Chiesa di San Paolo
Macerata
Piazza della Liberta'

Umberto Peschi
dal 16/7/2004 al 12/10/2004

Segnalato da

Michele De Luca



 
calendario eventi  :: 




16/7/2004

Umberto Peschi

Chiesa di San Paolo, Macerata

A dodici anni dalla morte, la mostra intende contribuire all'azione di divulgazione e di approfondimento dell'opera del grande artista maceratese, originale protagonista nel panorama dell'arte contemporanea a partire dagli anni Trenta, dapprima come geniale interprete del secondo futurismo, poi come tenace ricercatore della prima ora del linguaggio dell'astrazione, e infine, nella stagione piu' matura, come significativo esponente della neoavanguardia.


comunicato stampa

Opere 1930-1992

Curatori: Paola Ballesi e Nino Ricci

Inaugurazione: Teatro Lauro Rossi, sabato 17 luglio ore 18

Il 17 luglio 2004, alle ore 18, si inaugura la mostra Umberto Peschi. Opere 1930-1992, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Macerata, Pinacoteca e Musei, in collaborazione con l’ Associazione Alberto e Umberto Peschi per le arti visive, la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata e con il patrocinio della Provincia di Macerata e della Regione Marche.
La mostra, a cura di Paola Ballesi e Nino Ricci, il cui comitato scientifico è costituito da Giuseppe Appella, Paola Ballesi Goffredo Binni, Fabrizio D’Amico, Lucio Del Gobbo, Mariagrazia Messina, e il comitato organizzatore da Aimone Cioli, Silvio Craia, Egidio Del Bianco, Lucio Del Gobbo, Giovanni Principi e Nino Ricci, sarà allestita nella chiesa di San Paolo nel periodo 17 luglio-12 ottobre 2004.
L’iniziativa, a dodici anni dalla morte, intende contribuire all’azione di divulgazione e di approfondimento dell’opera del grande artista maceratese Umberto Peschi (1912-1992) , originale protagonista nel panorama dell’arte contemporanea a partire dagli anni Trenta, dapprima come geniale interprete del secondo futurismo, poi come tenace ricercatore della prima ora del linguaggio dell’ astrazione, e infine, nella stagione più matura, come significativo esponente della neoavanguardia che compone la sintassi astratta secondo la intrigante poetica del tarlo, calibrata tra sottili varianti luministiche e articolazioni di moduli corrosi, tra esprit de géometrie e immaginazione.
In circa cento opere dal 1930 al 1992, la maggior parte in legno, il suo materiale d’elezione, più un cospicuo numero di disegni e un corposo corredo fotografico e documentario, la retrospettiva si ripromette di ricostruire fedelmente il percorso della vicenda umana e artistica di Umberto Peschi, lo straordinario “intagliatore dello spazio”, come lo ebbe a definire Depero.

Nato a Macerata il 2 luglio 1912, Umberto Peschi è morto nella sua città natale all’età di 80 anni il 15 novembre 1992. Nel 1930, conseguito il diploma della Regia Scuola di Tirocinio, dimostra da subito talento nella disciplina dell’intaglio del legno frequentando sia gli opifici dei mobilieri locali, dove perfeziona la sua abilità tecnica che successivamente gli tornerà estremamente utile come veicolo espressivo, sia gli studi di artisti, in particolare quello di Giuseppe De Angelis, dando vita alle sue prime produzioni.
Dopo la campagna di Etiopia, tornato nelle Marche, entra a far parte del Gruppo futurista maceratese, denominato Gruppo Boccioni, delle cui molteplici iniziative sarà attivo interprete insieme al fratello Alberto.
Trasferitosi a Roma, nel 1937, si unisce a Sante Monachesi e Bruno Tano, con i quali vive un medesimo impegno culturale e un condiviso progetto esistenziale e di militanza artistica nello studio di via delle Colonnette. L’esordio a Roma presso la casa d’Arte Bragaglia, lo fa entrare in contatto con i vari gruppi futuristi della capitale diventando amico personale di Prampolini, Balla, Depero. Dal 1939 al 1959 è presente a tutte le Quadriennali nazionali di Roma, dalla III alla VII, nel 1940 partecipa inoltre alla XXII edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia , dove espone il notissimo Aeroritratto d’aviatore, un legno a tutto tondo, che lo scenografo Dante Ferretti poi inserì per la sua grande forza simbolica nella scenografia del film Salò o le centoventi giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini.
Quale interprete dell’aeroscultura partecipa nel 1942 anche alla XXIII edizione della Biennale veneziana, con due bassorilievi in legno, Paracadutista e Oasi, che evidenziano la sua eccezionale maestria tecnica coniugata ad una altrettanto potente immaginazione poetica.
Nell’immediato dopoguerra, con l’impulsivo rigetto del linguaggio futurista ha inizio una breve ma intensa stagione, protrattasi fino al ‘47- ‘48, contrassegnata dal recupero del reale secondo stilemi arcaizzanti e martiniani, estremamente scorrevoli e congeniali alle sua manualità.

Stimolato dai fermenti e dai dibattiti che scuotono la compagine artistica internazionale, a partire dall’ultimo scorcio degli anni Quaranta, si inoltra con una ricerca, tanto eclettica quanto mirata, verso il linguaggio visivo dell’astrazione, che articola coniugando le esperienze più varie ma sentite vicine alla sua indole, da Arcipenko, a Pannaggi, da Gargallo a Moore.
In realtà la vicenda astratta di Umberto Peschi, la cui iniziazione avviene ad opera di Prampolini e che si riconnette alla matrice di natura istintiva dei suoi esordi futuristi, prende decisamente l’avvio con la partecipazione, nel 1952, alla 6° Mostra annuale dell’Art Club, presso la galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, che lo inserisce in un contesto internazionale attento e sensibile ai problemi dell’arte astratta, determinando in lui la necessità di un confronto diretto, immediato e costante con la realtà estremamente cangiante delle ricerche europee.
La volontà di apertura verso nuove esperienze lo porta a stringere un lungo sodalizio con Fiamma Vigo, con la quale collabora per oltre un decennio alle più svariate iniziative espositive ed editoriali della Galleria Numero, di cui è titolare ed animatrice, prima nella sede di Firenze , in seguito, nelle sedi successivamente aperte a Roma, Milano, Venezia, ma espone anche a Napoli, Verona, Genova, Bologna, Zurigo, Parigi, Taipei, Malaga, Ostenda, Barcellona, Copenaghen, Duesseldorf, Lienz, Stoccolma, Praga, Tokyo.

Dal 1953 al 1975, la sua intensissima partecipazione alle esposizioni di Numero e la frequentazione con artisti di tendenza prevalentemente astratta rafforzano le motivazioni della sua scelta che trova una potente ed originalissima espressione, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, nella poetica del tarlo, declinato nelle infinite varianti dei pieni e dei voti e delle articolazioni modulari, che predispongono la materia ad accogliere la luce.
A partire dalla sua personale a Vienna, nel 1963, si riscontra nel registro astratto, una decisa svolta verso costruzioni plastiche, improntate a una maggiore razionalità e al rigore geometrico, in cui il modulo diventa struttura. “Le numerose ‘colonne’ – scrive Crispolti – che costruisce negli anni Settanta, se lo evocano negli stessi titoli, dimostrano in realtà come il ‘Tarlo’ sia ormai tecnologicamente sedotto”.
Sintomatici di tale passaggio risultano i disegni, prodotti in grande copia, per la maggior parte a china e acqarellati, che registrano anche i più lievi scarti delle varianti luministiche tradotte nella serialità di raccordi matematici caratterizzanti il linguaggio della nuova stagione.
Se la grande antologica del ’79 tenutasi a Macerata nella chiesa di San Paolo a cura di Elverio Maurizi ha offerto una visione sistematica dell’opera peschiana pregressa, la mostra del ’90, sempre a Macerata, a cura di Enrico Crispolti ha fornito uno spaccato dell’ultima stagione dell’artista che vede un Peschi ‘ludico’, artefice di opere che si sviluppano su grandi formati, per certi versi elusive l’esprit de géometrie dominante nel periodo precedente.
Tra gli altri premi ed onorificenze, nel 1989 è risultato vincitore del Premio Marche e insignito di Medaglia d’oro. Nella sua lunga carriera è rimasto sempre legato alla città natale dove ha vissuto e operato con grande modestia e disponibilità, doti unanimemente riconosciute e che hanno particolarmente contraddistinto e avvalorato la sua figura di uomo, di docente (ha insegnato all’Istituto d’Arte di Macerata dal 1957 al ’75), e di artista.
Le sue opere sono state acquisite da collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale, conterrà tre saggi introduttivi, rispettivamente di Giuseppe Appella, Paola Ballesi e Desdemona Ventroni, la riproduzione di tutte le opere esposte, altre immagini e documenti inediti, il regesto bio-bibliografico aggiornato al 2004 a cura di Paola Ballesi, una testimonianza inedita di Goffredo Binni, amico e mentore, e, a cura di Lucio Del Gobbo, stralci del carteggio e del Diario del legionario, redatto da Umberto Peschi durante la campagna d’Africa.

L’allestimento è affidato all’Arch. Giancarlo De Mattia, responsabile dell’ufficio progetti del Comune di Macerata, che si avvarrà di maestranze locali.
La mostra verrà introdotta il 17 luglio alle ore 18 nella sala del teatro Lauro Rossi da un incontro utile ad illustrare gli aspetti più significativi del clima culturale e dell’opera di Umberto Peschi nell’orizzonte artistico del contemporaneo.
Scheda della mostra

Comitato scientifico: Giuseppe Appella, Paola Ballesi, Fabrizio D’Amico, Lucio
Comitato organizzatore: Aimone Cioli, Silvio Craia, Egidio Del Bianco, Lucio Del Gobbo, Giovanni Principi, Nino Ricci

Orari di Apertura: dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 da martedì a domenica. Chiuso lunedì.
Ingresso: Libero

Organizzazione: Pinacoteca e Musei Civici
Progetto di allestimento: Giancarlo De Mattia, Ufficio Progettazione del Comune di Macerata
Catalogo: Silvana Editoriale, Milano
Curatore del catalogo: Paola Ballesi

Enti Promotori:
Comune di Macerata – Assessorato alla Cultura
Associazione Umberto e Alberto Peschi per le arti visive
Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.

Informazioni:
Pinacoteca Comunale di Macerata tel. 0733/256361 – fax 0733/256354
Assessorato alla Cultura del Comune di Macerata Tel. 0733/256383 – fax 0733/235872

Ufficio Stampa: Michele De Luca, Roma Tel. e fax 06/44237540

Nell'immagine: Ritmi e elementi di mare 1954


Chiesa di San Paolo
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