La Forza dell'Impermanenza. Il progetto propone, in un convegno e in una mostra, il tema della forza della precarieta' e dell'impermanenza in architettura, con particolare riferimento all'uso, nei secoli, del legno. Da un'idea di Cristiana Colli e Francesco Scoppola.
LA FORZA DELL'IMPERMANENZA
da un'idea di
Cristiana Colli e Francesco Scoppola
Il Progetto 'Sol con un legno...La Forza dell'Impermanenza' propone, in un convegno e in una mostra, il tema della forza della precarietà e dell'impermanenza in architettura, con particolare riferimento all'uso, nei secoli, del legno.
E' una contraddizione solo apparente, espressa dalla forza della debolezza, della flessibilità , della deperibilità o della leggerezza, riconoscibile nella maggiore continuità tecnico operativa, dettata dalle caratteristiche stesse del materiale, e si esplica attraverso la tradizione. Le proprietà del legno hanno di fatto favorito una maggiore continuità tecnico-formale, anche nei periodi recenti, nei quali altrove si sono manifestate brusche fratture nella evoluzione delle arti, indotte dalla meccanizzazione, dall'industrializzazzione e dall'economia di mercato.
La precarietà del materiale impone di ricercare la stabilità , la firmitas vitruviana, non nella realtà fisica ma altrove: nell'idea, nella continuità , nell'immateriale, nella ritualità ripetitiva della produzione, nella stabilità dei principi.
Il legno in questo senso si pone a metà strada tra l'architettura, la città e i suoi abitanti, in quanto rappresenta un veicolo talora più duraturo delle persone, ma più fragile della pietra, della terracotta, della calce e degli altri materiali solitamente impiegati nell'architettura tradizionale. Il legno dunque propone un' efficace allegoria dell'anelito alla stabilità , dell'impulso naturale a durare sempre, risultato ottenibile solo mediante la staffetta, il passaggio del testimone. La soluzione del problema metafisico, che può essere suggerita dal legno, risiede nella consapevolezza dell'impermanenza, nel riconoscimento dei vantaggi della leggerezza, nell'accettazione della discrezione, di essere ciascuno parte del tutto, nella necessità della ricerca di unità .
Sulla accettazione della ciclicità naturale si basa la forza pacifica e disarmante del più mite e lavorabile tra i materiali da costruzione tradizionali. Anche sotto il profilo della trascendenza, della ricerca di assoluto, nella storia delle religioni il legno è il veicolo privilegiato della salvezza: dalle due arche, del diluvio e dell'alleanza dell'antico testamento, sino alla bottega del falegname e alla croce. Nell'iconostasi dell'ortodossia in legno è costruito il sipario tra la realtà tangibile e l'invisibile. Gran parte dei templi dell'estremo oriente sono periodicamente riedificati in legno, e la loro stessa esistenza è garantita nell'ambito della ciclicità del rito, superando il concetto di originale, ovvero dilatando l'idea di origine, di fonte e sorgente, a tutto il percorso, meta inclusa. Molte architetture della pietra traggono origine dall'architettura del legno: basti il caso dell'architettura orientale e dell'architettura gotica, congiunte nella tradizione islamica.
Una delle più commoventi città invisibili, nella cui descrizione, a sorpresa, Italo Calvino rovescia i destini delle due parti, precaria e stabile, dell'abitato, rappresenta il punto di partenza e una sicura indicazione per i lavori del convegno: progettare guardando a tutto il ciclo di esistenza del fabbricato, alla durata e alle forme di degrado dell'architettura: il legno invecchia bene.
Altro termine di riferimento concettuale, ancor più lapidario e sintetico è offerto da una frase dell'Ulisse, nell'Inferno di Dante: "sol con un legno e con quella compagna picciola dalla qual non fui diserto", dove, come è ben noto, "compagna" sta per compagnìa, ad indicare il ristretto gruppo dei compagni d'avventura. Si tratta del famosissimo passo cruciale, della decisione fatale di partire all'esplorazione dello spazio e del tempo, per vivere non come bruti, ma per seguire virtù e conoscenza.
La mostra offre alcuni spunti esemplificativi di riflessione: il legno come veicolo dell'idea dell'architettura nel tempo, nella modellistica; il legno nell'architettura moderna e contemporanea, e come strumento nelle proiezioni future; l'architettura del legno nelle Marche.
E dalle Marche, dai musei e dalle collezioni della regione arriveranno alcuni modellini particolarmente emblematici o in larga parte sconosciuti: dal Barco di Urbania a Palazzo Montevecchio a Fano alla facciata del Duomo di Fossombrone e di Urbino; dall'impalcato ligneo dalla Moscosi di Cingoli ai teatri di Fano, Pollenza fino al nuovo Teatro delle Muse. E ancora le Rocche: quella di San Leo, di Senigallia e la Rocca Albornoz. Oltre al modello settecentesco della Cittadella del Sangallo.
Ancona, Mole Vanvitelliana