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Superuovo
dal 18/11/2004 al 20/11/2004
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18/11/2004

Superuovo

Diverse sedi, Milano

Episodio italiano. Un'edizione speciale di 'Uovo performing arts festival' curata da Umberto Angelini e dedicata alla performativita' italiana, ai gruppi e agli artisti che prediligono lo sconfinamento tra le arti: Motus, Habille d'eau, Kinkaleri, MK, Rebecca Murgi, Agar. Nuovi formati di rappresentazione; in orari insoliti, alla Bicocca Ansaldo in viale Sarca 366 e al Teatro Blu via Cagliero 26.


comunicato stampa

episodio italiano
Milano, 18-20 novembre 2004
Bicocca Ansaldo - Teatro Blu

“Superuovo_episodio italiano” è un accadimento, un episodio appunto, del progetto UOVO che indaga le possibilità della scena contemporanea.

Un’edizione speciale di “UOVO performing arts festival” curata da Umberto Angelini e dedicata alla performatività italiana, ai gruppi e agli artisti che prediligono lo sconfinamento tra le arti: Motus, Habille d’eau, Kinkaleri, MK, Rebecca Murgi, Agar.

Abbiamo scelto la prima “generazione italiana di artisti europei”. Artisti cioè abitualmente prodotti e ospitati all’estero da prestigiose Istituzioni come Centre Pompidou, Théâtre National de Bretagne, Tanzquartier Wien, Scene Salzburg, KunstenFESTIVALdesArts eppure con serie difficoltà ad essere rappresentati nei cartelloni italiani.

Artisti che riflettono e indagano sulla contemporaneità, sull’idea di un corpo nomade e indisciplinare, sul superamento di generi e discipline prediligendo luoghi non convenzionali di rappresentazione.

“Superuovo_episodio italiano” lavora su nuovi formati di rappresentazione; in orari insoliti per il pubblico; in un luogo (Bicocca Ansaldo) “altro” dalla sua destinazione passata e futura e in uno spazio teatrale (Teatro Blu) che ospita uno spettacolo nato all’ex-Italsider cioè in e per uno spazio non teatrale.

Superuovo_episodio italiano è un progetto med ideato per “CreaMi - Milano accoglie i giovani creativi”, evento promosso dall’Assessorato Sport e Giovani del Comune di Milano e dal Club Santa Chiara in occasione di Futurshow 3004 e del XV Forum IETM.
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Calendario

18 novembre 2004
Spazio Bicocca Ansaldo 16

ore 13,00
H A B I L L É D' E A U
R e f e t t o r i o
Atto unico sull’obbedienza

Ore 19,00
REBECCA MURGI
fuzzy time

Teatro Blu
ore 21,00
MOTUS
Come un cane senza padrone

19 novembre 2004
Spazio Bicocca Ansaldo 16

ore 18,00
MK
Bird Watching

Ore 19,00
KINKALERI
I Cenci/Spettacolo

ore 20,30
MK
Bird Watching

Teatro Blu
ore 21,00 e ore 23,00
MOTUS
Come un cane senza padrone

20 novembre 2004
Spazio Bicocca Ansaldo 16

Dalle ore 13,00 alle 15
AGAR
Monocore

Orario e luogo da definire
Incontro con Paolo Ruffini
Critico e autore del libro “Resti di scena – materiali oltre lo spettacolo”

ore 21,00
KINKALERI
I Cenci/Spettacolo
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Artisti

H A B I L L É D' E A U
R e f e t t o r i o
Atto unico sull’obbedienza
liberamente ispirato a Womina-Nite di Masaki Iwana
Progetto e regia Silvia Rampelli
con Alessandra Cristiani Andreana Notaro Elisabetta di Terlizzi Silvia Rampelli

L a p i è c e
Womina-Nite - in forma di donna - è la prima parte di una trilogia scritta da Masaki Iwana in omaggio al padre riconosciuto della danza buto Tatsumi Hijikata. Opera corale di inusuale atmosfera, espone un femminile insano, sgargiante e logoro.
..Un'appesa, nessuno la conosce. Una vecchia prostituta, pare che sia Karayuki-san “Lasciatemi dire che persino io ho un cuore tenero”, è brava a cantare. Una ragazza distesa, dimostra 15 anni appena. Kasumi-san, poco più che una macchia sul muro e due cicatrici di rasoio ai lati della gola. Ultima, un'eccentrica, tiene un pesce tra i denti…
Nello spazio vuoto quattro donne male illuminate. Abiti da censura. Il terremoto.
Mitsu no utta desu... E’ l’estate 1919.
A Tokyo.

N o t e
Pochi accadimenti per una lenta combustione finale. Letteralità e rifiuto di narrare logorano il taciturno patto della messa in scena. Qui si manifesta un'etica della danza, più che un'estetica. E' il luogo di un'esposizione, di un'offerta. Come in un originario rito sacrificale l'applicazione a un compito, il minimo dell'azione, rivelano l'abbaglio dell'artificio, la potenza di ciò che sottende.

Habille d’eau
Refettorio, “Generazione Scenario 2003”; “Premio per la specificità e l’originalità del linguaggio e delle tecniche corporee” all’edizione 2004 dell’International Teatarfest di Sarajevo, in occasione del quale riceve il supporto dell’Associazione Giovani Artisti Italiani, vincendo la selezione “Movin’ Up 2004”.
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REBECCA MURGI
Fuzzy time
Coreografie Rebecca Murgi
con kaja janjic, loreta juodkaitè, francesco manenti, bojana misic, vita osojnik, giovanni scarcella, davide sportelli, ilkem ulugun

Fuzzy Time", tempo di incertezza, indeterminato, confuso, di imprevedibile futuro. L’età della mutevolezza, delle arditezze improvvise e delle reticenze repentine, quando ragazzi e ragazze risultano sfuggevoli, vaghi, metamorfici, in cerca d’identità.
"Fuzzy Time" esplora il mondo acerbo, il divenire di una giovane umanità mentre prende forma e posizione, tra contorni sfumati, travestimenti. Ritratti filtrati dalla griglia di un questionario che chiede di "inventarsi" un io nel futuro, desiderabile o temuto, su cosa si fa nel tempo libero, le paure, le speranze...Tutto fa o diventa danza, spinta dall’interno come pulsione primaverile, ormonale e prepotente, ma poi più confusa quando germoglia all’esterno, tangenziale, ondivaga, incerta tra riferimenti da avere e magari poi rifiutare. Voglia di protezione e ribellione insieme.
"Fuzzy Time" li pressa da vicino questi giovani d’oggi, li insegue con la telecamera, come in una sorta di parallelo Grande Fratello danzante. Sbircia nell’intimo delle stanzette di adolescenti, li spia mentre si pettinano, guardano la tv, si mettono parrucche bionde per cambiare personalità.
Rosella Battisti
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MOTUS
Come un cane senza padrone
ideato e diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con: Dany Greggio e Franck Provvedi
narratrice: Emanuela Villagrossi

Negli appunti da 58 a 62 di Petrolio, la “manifestazione” di Carmelo all’ing. Carlo dell’ENI, scatena lo stesso stordimento emotivo che l’avvento dell’Ospite provoca nella famiglia di Teorema: la fascinazione per le immagini evocate e la crudezza matematico/descrittiva del testo ci ha indotto al tentativo di farne un "film di letteratura", un film raccontato a viva voce da una narratrice “sadiana” come Emanuela Villagrossi. La sua voce, accompagnata da un concerto fisico/acustico degli altri due interpreti maschili, guida il crescendo di questa relazione rivelatoria fra vittima e carnefice, dove Carlo segue Carmelo - “come una cane, anzi come una cagna - al centro di quella grande distesa di terra con tutt’intorno, lontani, contro i loro differenti cieli, i lumi dei vari quartieri.”

Come un viaggio del resto è andare fra le parole di Pier Paolo Pasolini, tra le righe e gli “appunti per” e sempre in movimento sono i personaggi dei suoi film e romanzi, sino al testamento-monumentum Petrolio. Un viaggio che termina, che viene interrotto da una morte violenta, la sola in grado di compiere il definitivo, scioccante montaggio sull’inarrestabile piano sequenza della vita.
Pasolini amava le corse in automobile, le auto sportive, veloci, amava andare in giro di notte solo, “…giro per la Tuscolana come un pazzo, per l’Appia come un cane senza padrone”, sempre in cerca, sempre in attesa, perché sempre, sempre, gli mancava qualcosa. Dal vuoto di questa mancanza, "egli cercava - ma nel mondo, fra i corpi - la solitudine più assoluta", dal desiderio di andare a tracciare i margini figurativi, i punti di confine fra vecchio e nuovo, é nata poi l'idea di sovrapporre un ulteriore filtro datato 2003 a quella infinita carrellata che sono le Visioni del Merda.

Un altro strato, un ulteriore livello narrativo che abbiamo realizzato con una macchina “mangia-realtà” da noi appositamente costruita e composta da una staffa con tre telecamere che registrano in sincrono il paesaggio in movimento, collocata sul cruscotto dell’auto.
Un itinerario Roma-Napoli, abbagliato dalla luce d’agosto, alla ricerca del lato oscuro delle città, di quel niente senza nome che si deposita nella deriva della ratio urbana...dove gli effetti della globalizzazione forzata e di una certa spregiudicata speculazione edilizia, tutta italiana, hanno partorito i loro mostri.
Altri Dati. Un altro evento non-spettacolare, che tenta, per sovrapposizioni, per rabbia e per amore, di incarnare l’estrema e disperata poliedricità creativa di Pasolini stesso.
Motus
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MK
bird watching
con: Philippe Barbut, Biagio Caravano,Laura Scarpini.
speaker e regia: Michele Di Stefano.
Con i progetti di Birdwatching, nei quali il materiale coreografico viene di volta in volta ricontestualizzato secondo la strategia di esposizione adottata, il gruppo sviluppa nella ricerca una indagine sul disagio della distanza fra corpo scenico e sguardo dello spettatore. Nelle ultime versioni del progetto, le azioni vengono presentate e descritte al microfono dal coreografo stesso, in una comunicazione sospesa tra il dialogo con il pubblico e l'enunciazione radiofonica.
La sequenza di immagini corporee che costituisce l'oggetto-spettacolo subisce un sabotaggio nel disvelamento della realtà/finzione che attraversa il linguaggio della produzione scenica.
La figura si disfa; il corpo assume la propria evidenza come luogo dell'ambivalenza e del rapimento nell'enigma.
L'immagine è ormai incrinata: dalla sua breccia fuoriesce il suono.

Il senso della coreografia è abolito nell'attraversamento di ambienti dinamici costruiti su arbitrarie limitazioni di senso: tentativi di comunicazione resi parossistici dalla eccessiva aderenza a sistemi di segno fittizi, una gestualità che si scontra con il vuoto del discorso, cenni che cercano ambiguamente un impatto formale. Tutto ambisce all'estrema evidenza; l'evidenza è l'ambivalenza: ciò che viene prima dei significati. (body of evidence)
E il volto nascosto rende la pelle del performer abbacinante.
MK
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KINKALERI
I Cenci/Spettacolo
Progetto e realizzazione: Kinkaleri
Artaud, “I Cenci” in particolare, sono scelti non come materiale da mettere in scena ma come fallimento di un intento e più in generale nell’impossibilità di essere altro da sé: senza il possesso di sé. Più che un testo da tradurre sulla scena, uno sprofondamento dentro ad un titolo che trascende se stesso per diventare cronaca teatrale e fatto biografico carico di considerazioni. Tolto il primo strato di epidermide, resta da dire che il nostro rapporto con la scena non riguarderà il dato biografico, non è la sua vita che ci interessa ma le condizioni culturali di accettazione dell’opera che Artaud ha aperto. Non è necessaria una “fedeltà” ad Artaud e non ci sono motivi per disegnare alberi genealogici compilando elenchi di chi e cosa sia stato più vicino al pazzo, di chi abbia rispettato le regole: la crudeltà, la peste, l’immediatezza, il rito, la politica, il doppio, la vita, il teatro, il corpo e gli organi. Lasciamo da parte i metodi. L’unica cosa che resta è una tensione utopica esistenziale e filosofica che rende indivisibile il soggetto dalle sue manifestazioni, dalle sue esposizioni, che tratta la vita dunque non come evidenza della cronaca, del quotidiano, della spontaneità, ma nella sua dissociazione di anima-animale e la morte. L'esperienza del fallimento che Artaud sperimenta è legata al subire il giudizio da parte della critica e del pubblico. Esistere nella legittimazione altrui. Intollerabile condizione per chi nello squilibrio, nella dissociazione tra sé e sé, ha sempre vissuto non potendo fare altro. Saltano dei rapporti, con il pubblico prima di tutto, con chi decreta cioè la riuscita o meno di un'opera. Di cosa si parla? “I LOVE YOU”, “I NEED YOU”. Ok.
Kinkaleri
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AGAR
monocore
odissea dell’immobilità #1
Monocore è il primo risultato di un progetto più ampio di creazione a tappe Odissea dell’immobilità, ideato da Paola Bianchi in collaborazione con Paola Chiama.

Odissea dell’immobilità Il viaggio stanziale. La fuga che non trova la via. Il desiderio del distacco che non concede la separazione. Moto in luogo, l’energia si genera, si alimenta e sfocia all’interno. Perfetto/imperfetto. Contraddizione dell’ossimoro.
Un’immagine che ben racchiude il senso del rapporto gemellare simbiotico per eccellenza, quello che spesso devia nella malattia. La malattia della coppia, del doppio identico e diverso allo stesso tempo.
#1
Monocoriale: si dice di ciascuno dei gemelli avvolti da una membrana coriale unica.
Monocore: un solo cuore.
Una gabbia. All’interno della gabbia due esseri viventi. Due in uno. Un mondo bifronte, dialogico, duale. Costrizione d’insieme. Un’ingombrante anomalia umana.
Paola Bianchi

Info: http://www.creami.it

Biglietteria
Bicocca Ansaldo tel. 02.42250132
Teatro Blu 02690123319/0226824782

Biglietto intero 10 euro; 5 euro ridotto per studenti e tesserati med

Ufficio Stampa Beppe Soggetti 0242250133

Luoghi
Bicocca Ansaldo viale Sarca 366 Milano
Teatro Blu via Cagliero 26 Milano

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