Una selezione di opere del ciclo Cattivita', ritratti fotografici scattati all'interno del carcere di Rebibbia a Roma dal 1998 al 2003. Oltre alle fotografie in bianco e nero, saranno esposte, per la prima volta, le piu' recenti fotografie a colori, realizzate nel reparto femminile del carcere romano.
CattivitÃ
Lo Studio Stefania Miscetti presenta una selezione di opere del ciclo Cattività di Marco Delogu, ritratti fotografici scattati all¹interno del carcere di Rebibbia a Roma dal 1998 al 2003. Oltre alle fotografie in bianco e nero, saranno esposte, per la prima volta, le più recenti fotografie a colori, realizzate nel reparto femminile del carcere romano.
Marco Delogu è nato nel 1960 a Roma, dove vive e lavora.
La ricerca di Delogu si concentra su gruppi di persone con esperienze e linguaggi comuni.
I soggetti sono tutti legati all¹esperienza personale dell¹artista. Così i ritratti dei cardinali (esposti in occasione della mostra Cardinali a Palazzo delle Esposizioni nel 2001) derivano la loro ispirazione dallo zio arcivescovo, isolato all¹interno di una famiglia che ha abbandonato la militanza cattolica per quella comunista); i fantini dalla passione-ossessione familiare per le corse (presentati nell'ambito di I trenta assassini, Palazzo Pubblico di Siena, 2000) i contadini pontini trovano radici nei racconti sul nonno agricoltore sardo e dai lunghi studi del padre medico sulla malaria (esposti nell¹ambito di Testa-tera, Studio Mezzaluna, Roma, 1994) e i ritratti di compositori di musica contemporanea dall¹unicità di un linguaggio di difficile comprensione per molti (Portraits de compositeurs, Centre Georges Pompidou a Parigi, nel 1996 e a Villa Medici, Accademia di Francia a Roma, nel 1997).
In Cattività Delogu parte dall¹ossessione della generazione degli anni ¹70 che aveva spesso conosciuto il carcere per motivi politici. I codici della vita carceraria si mischiano con le diverse personalità dei detenuti.
L¹intero ciclo di Cattività è raccolto in un libro pubblicato da Bruno Mondadori che uscirà in concomitanza con la mostra, con scritti di Edoardo Albinati.
Marco mi ha mostrato le fotografie scattate in carcere. Almeno la metà dei detenuti ritratti li conosco bene: nelle foto di M. appaiono quasi tutti più anziani di quel che sono al naturale o di come li vedono ogni giorno i miei occhi. Eppure, forse, la macchina ha catturato qualche cosa di realmente fedele al significato della loro esistenza, fedele proprio perchè distaccato, neutro, argenteo, e che la rappresenta meglio di quanto faccia il mio contatto quotidiano. Il calore, i movimenti, la vitalità immediata ingannano - producendo una distorsione illusoria simile a quella per cui taluni sono indotti a credere che il carcere sia un luogo di sentimenti forti, sani e veri (niente di più falso). Chi sono, in definitiva, questi personaggi dai capelli grigi rasati a due millimetri da cranio? Dal volto allucinato e fermo, tagliato in nero dalle occhiaia? Sono spiriti piuttosto che uomini, fatasmi di mezza età , mezzi uomini o spettri troppo umani, in tute da jogging, allenati per ottenere il nulla, sepolti prematuri, vecchi senza decoro di vecchiaia. Sembrano nelle foto ciò che sicuramente saranno. Dunque è giusto che appaiano tali fin da ora.
Ecco perchè queste foto mi paiono distanti dai soggetti originali eppure mi turbano tanto per la loro sinistra appartenenza ad essi: sono premonizioni, profezie. Edoardo Albinati
inaugurazione: giovedì 7 ottobre 2004 ore 18.30
chiusura: sabato 6 novembre 2004
orario: dal martedì al sabato ore 16 … 20
Nella foto uno scatto del fotografo.
Marco Delogu
Marco Delogu è nato a Roma nel 1960 dove vive e lavora
Studio Stefania Miscetti
Via delle Mantellate 14