Mino Maccari a Barga.
Un nuovo evento artistico e culturale di notevole importanza a firma della Fondazione Ricci di Barga.
Dopo il grande successo delle mostre dedicate ad Alberto Magri e Giovanbattista Santini, in questi giorni è stata infatti ufficializzata la data di una interessante esposizione che nella cittadina verrà organizzata da questo sodalizio dal 20 aprile al 14 maggio prossimo.
"I "selvaggi" della lucchesia: Mino Maccari a Barga", questo il titolo della mostra in questione, sarà incentrata sui rapporti che lo stesso, tra i maggiori artisti italiani del Novecento, ebbe con Barga ed in particolare sui rapporti esistenti con Antonio Mordini, appartenente ad una delle più illustri ed importante famiglie barghigiane. Nella mostra saranno presentate opere inedite dell'artista, xilografie, disegni e dipinti strettamente legati a Barga ed alla Valle del Serchio e sarà pubblicato un catalogo, per i tipi di Maria Pacini Fazzi, curato dalla professoressa Barbara Cinelli, dal prof. Umberto Sereni e dall'architetto Cristiana Ricci.
Questa iniziativa nasce dal ritrovamento di un carteggio tra Maccari, direttore della rivista "Il Selvaggio" ed Antonio Mordini che a partire dagli anni Venti ebbe una certa fama come antropologo ed etnologo. La rivista di Maccari è sempre stata segnalata come eccezionale testimonianza di spregiudicato utilizzo di materiali grafici diversi, tra i quali è consuetudine ricordare le stampe popolari dell'Ottocento. Il carteggio in questione consente adesso di portare un contributo di novità a questo aspetto della rivista. Mordini disponeva infatti di una notevolissima collezione di rare riviste illustrate del 1848 e di materiale grafico sulla letteratura e la musica popolare e, per i suoi interessi di ricerca, di eccezionali documenti sui costumi e le suppellettili delle società primitive, allora individuate col termine di "selvagge". La mostra intende così mettere a confronto quel materiale con alcune tavole preparatorie del "Selvaggio", xilografie e acqueforti di Maccari per visualizzare in esse una delle possibili fonti della rivista sia per gli elementi grafici e tipografici della stessa, sia per l'iconografia "afroamericana" delle immagini di selvaggi che a partire dal 1928 sostituisce quelle più "paesane" utilizzate negli anni precedenti.
Ma di Maccari sarà messo anche in evidenza il suo interesse per questo borgo che all'artista apparve come luogo ideale di una vita concentrata ed austera, meno nervosa ed ossessionata di quelle proposte negli anni Trenta in ossequio a malintesi modelli di modernità .
L'immagine del "borgo" sarà ricostruita attraverso dipinti a olio, incisioni, disegni che nel illustrano la vita, i luoghi, i personaggi, sia di Maccari che di alcuni tra i maggiori artisti del Novecento come Soffici e Carrà , recuperando anche figure meno note del panorama artistico nazionale, come lo scultore di Barga Adolfo Balduini, che fu segnalato a Soffici proprio da Antonio Mordini.
Per ulteriori informazioni consultare il sito.