La mostra rende omaggio alla passione artistica che ha sempre animato la figura di Davide Lajolo. Egli amo' profondamente l'arte ed i suoi interpreti, ne frequento' molti e per alcuni di essi scrisse saggi e presentazioni. Nel libro, 'Gli uomini dell'arcobaleno', traccio' il profilo di artisti cui era particolarmente legato da amicizia. Tra questi ci sono Giuseppe Zigaina e Floriano Bodini, che ora lo ricordano con affetto attraverso alcune loro opere.
Per un amico. Davide Lajolo
La mostra rende omaggio alla passione artistica che ha sempre animato la figura di Davide Lajolo. Egli amò profondamente l'arte ed i suoi interpreti, ne frequentò molti e per alcuni di essi scrisse saggi e presentazioni. Nel libro, ''Gli uomini dell'arcobaleno'', tracciò il profilo di artisti cui era particolarmente legato da amicizia. Tra questi ci sono Giuseppe Zigaina e Floriano Bodini, che ora lo ricordano con affetto attraverso alcune loro opere. Bodini realizza la copertina di “Veder l’erba dalla parte delle radiciâ€, premio Viareggio della Letteratura del 1977, inoltre nel 1989 esegue il busto di Lajolo, collocato sulla scalinata omonima a Vinchio. Di Zigaina è esposto il famoso dipinto ''L'occupazione delle terre'' che è nella collezione Lajolo, nel 1955 realizza la copertina di un romanzo di Davide Lajolo dal titolo “Quaranta giorni quaranta notti†sulle mondine. La mostra è organizzata in collaborazione con l'Associazione Davide Lajolo presieduta dalla figlia Laurana ed è la manifestazione conclusiva nel ventennale della scomparsa.
Saranno presenti gli artisti, Laurana Lajolo e Flavio Arensi autore del saggio in catalogo. Verranno esposte una quindicina di opere, tra le più significative della stagione creativa degli anni ’50 e ’60. La mostra proseguirà sino al 29 gennaio 2005. Orari: da Mar. a Sab 10.30/12.30 e 15.30/19.00. Chiuso domenica e lunedì.
Davide Lajolo, nato a Vinchio nel 1912, studia nei collegi salesiani e consegue la licenza liceale al Liceo Plana di Alessandria . Nel 1958 viene eletto alla Camera di deputati, e sarà protagonista per tre legislature. Con il presidente della Camera dei Deputati Sandro Pertini promuove l’acquisto di opere d’arte contemporanea incrementando la collezione della pinacoteca della Camera. Nel 1945 entra nella redazione de “L’Unità †di Torino e ne diventa caporedattore. Poco dopo, nel 1948, va a dirigere “L’Unità †di Milano dove rimarrà per dieci anni. Dal 1969 al 1978 collabora a quotidiani e periodici, tra cui “La Gazzetta del popoloâ€, “Il Giornoâ€, il “Corriere della seraâ€. Numerosi i suoi scritti, tra i più significativi ricordiamo: “Il vizio assurdo – Storia di Cesare Paveseâ€, del 1960 che vinse il Premio Crotone, “Veder l’erba dalla parte delle radici†, del 1978 che gli valse il Premio Viareggio per la letteratura. Ed ancora “Il merlo di campagna e il merlo di città â€, Premio Stresa 1983.
Floriano Bodini, nato a Gemonio nel 1933, si diploma in scultura all’ Accademia di Brera ai corsi di Francesco Messina ed è partecipe del clima esistenzialista milanese. Allestisce la sua prima personale nel 1958, nello stesso anno è inserito da M. De Micheli nel volume dedicato alla scultura Italiana. Nel 1962 espone alla XXXI Biennale di Venezia, nel 1964 è edita la prima monografia dello scultore. Nel 1968 ultima la scultura lignea dedicata a Paolo VI che verrà collocata all’interno dei Musei Vaticani. Espone nei più importanti musei tedeschi. Nel 1972 è invitato alla X Quadriennale di Roma. Intorno al ’70 dopo il legno ed il bronzo, Bodini inizia a lavorare anche il marmo. Nel 1970 gli viene conferito il premio Bolaffi, nel 1977 il premio Presidente della Repubblica-Accademia di S. Luca e gli viene assegnata la cattedra di tecnologia del marmo all’Accademia di Brera, nel 1978 è titolare della cattedra di scultura all’Accademia di Carrara della quale sarà poi direttore fino al 1987 e presidente dal 1991. Dal 1987 al 1998 è titolare della cattedra di scultura presso il Politecnico di Darmstadt. Nel 1985 si apre il ciclo delle grandi opere pubbliche, nel 1993 vince il concorso internazionale per il monumento ai “Sette di Gottinga†che viene inaugurato ad Hannover nel 1998. Nel 2003 viene inaugurato il gruppo marmoreo dedicato a Paolo VI nell’aula Nervi in Vaticano.
Giuseppe Zigaina, nato a Cervignano del Friuli nel 1924, consegue la maturità artistica a Venezia nel 1945, nel 1946 incontra a Udine Pier Paolo Pasolini, con il quale stabilisce legami di profonda amicizia che dureranno fino alla morte del poeta. La sua prima esposizione risale al 1948 alla Galleria del Cavallino di Venezia. Nel 1950 viene invitato alla Biennale di Venezia dove vince il premio Fontanesi, nel 1951 gli viene conferito il premio Bologna, è presente alla Biennale di Venezia nel 1952, nel 1954, nel 1956, nel 1960 nel 1966 con una mostra personale e nel 1982.
Espone a San Paolo del Brasile in U.R.S.S., a Caracas, a Parigi a New York, alla X Quadriennale di Roma, a Minneapolis, Chicago, in Giappone, a Madrid. Nel 1968 collabora al film di Pier Paolo Pasolini teorema, ed esegue i bozzetti per l’allestimento de Il giocatore di Prokofiev, per il Teatro dell’Opera di Roma. Nel 1971 collabora al film Decameron di Pier Paolo Pasolini. Nel 1974 vince il primo premio alla Biennale Internazionale della Grafica di Firenze. Nel 1982 viene pubblicato il Catalogo Generale dell’opera Grafica. Nel 1985 insegna all’Art Institute di S. Francesco. Mostre antologiche nel 1989 a Ferrara Palazzo dei Diamanti, nel 1990 alla Galleria d’Arte moderna di Praga, a Villa Galvani a Pordenone, di grafica al Centro Internazionale della Grafica di Lubiana. Nel 1992 ottiene il I premio alla mostra Alpe Adria per il disegno. Nel 1995 pubblica per la Marsilio Editori “Hostia – Trilogia della morte di Pier Paolo Pasolini†e “verso la lagunaâ€, 14 racconti autobiografici. Nel 1998 vince il premio terni per la cultura. Del 2002 è la mostra al Castello di Udine. Suoi dipinti si trovano nei maggiori musei del mondo.
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