Davide Coltro
Giuliana Cuneaz
Richi Ferrero
Stefania Fersini
Piero Fogliati
Glaser
Kunz
Fabio Viale
Un doppio progetto espositivo: la personale Reflection di Fersini e la mostra collettiva con installazioni di Davide Coltro, Giuliana Cuneaz, Richi Ferrero, Piero Fogliati, Glaser/Kunz e Fabio Viale.
La galleria d’arte contemporanea Gagliardi e Domke dopo la mostra dell’artista spagnolo
Rómulo Celdrán, prosegue la sua attività con un doppio progetto espositivo: la personale
Reflection di Stefania Fersini e la mostra collettiva Illusion, con installazioni di Davide
Coltro, Giuliana Cunéaz, Richi Ferrero, Piero Fogliati, Glaser/Kunz e Fabio Viale.
Si avvia così un format espositivo, che vede l’organizzazione di una mostra personale e
contestualmente di una collettiva tematica, strettamente connessa al concept espositivo
della personale, che vedrà la partecipazione di artisti legati alla galleria, con opere anche
inedite. Periodicamente saranno organizzati dei focus dedicati ai singoli artisti presenti
nella collettiva, con testi critici monografici a firma del critico d’arte Lorenzo Madaro.
Stefania Fersini. “Reflection”
“C’è un filone specifico della ricerca in cui l’arte riflette su se stessa, sulle proprie identità
statutarie, dando avvio a progetti in cui l’autore-artista e il pubblico-spettatore possono
interagire con essa, creando un dialogo che ha anzitutto aspirazioni dialettiche.
Negli anni scorsi ha dipinto a lungo – quasi come un’ossessione – corpi longilinei in un
perpetuo ricorso al glamour. Le pagine delle riviste erano state però preventivamente
accartocciate, magari cestinate, poi recuperate e successivamente riprodotte attraverso un
processo pittorico scrupoloso. In alcuni casi specifici il dipinto è stato successivamente
fotografato e la fotografia è stata esposta accanto all’opera pittorica delle medesime
dimensioni. Quindi un incrocio di linguaggi, un dialogo costante tra due medium differenti.
Il risultato di quest’operazione con propositi speculativi è legato a una serie di dittici in cui i
due profili iperrealisti si confondono e il pubblico non riconosce più qual è la fotografia e
quale la sua matrice dipinta. Provenendo dal mondo del design, Stefani Fersini ha poi
deciso di dedicarsi con costanza alla pittura, reiventando irrimediabilmente la sua identità
creativa. Oggi con Abscence approda a un risultato che tiene conto non solo dell’opera ma
anche del suo contesto, dando così vita a una serie di installazioni site-specific in luoghi
dall’alto tasso simbolico e non solo, com’è stato in tempi recenti con la casa torinese
dell’architetto, designer e fotografo italiano Carlo Mollino (Torino, 1905-1973).
Nel progetto concepito per il primo piano della galleria Gagliardi e Domke, Stefania Fersini
anzitutto si è limitata a occupare lo spazio di archeologia industriale con un solo lavoro,
lasciando libero il resto dell’ambiente; elaborando così, intenzionalmente, un vuoto che ha
deciso di riempire parzialmente con un grande dipinto su tela che raffigura uno specchio al
cui interno si riflette ciò che è di fronte – le travi e le pareti ruvide dell’ambiente espositivo,
mentre al suo interno custodisce il profilo di una tela bianca –, ma chiaramente non lo
spettatore che si accingerà a scrutare l’opera.
La tela bianca ritratta all’interno di quest’ideale specchio-schermo è chiaramente un’icona,
la tela d’altronde è metafora riconosciuta del grado zero della rappresentazione, punto di
partenza e approdo di speculazioni teoriche; punto cardinale di una serie d’indagini che
hanno riguardato – e rivoluzionato – anche la storia dell’arte contemporanea. La tela
cromo-fobica interroga Stefania Fersini e noi spettatori, ponendosi al centro di un nuovo
corso per la sua pittura. Convinta assertrice della tesi per cui oggi in arte non ci si può più
spingere oltre determinate soglie, poiché a suo parere tutto è stato già concepito e
teorizzato, tenta di tornare alle radici primarie del fare, adottando la metafora della tela
bianca. Rimane pertanto la necessità di interrogarsi, di mettere in mostra un’icona dall’alto
tasso simbolico, com’è stato – con diverse declinazioni e teorie – per una parte dell’arte
concettuale dell’ultimo mezzo secolo”.
“Illusion”
“L’illusione anche è una pratica di conoscenza verso ciò che è attorno a noi, talvolta una
distorsione rispetto a un sapere e a una percezione condivisa dai più e forse proprio per
questo più intensa e decisiva. Spesso è veicolo di sogni e di disperate volontà, altre volte di
immaginazione estrema, che consente all’uomo e poi all’artista di estrapolare frammenti su
cui lavorare e in cui applicare progettualità partecipate. Assai complessa è la letteratura su
questo tema a maglie larghe, che ha prodotto riflessioni e vere e proprie modalità di
approccio all’esistenza: se per Gustave Flaubert "La prima qualità dell’arte è l’illusione",
Albert Einstein ha sostenuto che "La realtà è una semplice illusione, sebbene molto
persistente". Sono in ballo, dunque, l’arte e la vita, in un approccio intrecciato che rievoca
il sapore dell’esistenza e della costruzione di mondi possibili, di tracce ipotetiche che solo
l’arte ci può rievocare. Nella selezione concepita dalla galleria Gagliardi e Domke per
Illusion, sei artisti vivono lo spazio della galleria, si confrontano con l’architettura post-
industriale e tentano un approccio installativo che tiene anche conto degli accordi e delle
dissonanze tra vari generi, anche se si rintraccia una predilezione per quelli della
multimedialità.
L’arte, sin dalle sue prime espressioni manifeste, ha sempre intercettato
brandelli di realtà, talvolta l’ha inseguita e intrappolata con il mimetismo dei graffiti prima e
della pittura poi. Basti pensare al tòpos dell’uva dipinta dal più grande pittore greco
dell’antichità, Zeusi, ampiamente citato dalle fonti storiografica per le sue eccellenti qualità
tecniche, tanto che dipinse acini d’uva talmente realistici da attirare le attenzioni di un
drappello di uccelli affamati. L’illusione della realtà è pertanto uno degli aspetti che
segnano il percorso di conoscenza della percezione dell’uomo”.
Gagliardi e Domke. La galleria
Gagliardi Art System, nasce a Torino nel 2003 su iniziativa di Pietro Gagliardi. Nel gennaio
2011 GAS rafforza la sua sfida attuando un cambio di sede per offrire sempre più spazio a
lavori di grande formato o di natura installativa. Si trasferisce in via Cervino negli spazi ex
Sicme, dove sorgevano le acciaierie di proprietà della Fiat, area industriale oggi al centro di
un ampio progetto di riqualificazione urbana che trova conferma anche dall’insediamento
nelle vicinanze del MEF, Museo Ettore Fico. Nel 2015 Christian Domke affianca Pietro
Gagliardi nella direzione; nasce così Gagliardi e Domke, che prosegue nell’attività di
ricerca e sostegno degli artisti e nella promozione della collezione della galleria.
testi critici di Lorenzo Madaro
Inaugurazione 5 novembre 18
Gagliardi art system srl
via Cervino 16 Torino
dal martedì al sabato, 15.30 -19.30
giovedì e venerdì 5 e 6 novembre: 8.30 -12.30 / 15.30 – 22; sabato 7 novembre: 8.30 – 24; domenica 8 novembre: 8.30 -12.30 / 15.30 – 22.
ingresso libero