A retrospective 1953 - 2002. I grandi paesaggi come le piccole nature morte, i semplici frammenti del quotidiano o gli importanti resti preistorici, partecipano tutti alla rappresentazione di un mondo che sta oltre la semplice percezione, tracce di intuizioni lentamente conquistate. E proprio perche' possibili porte della percezione, queste immagini possiedono straordinarie qualita' tecnico/formali
A retrospective 1953 - 2002
Nepente Art Gallery è lieta di inaugurare una grande
retrospettiva del fotografo americano Paul Caponigro.
L'esplorazione del mondo - in senso fisico ma soprattutto
interiore - ha da sempre caratterizzato una parte importante della
fotografia americana. I grandi spazi inesplorati nell'Ottocento e il
delicato, infinito spessore della natura e del paesaggio durante il
Novecento sono stati parte fondante di un atteggiamento umile e
altissimo da parte di autori che oggi occupano un posto decisivo nella
storia della fotografia.
Il convincimento profondo che la fotografia sia strumento di
conoscenza, nel senso più ampio del termine, e non solo mezzo
espressivo, è stato nutrimento essenziale per più di una generazione
di fotografi. Proprio da questo particolare 'sentire' è derivata
una prassi artistica spesso fatta di attese, di momenti di sospensione,
di ricerche lunghe e silenziose, senz'altro lontane dall'avido e rapido
agire di tante spettacolarità odierne. E proprio la magnifica
inattualità di queste posizioni può indicare, ancora, vie da
percorrere e silenzi da sperimentare.
''Continuerò a nutrirmi di mistero, continuerò a mettere
questo mistero nelle mie fotografie, continuerò a comunicare con la
luce e la vita ...''.
Il lungo cammino di Paul Caponigro attraversa una delle stagioni
più feconde della fotografia americana, dall'incontro negli Anni
Cinquanta con Minor White alle borse di studio Guggenheim del 1966 e
1975, spese nella ricerca in Inghilterra e Irlanda prima, in Giappone
poi. Una vita trascorsa coltivando con grande fervore un'idea di
fotografia che nelle forme della natura e nei manufatti dell'uomo
ritrova messaggi interiori, spinte quasi mistiche ad andar oltre
all'apparenza sensibile, con un profondo e spesso severo gioco di
rimandi e associazioni tra il visibile e l'invisibile del mondo. I
grandi paesaggi come le piccole nature morte, i semplici frammenti del
quotidiano o gli importanti resti preistorici, partecipano tutti alla
rappresentazione di un mondo che sta oltre la semplice percezione,
tracce di intuizioni lentamente conquistate. E proprio perchè
possibili porte della percezione, queste immagini devono anche possedere
straordinarie qualità tecnico/formali: la rivelazione -e non la
semplice sorpresa- passa anche attraverso l'estrema, definitiva,
assoluta sicurezza del gesto.
Paul Caponigro nasce a Boston nel 1932.
Dopo regolare frequentazione presso locali scuole pubbliche si
iscrive alla Boston University per perfezionare lo studio del
pianoforte, passione che da allora lo accompagna sovente intersecandosi
con la fotografia. A questa si avvicina negli stessi anni
dell'università , e come fotografo viene infatti dislocato nel 1953
dalla US Army a San Francisco, dove incontra Benjamin Chin grazie al
quale approfondisce lo studio del mezzo. Nel 1955 rientra a Boston ove
si dedica quasi esclusivamente alla pratica fotografica. Fra il 1957 e
il 1959 segue diversi corsi con Minor White. Nel 1958 si tiene la sua
prima mostra personale presso la George Eastman House. Nel 1960 inizia a
insegnare fotografia alla Boston University, avviando così una lunga
serie di corsi part-time e workshop che condurrà sino agli anni
Ottanta. Nel 1962 viene editato il primo suo portfolio con stampe
originali, e nel 1967 viene pubblicata la prima monografia da Aperture.
Nel 1968 il Museum of Modern Art di New York ospita una sua mostra personale.
La ricerca di Caponigro viene premiata con due borse di studio
dalla Guggenheim Foundation, rispettivamente nel 1966 e nel 1975. Nel
1966 visita l'Europa, soggiornando a lungo in Inghilterra e Irlanda, ove
tornerà quasi ogni anno nel decennio successivo attratto dalla
sacralità dei luoghi e dalla natura. Nel 1976 compie un analogo
viaggio di studio e ricerca in Giappone. Dopo aver vissuto nel
Connecticut dal 1967 al 1973, sposta la sua residenza a Santa Fe, nel
New Mexico, da dove periodicamente si sposta sulla costa occidentale,
verso San Francisco. Negli anni Novanta ritorna definitivamente sul
versante orientale, nel Maine, per costruire una casa in legno nei
boschi lungo la costa ove attualmente abita.
inaugurazione martedì 14 dicembre dalle ore 18.30
Nepente Art Gallery
Via Volta 15 - Milano MM2 Moscova
dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00, il sabato dalle 11.00 alle 19.00, e su appuntamento. Chiusura natalizia dal 24 dicembre 2004 all'11 gennaio 2005