Gas Gagliardi Art System
Torino
via Cervino, 16
011 19700031 FAX 011 19700032
WEB
Go East!
dal 22/9/2004 al 30/10/2004
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Segnalato da

Gas Art Gallery




 
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22/9/2004

Go East!

Gas Gagliardi Art System, Torino

Mariela Gemisheva, Miha Strukelj, Jelena Vasiljev. Alla luce della realta' politica odierna si potrebbe definire l'area dei Balcani una mera denominazione geografica: i forti paradossi e contrasti nati dalle sue tormentate vicende storiche hanno reso l'insieme dei territori che compongono la penisola balcanica quanto di piu' lontano si puo' pensare da un luogo che, da solo, identifichi popoli e culture. Eppure e' innegabile il fil rouge che unisce queste genti in apparenza divise su tutto: politica, religione, matrici culturali, mentalita'. Un forte senso di fermento, di elaborazione del lutto in senso creativo, di profonda energia traspare come un segnale costante, da nord a sud, pur con toni e colori diversi.


comunicato stampa

Mariela Gemisheva
Miha Å trukelj
Jelena Vasiljev

Alla luce della realtà politica odierna si potrebbe definire l'area dei Balcani una mera denominazione geografica: i forti paradossi e contrasti nati dalle sue tormentate vicende storiche hanno reso l'insieme dei territori che compongono la penisola balcanica quanto di più lontano si può pensare da un luogo che, da solo, identifichi popoli e culture. Eppure è innegabile il fil rouge che unisce queste genti in apparenza divise su tutto: politica, religione, matrici culturali, mentalità. Un forte senso di fermento, di elaborazione del lutto in senso creativo, di profonda energia traspare come un segnale costante, da nord a sud, pur con toni e colori diversi.
Nella stessa espressione artistica si possono immediatamente percepire le differenze tra la Slovenia, ad esempio, ed altri paesi dei Balcani: il 'black humor' adottato da un serbo o da un bosniaco non sarebbe concepito da uno sloveno. Eppure, se vogliamo adottare la teoria che vede nell'artista un 'veggente', i tre artisti qui presenti in mostra - lo sloveno Miha Štrukelj, la serba Jelena Vasiljev e la bulgara Mariela Gemisheva - ci danno il polso di quale sarà l'atteggiamento di questi popoli nel prossimo futuro: lo sguardo criticamente puntato a ovest, una grande consapevolezza e fierezza delle proprie radici, una vigorosa esternazione priva di sovrastrutture. I popoli dei Balcani, che tutto hanno visto, sono pronti a guardare se stessi e gli altri con una lucidità che non possiamo fare a meno di rilevare.

L'artista e fashion designer bulgara Mariela Gemisheva presenta alla Gas Art Gallery la videoinstallazione Fashion Fire, una performance realizzata nel cortile del Fire and Emergency Safety di Sofia.
La sfilata di moda, che inizia come una consueta passerella di modelle, assume via via una nuova connotazione: le indossatrici, con la stessa compostezza con cui hanno sfilato, tradendo appena un accenno di ironica cattiveria, si svelano dei propri abiti per gettarli nel fuoco.
Con questo gesto catartico l'artista focalizza la sua attenzione - e il riferimento è evidente nel sottotitolo del video The nice thing of one decent beauty queen (Il bel gesto di una reginetta di bellezza per bene) - sulla liberalizzazione della Moda dai canoni e dalle regole non scritte che da sempre ne regolano i meccanismi.
Il vestito, nelle intenzioni dell'artista, è solo un presupposto, un codice che deve riuscire a esprimere la personalità individuale, un giusto compromesso tra libertà espressiva e convenzioni sociali: nel momento in cui disattende queste premesse, esso viene privato della sua funzione.
Nella serie di autoritratti Out of Myself l'artista propone essa stessa come soggetto d'arte: non senza un'ironica presa di coscienza delle proprie capacità di trasformismo diventa il testimone delle infinite possibilità che la Moda, intesa nuovamente come reale potenzialità espressiva libera da norme, convenzioni e regole imposte dalla società, concede all'individuo.

Miha Å trukelj presenta una selezione di dipinti, olio su tela, che interpretano le implicazioni tecnologiche del mondo contemporaneo.
I primi lavori, datati 1997 (Selfportrait I e II), sono sorprendenti 'autoritratti' del cranio dell'artista ripreso da una lastra radiografica. Attraverso la sua pittura Å trukelj evidenzia come il corpo e la mente di ogni individuo siano costantemente scansiti, trasformati in immagini, mappati e perfino manipolati.
Tra il 1998 e il 2002 realizza dipinti dai cromatismi alterati, le cui ispirazioni spaziano da fonti ecografiche a realtà impresse da sistemi radar o inserite in percorsi ossessivi di videogiochi (Ultrasound, Portrait I, Virtual Cockpit I).
Gli ultimi lavori del 2003 e 2004 (Chernobyl Infinity e The City 5) sottolineano la funzione anestetizzante e persino estetica delle immagini contemporanee mediate dalla e per la comunicazione di massa, e utilizzate per controllare e gestire la realtà, anche nel tentativo di nasconderne la dimensione traumatica.
I soggetti delle opere di Štrukelj, infatti, sono immagini tratte dai media, dal web, dai videogames, trattate, tuttavia, con la gestualità e la lentezza della tradizionale tecnica dell'olio su tela.
Attraverso la bidimensionalità della pittura, Štrukelj fissa le immagini 'in movimento' della tecnologia e proietta il fruitore in una dimensione alternativa, a metà tra realtà e finzione.
Radar, monitors, videoschermi colgono la realtà attraverso l'occhio della tecnologia; la pittura di Štrukelj propone una presa di coscienza del ruolo ingannatore e estetizzante della visione scientifica, in tutte le sue accezioni mediatiche.

Jelena Vasiljev presenta un'installazione che prevede circa 60 lupi in gesso, traendo ispirazione da una poesia del poeta serbo Matija Bećković.
Il lupo, metafora per eccellenza di una violenza inquieta, di un'avidità ferina, diventa, nella moltiplicazione del branco, simbolo dell'individuo annullato dalla collettività, condizione che, invece di assumere i caratteri della salvezza, accomuna tutti in un unico destino crudele e incontrollato di attesa.
L'artista presenta ossessivamente il lupo anche con altri media (disegno, video, fotografia, parola) fino a renderlo motivo insistente di riflessione, espressione artistico - narrativa che racconta, in modo sempre nuovo, il dramma e la poesia di una sorte segnata più dalla natura, che da una libera scelta. Eppure, proprio per contrasto, l'artista sembra voler suggerire e voler credere che sarà ancora l'essere umano, a differenza del lupo, suo lato oscuro, a scegliere la propria esistenza, e non il contrario.

inaugurazione: giovedì 23 settembre 2004 ore 18.30 – 21.00

Ma-Sa: ore 15.00 – 20.00

24 settembre – 30 ottobre 2004

GAS Art Gallery, Torino
Corso Vittorio Emanuele II, 90

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