Skull Project. La galleria francesca kaufmann e' lieta di presentare nel suo spazio Skull Project, la terza personale del pittore indiano-americano Brad Kahlhamer. Per l'occasione, l'artista ha pensato ad un progetto site specific che ruotera' intorno ad un'ampia installazione la cui protagonista assoluta sara' la pittura.
Skull Project
Brad Kahlhamer è nato a Tucson, Arizona, nel 1956. Attualmente vive e lavora
a New York.
La galleria francesca kaufmann è lieta di presentare nel suo spazio Skull
Project, la terza personale del pittore indiano-americano Brad Kahlhamer.
Per l'occasione, l'artista ha pensato ad un progetto site specific che
ruoterà intorno ad un'ampia installazione la cui protagonista assoluta sarÃ
la pittura.
Il legame di Brad Kahlhamer con la sua cultura originaria non si limita al
puro aspetto fisico, quanto piuttosto si manifesta come essenza vitale del
suo fare arte. Da sempre, infatti, Kahlhamer usa la pittura in tutta la sua
potenza evocativa, dando corpo a quadri e disegni che sono una specie di
finestra sulla cultura dei suoi avi e sulla ricchezza simbolica e mistica
del loro mondo. Quelli che l¹artista normalmente rappresenta sono paesaggi
stratificati, fatti di praterie sterminate e picchi rocciosi a cui si
sovrappongono figure di nativi che sembrano emergere da visioni ipnotiche e
animali totemici come aquile, orsi, bisonti, lupi. Il tutto prende forma
attraverso una pittura molto gestuale, quasi primitiva, come se dipingendo
Kahlhamer compisse dei riti arcaici nei quali simbolicamente offre in
sacrificio agli spiriti l¹essenza culturale del suo popolo.
Skull Project nasce da tutte queste suggestioni. Pensando, infatti, a come
relazionarsi con lo spazio della galleria, più che sull¹idea di esporre
semplicemente dei quadri, l¹artista si è concentrato sul fatto di voler
creare un¹atmosfera strettamente legata alle esperienze mistiche
indiano-americane. Punto di partenza di tutto l¹allestimento sarà un piccolo
altare, corredato di candele e oggetti e circondato da una corona di disegni
di teschi che si aprono a raggiera. Lo scenario potrebbe essere quello di un
rituale appena compiuto, di cui sono ancora visibili tutti i segni, e di cui
si respira l¹energia. La pittura che esce dai confini della carta e della
tela per estendersi sulle pareti è traccia tangibile di qualcosa di sacro
che si è da poco compiuto, come un tentativo dell'artista-sciamano di
estendere e dilatare il paesaggio oltre i limiti della nostra percezione. 'I
want to make the sky bigger', dice Kahlhamer, per renderlo sconfinato così
come si può vedere nei deserti e nelle praterie del West o nei nostri sogni
più grandi. Attraverso l'unione di tutti questi elementi, l'artista mira a
ricreare un¹atmosfera ricca di forti suggestioni, portando nello spazio
della galleria la magia e l'intensità di un mondo culturalmente e
fisicamente così lontano dal nostro.
dal 27 maggio a luglio 2004
inaugurazione giovedì 27 maggio ore 19,00
Galleria Francesca Kaufmann
via dell'Orso 16
Milano