La galleria inaugura la nuova sede espositiva con la mostra dedicata al gruppo che intende indagare il rapporto, fondamentale sia per l'arte sia per la vita stessa dell'uomo, tra naturale e artificiale. Tale antinomia racchiude un nucleo concettuale particolarmente significativo per i sette artisti di Cracking Art.
Inaugurazione sabato 23 ottobre dalle ore 18.00
La Galleria L’Elefante inaugura la nuova sede espositiva con una mostra dedicata al movimento Cracking Art.
Cracking Art nasce il 30 maggio 1993 con la firma del manifesto ufficiale del movimento. Immediatamente evidente sin dal primo dei dieci punti di cui si compone lo scritto, è l’urgenza di dare un significato nuovo alla storia, così come alla materia e all’operazione artistica. In questo senso Cracking Art intende indagare il rapporto, fondamentale sia per l’arte sia per la vita stessa dell’uomo, tra naturale e artificiale. Tale antinomia racchiude un nucleo concettuale particolarmente significativo per i sette artisti di Cracking Art (Omar Ronda, fondatore e ideologo del gruppo, William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti e Kicco) in quanto il “nichilismo senza ritorno†che caratterizza l’arte di fine millennio può essere superato proprio a partire dalla riflessione su questa coppia di opposti, riformulando la necessità di giudizio che l’uomo ha sempre manifestato nei confronti della materia, e indagando le possibilità generative di una sostanza primordiale quanto moderna, il petrolio, da cui la contemporaneità ha tratto la plastica.
Si dice infatti nel manifesto che “PETROLIO/PLASTICA è depositario dell’essenza stessa della storia: nel totale organico che confluisce come humus e come linfa convive tutto ciò che si è manifestato in forme viventi e di vissuto. Nella sostanza PETROLIO esiste per conseguenza non solo la soluzione dell’energia vitale, ma anche l’essere stesso di questa energia (l’agire secondo un progetto, ossia la cultura). Nel PETROLIO, per paradosso, vi è dunque tanto l’antropomorfo quanto il genio abitatore di ogni tempoâ€. La parola “cracking†del resto allude al processo tecnologico di trasformazione del petrolio in materia sintetica, ed ecco allora che il petrolio viene ad identificarsi con la vita stessa, e la plastica cessa di essere materia inerte. Ma non solo: si parlava di quella irrinunciabile tendenza al giudizio “etico†sui materiali: per Cracking Art, fatte queste premesse, non è più la plastica ad essere cattiva, quanto l’uso che l’uomo stesso ne fa.
Ecco quindi da quale snodo concettuale nascono i lavori e gli interventi che Cracking Art concepisce in ambito sociale e ambientale. Gli artisti si muovono lungo queste direttrici attraverso esperienze di gruppo (installazioni e performances) e opere individuali, del resto tanto é importante il comune riferimento ai medesimi principi generali, quanto lo è la pluralità delle esperienze in cui tali principi si manifestano.
Come Graffittismo, Pop Art, Land Art e Arte Povera (che si identificano come importanti precedenti) anche Cracking Art, per il suo carattere critico nei confronti del mondo, dell’uomo e della società , e per la sua proposta di un nuovo universo creativo a partire dall’impiego e dalla revisione del giudizio su uno dei prodotti più diffusi della nostra contemporaneità –la plastica per l’appunto- è uno dei movimenti più radicali nel panorama internazionale.
Elena Forin
Orario: dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30
Catalogo in galleria
GALLERIA L'ELEFANTE, via Roggia 52, 31100 Treviso