Ufficio Stampa Fondazione Ratti Ilaria Gianoli
L'opera buona e giusta. I meccanismi di scissione e i paradossi dell'arte relazionale. Seconda conferenza aperta al pubblico prevista all'interno del X Corso Superiore di Arte visiva A. Ratti. Pietroiusti espone il suo punto di vista sul ruolo dell'artista nella societa' contemporanea. La sua ricerca artistica esprime interesse per le situazioni paradossali o problematiche nascoste nell'ordinarieta' dell'esistenza.
Fondazione Antonio Ratti
X Corso Superiore di Arte Visiva
1 – 22 luglio 2004
CONFERENZE APERTE AL PUBBLICO
Cesare Pietroiusti
10 luglio 2004, ore 10.30
L'opera buona e giusta. I meccanismi di scissione e i paradossi dell'arte
relazionale
Sabato 10 luglio 2004 Cesare Pietroiusti espone - nella seconda conferenza
aperta al pubblico prevista all'interno del corso superiore di arte visiva - il
suo punto di vista sul ruolo dell'artista nella società contemporanea.
Come dice Pietroiusti ''Posso allontanare da me i miei elementi negativi, le zone d'ombra, le
vergogne, per concentrare invece l'espressione intorno a ciò per cui mi
considero moralmente buono e politicamente giusto. Quando opero questa
scissione, tutto il male è fuori, tutto il bene è dentro. Allora farò opere
che mostrano quanto sono generoso, disponibile, corretto.
Quando invece accetta dimensioni contraddittorie, un'opera d'arte -
relazionale o no - potrà raggiungere una densità di significato
condivisibile ovvero capace di aprire, per colui che viene a contatto con
essa, zone problematiche che lo riguardano.
Il fondamentalista è colui che crede di sapere dov'è la frontiera tra bene e il male, e la pensa corrispondente ai limiti del suo sé, ovvero della comunità di cui affettivamente si sente parte. Il meccanismo di cui
egli è preda è la scissione: ogni sua azione è indiscutibilmente buona, laddove
ogni valenza negativa è proiettata sull'altro, fino a farlo diventare
persecutore.
L'artista, indipendentemente dalla sua metodologia e forse anche dalla sua
poetica, è – o almeno può diventare - l'antifondamentalista per eccellenza,
perché è colui che riflette sulle e dubita delle frontiere interne (soggettive e
di gruppo).
Privo delle necessità (il committente, l'elettore, l'accademia…) che legano il
politico o lo scienziato, l'artista potrebbe essere l'unico che prende in ogni
caso le parti della critica, non solo rispetto all'ideologia, ma finanche
rispetto all'idea di efficacia o di giusta causa.
Per tutto questo, anche per un artista che lavora spesso intorno a tematiche sociali, o che è interessato ai processi collettivi e al lavoro di gruppo, la soggettività resta importante, per la sua irriducibile dimensione di autenticità .''
Cesare Pietroiusti, artista, è tra i fondatori del Centro Studi Jarktor e
coordinatore del Progetto Oreste.
La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti esprime interesse per le situazioni
paradossali o problematiche nascoste nell'ordinarietà dell'esistenza.
Tra i luoghi in cui ha esposto: Biennale di Venezia, Serpentine Gallery di
Londra, Louisiana Museum di Copenhagen, Art in General a New York, CCAC di San
Francisco.
Il suo progetto Things that Are Certainly not Art ha inaugurato il Bloomberg
Space a Londra.
Immagine: Cesare Pietroiusti, Un giro di campo, performance
Sabato 10 luglio 2004, ore 10.30, presso l'edificio a shed ex-Ticosa, viale Roosvelt, Como
Info: Anna Daneri, FAR tel 031233213, fax 031233249
annadaneri@fondazioneratti.org
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