà che plasma l'universo in cui risiediamo. Il suo
metodo, traslato da quello del computer, erge il digitale a parte costitutiva dell'immagine. Come nel
gioco combinatorio dell
ʼ
anagramma, gli algoritmi delle appl
icazioni selezionate elaborano le fotografie
di partenza. In questo modo si attua una continua trasformazione, che può essere verificata solo al
momento della scelta, vero accadimento digitale.
L'immagine che viene così a generarsi, non solo rispecchia la
forte indeterminatezza della fisica dei
quanti, ma abbandona sempre più la rassicurante percezione figurativa della realtà per corrispondere
ad un mondo di avvenimenti e non più di cose. È nella natura particellare di cui siamo fatti che
Signorini riconos
ce il potere umano e conoscitivo della fotografia, da lui stesso definita come “la
memoria, collettiva o personale, di un mondo fatto immagine”.
Tornando allo studio dell'algoritmo,
come catena minima di elaborazione aperta ad infinite varianti, l'artista
interviene manipolando la
sequenza dei pixel e delle immagini, consentendo al sof
tware di “divenire un Luogo, un
ʼ
I
mmagine, un
Essere”. È l'algoritmo stesso, in una situazione di confusione visiva, che caratterizza l'immagine come
entità aperta, poiché ognu
no vi/si guarda, vi/si riflette.
Solo in questo magma di informazioni che continuamente gestiamo e fruiamo, possiamo attivamente
partecipare alla generazione di una nuova immagine, antinarrativa per definizione e sublimata dalla
presenza simultanea di più
forze.
Marco Signorini
è nato a Bagno a Ripoli nel 1962. Vive a Firenze ed è docente di Fotografia all
ʼ
Accademia di
Brera e Carrara. Nel 1996 è invitato a
Passaggi
, a cura di Antonella Russo per la Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo. In seguito ha lavorato per i
l Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo con
Idea di
Metropoli
(2002) e
Ricordami per sempre
(2011) entrando a far parte della collezione permanente del museo
con le opere realizzate. Con
Linea di Confine
per la Fotografia di Rubiera ha rea
lizzato
Mother Way
(2001) e
Luoghi della cura
(2005) presentati nella collettiva
Trans Emilia
al Fotomuseum di Winterthur e al SK Stiftung
Kultur di Colonia. Con Damiani editore ha pubblicato i libri
Echo
(2007) e
EarthHeart
(2011). Partecipa nel 2009
al
Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate e al Festival Europeo per la fotografia di Reggio Emilia, oltre
che presentare ((RA)) sua prima mostra personale in Metronom. Nel 2011 partecipa alla collettiva
Padiglione
Toscana
al Centro per l
ʼ
Arte Luigi P
ecci di Prato. Nel 2012 la sua seconda mostra personale
EarthHeart
presso
Metronom Fuorimappa, è presentata al Centre d
ʼ
Art Nei Liicht, Dudelange in Lussemburgo. Nel 2015 è fra gli
artisti
di Imago Mundi
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Praestigium Italia
nella collezione di Luciano Bene
tton.
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