Il termine 'affine' attrae sempre la nostra attenzione anche se in realta' non vuole dire nulla. Esther Stocker presenta nelle sale della Galleria Museo un progetto articolato in due sezioni. Nella parte anteriore un'installazione illustra un principio organizzativo che caratterizza numerose opere dell'artista: uno spazio interno, decorato con forme quadrate e strutturato geometricamente, la cui griglia risultante presenta tuttavia fratture e spostamenti. La decorazione della superficie, apparentemente semplice, precisa e rigorosa, ha un effetto disorientante perché lo sguardo dell'osservatore non riesce a posarsi veramente in nessun punto. Nella sezione posteriore, l'artista espone una serie di fotografie nelle quali vengono analizzate le relazioni tra i tratti del corpo umano e quelli delle forme geometriche.
Das Wort 'gleichartig' zieht unsere Aufmerksamkeit auf sich, und doch besagt es eigentlich gar nichts (Frege)
(Il termine‘'affine' attrae sempre la nostra attenzione anche se in realtà non vuole dire nulla)
Esther Stocker presenta nelle sale della Galleria Museo un progetto articolato in due sezioni.
Nella parte anteriore un'installazione illustra un principio organizzativo che caratterizza numerose opere dell'artista: uno spazio interno, decorato con forme quadrate e strutturato geometricamente, la cui griglia risultante presenta tuttavia fratture e spostamenti. La decorazione della superficie, apparentemente semplice, precisa e rigorosa, ha un effetto disorientante perché lo sguardo dell'osservatore non riesce a posarsi veramente in nessun punto.
Nella sezione posteriore, l'artista espone una serie di fotografie nelle quali vengono analizzate le relazioni tra i tratti del corpo umano e quelli delle forme geometriche.
Con la sua opera, Esther Stocker non insegue la produzione di contenuti significativi immediati. Le sue strutture semplici, ma nel contempo complesse, sorprendono l'osservatore già durante il processo percettivo, lo allontanano dal tentativo di classificazione schematica, dagli schemi interpretativi razionalizzanti, dalle letture sintetizzanti, per risvegliare un'attenzione quasi vertiginosa per ciò che non è chiaramente definibile.
Il tema che collega le opere dell'artista è la domanda sulla percezione come movimento nel quale non si può definire, ma soprattutto formulare, un confine netto tra percezione visiva e pensiero.
Anche se, a prima vista, i lavori di Esther Stocker possono essere collegati alle opere storiche della Op-Art, l'artista non è assolutamente interessata agli esperimenti con gli effetti ottici fini a sé stessi, ma ad una continua ridefinizione delle cose attraverso il processo della percezione, durante il quale anche la persona che entra in relazione con le situazioni dello spazio e delle immagini viene coinvolta, diventando un elemento di completezza dell'opera stessa.
Esther Stocker, nata a Silandro nel 1974, ha frequentato l'Akademie der bildenden Künste di Vienna (Prof. Eva Schlegel). Nel 2001 ha ottenuto la borsa di studio austriaca per le arti figurative e nel 2002 un Atelier Stipendium per Chicago. Fino ad oggi le sue opere sono state esposte in numerose mostre a Vienna, Salisburgo, Graz, Monaco, Berlino e Chicago. Ora l'artista vive e lavora a Vienna.
Inaugurazione: Venerdì, 25 giugno 2004 - ore 19.00
Interverrà : Martin Prinzhorn (A)
A cura di: Team Ar/ge Kunst - Info Michael Giacomozzi, Verena Rastner
AR/GE Kunst - Galleria Museo
via Museo 29
Bolzano