L'artista come homo faber. Sono esposte sette sculture di varie dimensioni, 20 bozzetti preparatori che vanno dagli anni Cinquanta agli anni Settanta e tecniche miste su cartone.
a cura di Ivan Quaroni
Ripensare oggi, con un minimo di distanza critica, la traiettoria evolutiva dell’opera di Giuseppe Uncini significa, inevitabilmente, rilevarne l’impressionante coerenza formale e l’estrema compattezza concettuale.
La sua ricerca è stata, attraverso ogni ciclo di lavori, passaggio dopo passaggio, dagli esordi in ambito informale fino alle ultime Architetture e agli Artifici, una storia di progressive intuizioni, di felici precisazioni, di ardue insistenze intorno a un tema, a una pratica, a un modo di intendere la questione della forma, che non lascia spazio a dubbi circa la qualità e l’unicità della sua visione.
Non solo Giuseppe Uncini ha prodotto molto, ma ha anche progettato e scritto, senza mai risparmiarsi, intorno alle ragioni del suo fare. Un fare che egli intendeva già come parte integrante del senso ultimo dei suoi lavori e come nucleo solido di un processo costruttivo che era, esso stesso, oggetto concreto della sua indagine.
Saranno esposte sette sculture di varie dimensioni, 20 bozzetti preparatori che vanno dagli anni Cinquanta agli anni Settanta e tecniche miste su cartone.
Immagine: 1967/68, biro, pennarello e matita su carta cm 24x32
Inaugurazione sabato 12 dicembre 2015 alle ore 17,30
Galleria d'Arte l'Incontro
via XXVI Aprile, 38 Chiari (BS)
feriale dalle 15,30 alle 19; sabato e festivi: dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 19, lunedì chiuso