La pittura come soggetto del piacere. Le trasparenze delle velature del colore intendono portare l'osservatore in un luogo dove i contesti della razionalita' osservante si dilatano costruendo cosi' nuove poetiche e nuove simbologie.
la pittura come soggetto del piacere
di Nicola Scontrino
Le trasparenze delle velature del colore intendono portare l’
osservatore in un luogo dove i contesti della razionalità osservante si
dilatano costruendo cosi nuove poetiche e nuove simbologie.
Le strutture cronologiche che Vairo costruisce intendono sottolineare
diverse significazioni del fare,un modo simbolico per fare coincidere
elementi che hanno alle loro spalle una tradizione storica di diversa
estrazione e dimensione strutturale che si espleta nella più semplice
quotidianità .
Una intensa ricerca che si rivolge essenzialmente a quello che per
Vairo e’ un vissuto incessante, quasi in senso osmotico; pittura che porta
la volontà dell’artista nel vasto territorio in cui vita e arte coincidono
perfettamente, segnando e delineando il corpo del proprio divenire e del
proprio essere.
Siamo di fronte ad una ricerca di quell’essenza, che porta il segno
del confine della ragione a delimitare nuove realtà , che si dilatano a
dismisura fagocitando tutto il corpo delle sostanze, che si determinano e si
sviluppano nelle trame, che il colore tesse e l’artista segue come un
sacerdote che effettua il suo rituale.
Appare evidente, pertanto, un lungo viaggio dentro il gesto
simbolico,che produce nella materia il suo tracciato e si evolve nella
ricerca assillante e metaforica di sostanze, che di volta in volta
richiamano nuovi contesti con realtà sempre in divenire.
E su questa storia, il tracciato d’ identificazione della pittura di
Vairo risulta alquanto complesso e non estremamente articolato.
Infatti il suo fare arte si sviluppa dentro svariate ricerche e
sostanze, che non sempre, apparentemente,testimoniano coerenza, ma e’
proprio in questa diversità che Vairo sviluppa il suo essere e manifesta
grande capacità di dialogo nelle più svariate manifestazioni che si elevano
in quel momento come principio del dialogo.
Il dipingere, per Vairo, e’un’occasione, se si vuole di grande
rilievo, di costruzione di una forma di concettualità espressiva, che varca
in modo sintetico le ristrette ed anguste strettoie della dimensione dell’
opera stessa.
Infatti le sue tele hanno necessità , e forse vanno viste,di una
impaginazione continua e di una complessità che varca il singolo per
affermare il molteplice.
C’e’ una sostanza che si evolve, in quanto mutevole, ma che resta la
base di una ricerca, dove il soggetto pittura diventa essenza di un pensiero
e luogo di partecipazione ad un dibattito fra le diverse concettualitÃ
compositive e gestuali che l’ artista compie durante il raffronto fra le sue
mani e la tela, con un’esplicazione dell’ideologia, che si trasforma in
significato espresso.
Con questa continua ricerca Vairo crea quella necessaria distanza, che
l’artista costruisce nelle sue opere e che lo spettatore cerca nel suo
vedere per comprendere ed assimilare il tutto rendendolo patrimonio del suo
osservare e della sua cultura.
Si realizzano in tal modo forme consequenziali di un processo, che
vede l’artista artefice e protagonista della sua storia e del suo lavoro.
In questi anni Vairo dipinge delle forme “figurativeâ€, la cui bellezza
sta proprio nell’elaborazione
linguistica apparentemente semplice,dove però il colore interpreta
suggestioni e rimandi, che trovano, più nelle lirica poetica che non nella
pittura, la propria radice e la propria assonanza.
Ma certamente, questo lavoro di Vairo ha un passaggio obbligato:
quello cioè che la vede protagonista per molto tempo come autore di opere
dal chiaro sapore espressionista, dove gestualità e colore sono i
protagonisti assoluti dell’opera, ed in quest’ultima riflessione sulla
pittura il corpo colore diventa condensazione materica e si tramuta, in
simbologia apparente; quello che tuttavia e’ necessario, per comprendere la
pittura di Vairo, risulta lo sviscerare questa corteccia simbolica, per
cercare la radice e la forma con cui dialoga e costruisce questi suoi totem;
questa specie di simulacro, dove l’ idea si tramuta in materia/pittura e
dove la simbologia segnica diventa sostanza di una spiritualità nascosta ma
presente con tutta la sua forza e la sua pregnanza per costruire un’ utopia,
che solo l’arte può dare,e che l’artista, di rimando,volentieri idealizza,
vivendo così dentro questa bolla vagante, dove i codici della vita
coincidono con quelli dell’arte.
Per contatti diretti con l'autore delle opere:
mail mariairv@libero.it
ZeN, via Roma 260 - Salerno