Galleria Gottardo
Lugano
Viale Stefano Franscini, 12
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WEB
Oltre Bering
dal 5/7/2004 al 23/12/2004
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5/7/2004

Oltre Bering

Galleria Gottardo, Lugano

L'esposizione presenta oltre 150 oggetti etnografici provenienti dalle Colonie Russe del Nord Pacifico che fino al 1867 erano sotto il dominio della Compagnia russo-americana, oggetti di proprieta' del Museo Storico di Tallinn (Estonia) che vengono mostrati per la prima volta in Europa occidentale e ripercorrono un periodo dimenticato della storia russa e dell'espansione coloniale europea. In collaborazione con lo Staatliches Museum fur Volkerkunde di Monaco di Baviera


comunicato stampa

Le Colonie Russe del Nord Pacifico.
Opere della collezione del Museo Storico di Tallinn - Estonia (Ajaloomuuseum).
In collaborazione con lo Staatliches Museum für Völkerkunde di Monaco di Baviera.

L'esposizione presenta oltre 150 oggetti etnografici provenienti dalle Colonie Russe del Nord Pacifico che fino al 1867 erano sotto il dominio della Compagnia russo-americana, oggetti di proprietà del Museo Storico di Tallinn che vengono mostrati per la prima volta in Europa occidentale e ripercorrono un periodo dimenticato della storia russa e dell'espansione coloniale europea.
Gli oggetti in esposizione sono stati, fino ad oggi, conservati nelle cantine del Museo di Tallinn, ubicato in uno dei più meravigliosi palazzi gotici della capitale estone. Prima di poter organizzare questa mostra gli oggetti hanno subito un impegnativo e accurato lavoro di restauro e pulitura seguito dagli esperti dello Staatliches Museum für Völkerkunde di Monaco di Baviera e completamente finanziato dalla Galleria Gottardo, una Fondazione per la cultura della Banca del Gottardo.
Il Museo Storico di Tallinn possiede una collezione, proveniente dai paesi limitrofi del Nord Pacifico, che comprende oltre 600 oggetti.

Si tratta di materiali acquisiti da esploratori o funzionari estoni, all'epoca sudditi dello zar, inviati in missioni scientifiche o investiti di grandi responsabilità in seno all'amministrazione della colonia durante la prima metà del XIX secolo. Parte di essi furono da loro donati ad amici e conoscenti. Uno di essi - il dott. Johann Burchard, medico e farmacista di Tallinn - appassionatosi a questi oggetti, a partire dal 1802 cominciò a costituire una raccolta di ''oggetti curiosi''. E quando, 40 anni dopo, venne costituita a Tallinn una ''Società letteraria'' che si fece carico di raccogliere e conservare quegli oggetti-ricordo sparsi nella case della città, anche la collezione di Burchard confluì in quella raccolta che, nel 1870, venne documentata con la pubblicazione di un catalogo.

Tutti gli oggetti sono stati raccolti durante viaggi compiuti tra il 1804 e il 1855, il periodo in cui gli estoni operarono in queste regioni. Va anche ricordato che l'America russa (l'Alaska) venne venduta agli Stati Uniti nel 1867. L'importanza di questi manufatti sta nel fatto che essi costituiscono un documento precoce dei contatti delle culture marittime di questa regione con l'Occidente. Sono inoltre la testimonianza di viaggiatori illuminati, tenendo conto che a quei tempi gli europei non si preoccupavano certo delle abitudini di vita degli autoctoni dei territori che visitavano o occupavano.
La selezione dei materiali in mostra proviene dalle coste asiatiche e americane del Nord Pacifico, dunque da un territorio particolarmente esteso e comprendente numerose etnie, e presenta diverse caratteristiche comuni. La più sorprendente è sicuramente la qualità di esecuzione. Negli articoli realizzati dalle donne, come mantelli, stivali, cappelli e borse, la lavorazione delle pelli e di altri materiali è di notevole accuratezza. Basta osservare la precisione della confezione dei cappelli intrecciati dei Tlingit o dei mantelli degli Aleuti fatti di intestini. Ma non è tutto: questi oggetti d'uso sono pure di straordinaria bellezza. Anche le armi, gli amuleti dei Koryak, i modelli in scala ridotta di battelli e di slitte dei Chukchi e degli Yupik - tutti realizzati da uomini - sono stati eseguiti con grande precisione e rispondono a severi criteri estetici.
A questo punto è opportuno ricordare che, nella tradizione dei luoghi, gli spiriti degli animali provavano piacere nel constatare che il cacciatore si prendeva cura della propria tenuta e si serviva di armi costruite con la massima accuratezza. Un arco Koniagmiut presenta queste caratteristiche: testimonia la maestria del cacciatore scultore che da un legno fluitato ha creato un'arma perfetta, l'ha decorata con fregi di animali (veri) che voleva cacciare, ma anche di animali immaginari che avrebbero dovuto venirgli in aiuto durante la caccia.

Una scatola e il suo coperchio, che un eschimese Yupik ha scolpito da due pezzi di legno, rappresentano un oggetto unico nel suo genere. La scatola è quadrata e il coperchio termina da un lato con una mano tesa. Sulle superfici dallo sfondo rosso sono dipinti diversi personaggi: un trealberi e dei marinai, delle persone che camminano sulla tundra, una scena di caccia. Ma l'aspetto più strano si scopre soltanto se si solleva il coperchio e lo si capovolge: il palmo della mano sembra forato - nell'iconografia di questa regione significa che esiste un passaggio da un mondo a un altro - e sulla soglia di questo passaggio è raffigurato un uomo scolpito in basso rilievo. Difficile fare congetture sul genere di avvenimento che l'artista ha voluto rappresentare.

Di grande richiamo anche un'armatura Yuit, un pezzo fondamentale perché sorprendentemente completo, realizzata con placche di avorio di tricheco legate le une alle altre con lacci di cuoio. Gli Yuit dell'Isola di St. Lawrence e della costa della Chukotka erano costantemente impegnati in combattimenti e indossavano delle armature costruite in spesso cuoio di tricheco o, come qui, in avorio di tricheco.

Alcuni oggetti testimoniano la vicinanza di stranieri, come quei mantelli dei Gilyak, dal taglio cinese e confezionati in pelle di pesce, e quel cappello a cilindro dei Tlingit, d'ispirazione europea. Quest'ultimo è stato realizzato con radici intrecciate ed è ricoperto da un cappuccio di intestini di beluga che serviva per proteggerlo dalla pioggia.

Per concludere occorre citare alcuni esempi di souvenir eseguiti per gli europei, come una cornice per ritratti, confezionata dagli Athapaskan con scorza di betulla e decorata con motivi floreali fatti di pelo d'alce, dunque materiali tradizionali per un oggetto adattato alle esigenze del cliente europeo.

NB: Chukchi, Koryak, Gilyak: etnie siberiane della costa del Pacifico; Tlingit: tribù indiana della costa sud dell'Alaska; Athapaskan: tribù indiana dell'interno dell'Alaska; Yupik, Koniagmiut, Aleuti: gruppi eschimesi dell'Alaska; Yuit: gruppo eschimese della Siberia.

Immagine: Portaspilli con disco e orso
Provenienza: Siberia orientale; Kamchatka; 1851-55
Metallo, cuoio, perle di vetro 7,5x3,7x2cm; orso: 3x7x2,5cm

Per informazioni e richieste di materiali stampa:
uessearte Via Natta 22 I - 22100 Como Tel. 031 269 393 Fax 031 267 265

Galleria Gottardo
Viale Stefano Franscini 12 Lugano
Ingresso: gratuito
Orari d'apertura: martedì 14.00 - 17.00; mercoledì - sabato 11.00 - 17.00;
chiuso la domenica, il lunedì e i giorni festivi

Conferenza stampa: martedì 6 luglio 2004 alle 11.00
Vernissage: martedì 6 luglio 2004 dalle 18.00 alle 20.00

Catalogo: Oltre Bering. Le Colonie Russe del Nord Pacifico.
Edito dalla Galleria Gottardo, Lugano
Testi: Jean-Loup Rousselot, vicedirettore dello Staatliches Museum für Völkerkunde di Monaco di Baviera e Veronika Grahammer
Realizzazione e coordinamento: Jean-Loup Rousselot, Franco Rogantini, Alberto Bianda
Progetto grafico dell'allestimento: Theredbox Design Communication

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