La mostra nasce della collaborazione di Luigi Voltolina e Diego Landi e propone circa trenta opere che sono il 'risultato' della convivenza di linguaggi (quelli della pittura e della fotografia) e delle intenzioni dei due artisti. Il progetto espositivo prevede anche una sezione video che evidenzia passaggi e contaminazioni tra le due diverse espressivita'
Luigi Voltolina e Diego Landi
Realizzata in collaborazione con l'Associazione la Nuova Fabbrica dell'Arte e
con il sostegno del SOS Handicap Bambini Invisibili onlus, l'esposizione curata
dalla dott.ssa Mirna Segato, verrà presenta dal giornalista critico d'arte dott.
Ivo Prandin, alla presenza delle autorità comunali, regionali e della provincia.
Durante l'evento inaugurale di sabato 6 novembre è previsto un intervento live
jazz da parte del performer Massimo Donà . E' stato realizzato In occasione
della mostra, il catalogo Terza immagine in tiratura limitata, comprendente due
opere fotografiche con intervento serigrafico numerate e firmate, il cui
ricavato sarà interamente devoluto all'Associazione onlus SOS Handicap Bambini
Invisibili.
La mostra, risultato della collaborazione dei due artisti Luigi Voltolina e
Diego Landi, espone circa trenta opere che sono il 'risultato' della convivenza
di linguaggi (quelli della pittura e della fotografia) e delle intenzioni dei
due artisti. Un "duetto d'immagini", come è stato definito dal giornalista
critico Ivo Prandin, quello di Voltolina e Landi, costituito dalla compresenza
di elementi 'extraiconici' e la loro interazione durante il processo di
manipolazione, la cui 'risultante' si propone come una rinnovata esperienza
visiva.
Il progetto espositivo prevede inoltre una sezione video che accompagna la
mostra. Un percorso parallelo che, evidenziando passaggi e contaminazioni tra le
due diverse espressività , promuove un approccio visuale alternativo, un link tra esperienza creativa ed esperienza percettiva.
Duetto d'immagini
di Ivo Prandin
Pennellate di colori neutri guizzano come scariche elettriche su fotografie in
bianco e nero di musicisti in concerto; ancora altre pennellate lasciano dense
tracce di colori accesi sui volti e sugli strumenti: è una invasione e la liscia
superficie di grandi fotocolor viene intaccata e cancellata in più parti come un
organismo aggredito da una nube di virus o da muffe abrasive.
La lotta che avviene fra le immagini appena uscite dal computer (ma con
nostalgia pensiamo alla camera oscura) e l'intrusione di scariche di colore
finisce quando il pittore Luigi VoItolina depone il pennello.
A quel punto c'è qualcosa di nuovo, una "terza immagine" rispetto a quella
originale di Diego Landi e a quella di forte impianto grafico del pittore: una
fusione tra due linguaggi dell'arte visuale e dunque un' altra cosa. E se
qualche particolare va distrutto nell' immagine "di base", qualcosa dalla stessa
nasce e vive autonomamente.
Le tracce di acrilico - ma anche di pastelli a olio, di diluente e collage - si
sovrappongono a "figure" già formate, complete, e sembrano volerle sopraffare:
in realtà , il pittore tratta con rispetto - e anche qualcosa di più, con timore
- l'opera dell' amico fotografo. Tutto, della loro collaborazione, nasce da una
serie di "ritratti" di musicisti che Landi ha realizzato dal vivo: la musica, il
jazz, appassiona anche Voltolina che, suggestionato dal suono, e per così dire
sfidato dalla musica, tenta di trasformarla in linee lampeggianti, a volte lievi
come la tracce di una lumaca, a volte graffianti. Onde sonore cristallizzate,
sbuffi eterei, luci filanti: il repertorio tecnico viene profuso senza risparmio
o pentimenti.
Nell'esecuzione dei suoi interventi, Voltolina sembra ascoltare una colonna
sonora alla quale reagisce improvvisando, con i pennelli, le sue personali
variazioni. E, contro la forza del proprio istinto, si sforza di trovare un
accordo, una sintonia. Con umiltà , certamente, ma anche con scaltrezza di chi è
curioso di ciò che sta oltre. All'atto pratico, i musicisti fotografati - da
Steve Lacy a Enrico Rava, da Max Urbani a Massimo Donà - sono la partitura e le
forme dipinte sono la visualizzazione di un ritmo, di un turbinio di suoni,
tracce sismiche di una forte emozione. Scariche elettrostatiche, vortici, nuvole
chiare di una tempesta poetica: l'operazione estetica, la doppia creazione che
converge su un tema unico é si risolve in un' unica opera, è piaciuta ai due
autori che hanno deciso di portarla fuori dai propri studi e offrida al
pubblico.
L'incontro fra i due non avviene soltanto a livello estetico, ma più
fisicamente: nel contatto fisico tra pittura e fotografia avvengono scambi
molecolare incontri chimici: il feeling, come avviene tra due musicisti o fra
due attori, "è basato su cellule e feronomi", è stato scritto, e "si trasmette,
come una reazione chimica, al pubblico in sala". Sembra scritta per loro due.
All'inizio del progetto i due artisti erano consapevoli di un rischio: quel
fondere i loro lavori poteva significare alienarsi, rinunciare all' originalitÃ
della propria opera. Ma il risultato li ha convinti che l'idea della "fusion"
era buona e che ciascuno si sarebbe arricchito dell' esperienza dell' altro.
Perché, in effetti, due realtà sovrapposte si sono fuse in una sola immagine,
come un accordo vocale, come un duetto: è questo che vale, l'aver trasfigurato
qualcosa in altro da sé, in un suono dai molti echi.
Se la fotografia di Landi fissa un istante di tempo, un battito di cuore in un
foglio di carta sensibile, uguale per sempre, la pittura del turbinoso Voltolina
l'ha scavata e liberato il respiro dal suo blocco di ambra che lo avrebbe
trattenuto in animazione sospesa per l'eternità . I pennelli hanno scagliato i
loro lampi opachi sulle due gradazioni di colore, il grigio e l'arcobaleno,
producendo dinamismo, creando sull'immagine originaria nuovi percorsi per lo
sguardo. Come una scrittura stenografica, veloce, espressionistica, la
"sovrapposizione semantica" testimonia la vitalità di una ricerca. E quella che
abbiamo prima definito una lotta fra linguaggi, possiamo ipotizzare che sia
conclusa, e il vincitore è uno solo: l'arte, l'opera d'arte.
Luigi Voltolina
Si forma giovanissimo in ambiente artistico veneziano presso l'Istituto d'Arte
dei Carmini, dove frequenta e conosce maestri storici e l'arte del vetro. Le
sue, prime mostre risalgono al 1963; nel '74 è invitato alla X Esposizione
Internazionale d'Arte Quadriennale di Roma. Numerosissime le personali in
Italia, e varie le sue esperienze all'estero fra cui le più significative:
Madrid, Klagenfurt, Lussemburgo, Ginevra, Londra, Parigi, Amsterdam, Nancy, New
York dove tuttora mantiene i contatti con diverse gallerie. La sua continua
ricerca e innovazione stilistica sono da sempre tese verso un'altrettanto
poliedrica apertura di forme espressive in diversi campi che spaziano dalla
grafica, alla scultura al mosaico, ma anche a contaminazioni in ambito musicale
e dello spettacolo.
È in corso l'opera monografica che comprende la trattazione antologica completa
dell'artista dal 1958 e l'archiviazione dell'opera dal 1963 ad oggi.
Luigi Voltolina vive e lavora a Mestre e a New York.
web http://www.luigivoltolina.it
Diego Landi
E' nato a Marghera, dove ancora oggi risiede.
Coltiva la fotografia sin da ragazzo, approfondendo la propria esperienza in
questo campo dal '79, anno in cui una manifestazione fotografica (VENEZIA 79)
gli trasmette l'entusiasmo per impegnarsi maggiormente in questa arte. Dopo
l'esperienza come fotografo di scena per la Compagnia di danza "IL CORPO E LA
MENTE" di Luciana De Fanti e Ulderico Manani, continua la propria
sperimentazione fotografica nel campo della musica, del teatro, della danza,
della pittura e della scultura.
Sue foto sono state pubblicate su libri, riviste, manifesti, cd musicali etc....
Ha esposto un po' dappertutto in Europa soprattutto in Italia.
Descrive le sue foto: ".sono foto da ascoltare con il cuore, vivamente
sconsigliate a coloro i quali ricercano il tecnicismo e non l'emozione".
Orario: dal martedì al venerdì 17 - 20; sabato e domenica 10 - 12/ 17 - 20
lunedì chiuso - Ingresso libero
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7, Venezia-Mestre