La rassegna presenta una selezione di 30 opere realizzate tra il 1963 e il 1975 che documenta l'arte fotomeccanica di Rotella dove l'appropriazione diretta dell'immagine consente d'indagare la modernita' con uno sguardo nuovo.
Artypo
Sabato 29 maggio alle ore 18 s'inuagura a Rovigo, nelle sale dell'Accademia dei
Concordi, Mimmo Rotella Artypo, espressamente dedicata ad un aspetto
fondamentale della produzione dell'artista, non ancora sufficientemente
indagata.
La rassegna, a cura di Alberto Fiz, in collaborazione con Piero Mascitti,
direttore della Fondazione Mimmo Rotella e Antonio Romagnolo, direttore della
Pinacoteca dell'Accademia e organizzata dalla Dadadopo di Rovigo, presenta, sino
all'11 luglio, una selezione di 30 opere realizzate tra il 1963 e il 1975 che
documenta l'arte fotomeccanica di Rotella dove l'appropriazione diretta
dell'immagine consente d'indagare la modernità con uno sguardo nuovo. Non a caso
è stato proprio Rotella a coniare, nel 1965, il termine Mec-Art sottolineando le
caratteristiche di un'arte meccanica che instaura un rapporto diretto con le
nuove tecniche e sostituisce l'arte da cavalletto.
L'iniziativa proposta a Rovigo va collocata all'interno dell'ampia
riconsiderazione critica che negli ultimi anni ha interessato la ricerca di
Rotella, uno dei più significativi protagonisti dell'arte italiana. Proprio il
12 maggio l'Università di Architettura di Reggio Calabria gli conferisce la
laurea honoris causa in Architettura. Se l'attenzione si è soffermata
prevalentemente sui décollage, non meno significativa e ricca di conseguenze sui
recenti sviluppi dell'estetica, appare l'arte fotomeccanica analizzata dalla
mostra ma anche dalla monografia-catalogo sugli artypo edita da Allemandi.
Il volume, curato da Alberto Fiz, che viene presentato in questa circostanza,
propone oltre 150 lavori di arte fotomeccanica e rappresenta la più esaustiva
pubblicazione realizzata sino ad ora su questo argomento.
Non va, poi, dimenticato che l'esposizione all'Accademia dei Concordi viene
affiancata da un'altra rassegna selezionata di artypo allestita a Palazzo
Casalini di Rovigo, sede della Banca di Credito Cooperativo.
Se il décollage, inventato da Rotella nel 1953, rappresenta una vera e propria
lacerazione del sistema formale per giungere ad una nuova riappropriazione
critica e consapevole, l'arte fotomeccanica nasce dall'esigenza di reintegrare,
sovrapponendoli, i frammenti di realtà .
La mostra prende le mosse dai réportages, immagini fotografiche riportate su
tela. E a questo proposito Rotella ha scritto all'inizio degli anni Sessanta:
"Le mie nuove opere non sono più décollages ma réportages, per meglio dire
riporti di immagini su tela a colori o in bianco e nero".
Dopo queste premesse, si giunge agli artypo (letteralmente arte tipografica)
esposti per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia nel 1966. Sono opere
che nascono direttamente dalla tipografia utilizzando le prove di stampa su cui
lo stampatore controlla la qualità delle immagini e dei colori. "Sono invenzioni
trovate e selezionate che venivano incollate su tela e facevano parte delle
nuove invenzioni pittoriche", ha affermato Rotella. Un'intervento, insomma, solo
in apparenza neutro ma ricco di profondi significati dal momento che l'artista
s'impossessa delle tecniche industriali e tecnologiche per farne uno strumento
d'indagine del tutto autonomo. E, soprattutto, innesca un meccansimo virtuoso
che parte dal riutilizzo dei prodotti di scarto, dal momento che ciò che
interessa a Rotella è proprio l'errore, la prova di stampa non riuscita.
"La mostra proposta a Rovigo permette di analizzare un'esperienza fortemente
sperimentale che pone Rotella e la Mec-Art in relazione con la pop art americana
e in particolare con i combine- painting di Robert Rauschenberg e le serigrafie
di Andy Warhol. Ma non va dimenticato che le opere fotomeccaniche costituiscono
un punto di riferimento importante anche per le recenti esperienze fotografiche
videoinstallative e virtuali", spiega Alberto Fiz.
Gli artypo che hanno come argomento la pubblicità , il cinema o la stessa cronaca
quotidiana (in mostra sono esposti, tra l'altro, Smile, 1966; Con cento lire al
giorno è vostra, 1966; Frutti siciliani, 1966; Provatela anche così, 1966;
Wrangler, 1975, A forma di bottiglia, 1977), sono opere prevalentemente astratte
dove la realtà emerge nella sua continua trasformazione in un blob visivo ricco
di conseguenze.
"L'immagine, acquista un'allucinante tensione, più fredda nel processo , ma
appunto per questo più spettrale nei tagli, nel potere evocativo, nella dinamica
che sconvolge i fuochi compositivi, nel riferimento all'assurdo meccanico della
vita", ha sottolineato Guido Ballo in occasione di una mostra di Rotella alla
galleria Il Naviglio che si è svolta nel 1966. L'anno dopo viene organizzata al
Van Abee Museum di Eindhoven in Olanda una mostra intitolata Artypo che ha per
tempo le diverse forme di arte tipografica realizzata da artisti e poeti. Vi
partecipa, ovviamente, anche Rotella che da quell'esperienza trarrà lo spunto
per battezzare i suoi artypo in grado di modificare la nostra percezione del
reale.
Inaugurazione: 29 maggio 2004 ore 18.00
Patrocinio: Amministrazione Provinciale di Rovigo - Comune di
Rovigo
Curatore: Alberto Fiz in collaborazione con Piero Mascitti e
Antonio Romagnolo
Organizzazione: Fondazione Mimmo Rotella - Accademia dei Concordi -
Dadadopo
Orari: 10.00-12.30; 16.00-20.00 (chiuso il lunedì)
Ingresso: 5,00 euro compresa visita Pinacoteca Accademia dei
Concordi
Catalogo: Umberto Allemandi, prima monografia espressamente
dedicata agli Artypo con 150 opere riprodotte. A cura di Alberto Fiz
Info: Dadadopo - Viale Porta Po 87/B - Rovigo; tel.
0425.474751
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo - tel. 049 663499
Immagine: Mimmo Rotella, Cavalcata, 1967
Sedi:
Rovigo, Accademia dei Concordi, Piazza Vittorio Emanuele, 14;
Banca di Credito Cooperativo Padana Orientale San Marco - via Casalini, 10 -
Rovigo