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Forme originarie
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13/12/2004

Forme originarie

Galleria Galica, Milano

Tony Cragg, Urs Luthi, Giuseppe Penone, Christine Streuli. Il progetto espositivo prende spunto dal libro di Karl Blossfeldt 'Unformen der Kunst' (Forme originarie dell'arte) del 1928, dove le fotografie botaniche di Blossfeldt mostravano dettagli grafici e geometrie delle piante fino ad allora invisibili. Il progetto espositivo intende ripercorrere, in chiave contemporanea, la fondamentale esperienza estetica del '900 che mette in relazione (visibile) le 'originarie forme naturali dell’arte'. A cura di Giovanni Iovane


comunicato stampa

Tony Cragg, Urs Luthi, Giuseppe Penone, Christine Streuli

A cura di Giovanni Iovane

Il progetto espositivo prende spunto da un libro di Karl Blossfeldt, Unformen der Kunst, (Forme originarie dell’arte) 1928.
Questa pubblicazione consentiva un primo sguardo su un lavoro fotografico che si sarebbe rivelato monumentale.
Le fotografie botaniche di Blossfeldt mostravano dettagli grafici e geometrie delle piante fino ad allora invisibili. Il mondo delle forme botaniche veniva, per la prima volta, associato alle forme artistiche e tale “associazione oggettiva” si fondava essenzialmente sul processo di “messa a fuoco” di trame invisibili alla semplice osservazione.
Il progetto espositivo intende ripercorrere, in chiave contemporanea, questa fondamentale esperienza estetica del ‘900 che mette in relazione (visibile) le “originarie forme naturali dell’arte”.
Calibrato per gli spazi espositivi di una galleria privata, “Forme originarie” mira a presentare un dialogo di opere (al posto ovviamente di serie tematiche).
Le sculture della serie “Early Forms” di Tony Cragg si presentano come strutture che configurano stati e forme invisibili alla pura percezione ottica; raffigurano volumi di passaggio da una condizione all’altra.
“Struttura del tempo” di Giuseppe Penone è un mirabile esempio di come la natura dell’arte possa rivelare le forme concrete del tempo in senso spaziale.
Il grande dittico “Trash&Roses” di Urs Lüthi è, di contro, una brillante analisi, attraverso frammenti o clichès del nostro quotidiano, della natura artificiosa dell’immagine sociale e culturale della realtà (si pensi alla serie “Placebos & Surrogates” esposta nel padiglione Svizzero in occasione della XLIX Biennale di Venezia del 2001).
I quadri di Christine Streuli, infine, sono essenzialmente tavole naturalistiche. Come per Paul Klee, le sue idee pittoriche raffigurano la natura possibile “nella liberazione di puri rapporti figurativi”.

Inaugurazione: 14 dicembre 2004 ore 18.30 - 20.30

Orario: da martedì a sabato dalle 15:00 alle 19:00 o su appuntamento

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