LipanjePuntin artecontemporanea
Trieste
via Diaz, 4
040 308099 FAX 040 8287
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Nicola Toffolini
dal 3/12/2004 al 4/2/2005
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3/12/2004

Nicola Toffolini

LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste

Centometriquadri di verde acido. Un'interpretazione originale del rapporto tra naturale e artificiale, tra organico e tecnologico. Toffolini e' interessato alla vita degli elementi naturali e, in particolare, al mantenimento delle condizioni vitali per l'organismo di volta in volta ospitato nei suoi involucri trasparenti


comunicato stampa

Sabato 4 dicembre LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare la prima mostra personale del giovane artista friulano Nicola Toffolini (Udine, 1975) dal titolo Centometriquadri di verde acido.

Ci sono degli elementi che rendono uniche e riconoscibili le opere di Nicola Toffolini. Innanzitutto la nitidezza e il rigore delle forme con cui appaiono: involucri rettangolari con dimensioni variabili. Poi i materiali: per lo più trasparenti, (plexiglass, o propilene satinato delle teche) o dalla consistenza particolare, evanescente (la luce delle lampade fluorescenti, alogene o stroboscopiche). A questi elementi si aggiunge la presenza costante di componenti naturali come piante, semi, fili d'erba, e quella, spesso discreta, di materiali sintetici come: fili elettrici, sensori, timer, altoparlanti, pannelli fotovoltaici, lettori CD.
Tra tutti questi elementi, è la presenza dell'elemento naturale che incuriosisce di più. Si tratta infatti di una presenza organica vivente in un contenitore (la teca) dove viene di solito conservato qualcosa di prezioso ma inanimato.

Le opere di Toffolini giocano proprio su questo, sulla vita degli elementi naturali e, in particolare, sulle condizioni di mantenimento delle condizioni vitali per l'organismo di volta in volta ospitato. Gli involucri trasparenti contengono, infatti, un microcosmo in continua 'tensione': la crescita delle piante, lo germogliare dei semi, o la loro semplice sopravvivenza dipendono dall' equilibrio che si crea tra i normali ritmi biologici e gli elementi artificiali inseriti nell'ambiente dall'artista (pannelli fotovoltaici e lampade alogene per la luce, sistema di pompe e di nebulizzazione per assicurare l'acqua e il nutrimento). E, in alcuni casi, perfino dalle azioni dello spettatore, che con la sua presenza può accelerare o modificare i processi in corso.

L'opera che a un primo sguardo risulta rigida, chiusa in un modello geometrico definito, si scopre poi, in un secondo momento, assolutamente in vita e soggetta a cambiamenti.
Verrebbe da chiedersi cosa c'è sotto: perché la creazione di un congegno così complesso? dov'è il senso? La risposta - se c'è - può essere data dal tipo di esperienza proposta: sia quella creata dall'artista per lo spettatore, che l'esperienza vissuta dall'autore stesso durante il processo creativo.
Per chi guarda si tratta di ripercorrere con uno sguardo attento il progetto dell'autore e scoprire, così facendo, l'intreccio di relazioni tra elementi di diversa natura celate dietro l'apparente "trasparenza didascalica" dell'involucro. Per l'artista, indubbiamente, c'è la sfida di creare ogni volta un modello (l'opera) che metta in gioco il modello della natura (la realtà), e che possa contenere a sua volta le regole per poter essere rigiocato.
Il risultato è, comunque, quello di una interpretazione originale del rapporto tra naturale e artificiale, tra organico e tecnologico, oggetto a volte di espressioni urlanti ma superficiali.

Inaugurazione: Sabato 4 dicembre, dalle ore 19.00

LipanjePuntin artecontemporanea · via Diaz 4 · 34121 Trieste · Italy
Orario di galleria: 11.00-19.30 o su appuntamento Lunedì e festivi chiuso

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