Uwe Schinn
Alessandro Dal Pont
Andrea Gehlen
Manuele Cerutti
Andrea Facco
Ludovica Carbotta
Samantha Clark
Luigi Fassi
Europa come attitudine, come tessuto esperienziale, come spazio di lavoro e di immaginario. Gli artisti presentati raccolgono diverse esperienze a testimonianza di alcuni filoni di ricerca profondamente radicati nella cultura artistica europea contemporanea. L'attitudine riflessiva e l'attegiamento criticista, anche nella loro declinazione ludico-giocosa o l'attenzione narrativa per la natura e per il tema del viaggio, filtrata da suggestioni letterarie. Uwe Schinn, Alessandro Dal Pont, Andrea Gehlen, Manuele Cerutti, Andrea Facco, Ludovica Carbotta, Samantha Clark, a cura di Luigi Fassi
A cura di Luigi Fassi
Europa come attitudine, come tessuto esperienziale, come spazio di lavoro e
di immaginario. Gli artisti presentati in mostra raccolgono diverse
esperienze creative, testimonianza di alcune filoni di ricerca profondamente
radicati nella cultura artistica europea contemporanea, come l'attitudine
riflessiva e l'attegiamento criticista, anche nella loro declinazione
ludico-giocosa. L'attenzione narrativa per la natura e per il tema del
viaggio, filtrata da suggestioni letterarie, rappresenta un altro elemento
di confronto comune di questi lavori.
La mostra è un evento di collaborazione tra tutti gli artisti, che hanno
lavorato con celerità sperimentando la forma di un pensiero comune, aprendo
stimoli e prospettive nuove per il loro futuro.
Uwe Schinn (Francoforte, Germania, 1971) lavora su un confronto serrato tra
mondo naturale e mondo industriale. Twister è la rappresentazione
installativa della struttura di una tromba d'aria, paradigmatico esempio
dell'energia inarrestabile della forza naturale. Realizzata pezzo per pezzo
con materiali industriali, è un paradosso perfetto, una figura enigmatica
del rapporto natura-cultura nel mondo contemporaneo.
Alessandro Dal Pont
(Feltre, Belluno, 1972) lavora su elementi minimali, declinando
l'immaginario fumettistico classico in un'estetica pop minimale. Perché io
valgo è una perfetta rappresentazione scultorea di Paperon de' Paperoni e
del suo proverbiale 'deposito', al cui interno l'artista ha realmente celato
tutti i gioielli aurei di sua proprietà . L'opera apre la strada a una
contemplazione concettuale del ludico, dove sintesi semantica e rigore
visivo si coniugano in una formidabile ironia sul lusso e la sua estetica.
Andrea Gehlen (Bonn, Germania, 1969) è autore di una complessa ricerca
installativa, che trova il suo centro in una continua interazione tra
architettura e scultura. Il suo lavoro si avvale dei più diversi materiali,
assemblati in modo da esibire al meglio le loro qualità espressive.
L'artista trascende però il mero interesse formale per inseguire la
dimensione del meraviglioso, operando secondo modalità dialettiche e
interrogative che si rifanno allo stupore e alla curiosità proprie
dell'infanzia.
Manuele Cerutti (Torino, 1976) è autore di una figurazione
pittorica incentrata su una ricerca spaziale atta a sintetizzare per
sottrazione gli elementi visivi che entrano nel campo della tela. La volontÃ
è di togliere immagini piuttosto che aggiungerne, per realizzare uno stile
narrativo conciso ed essenziale, in una precisa distanza dall'ipertrofia
mediatica contemporanea. In questo senso la sua pittura è segnata da una
forte componente criticista, di tradizione marcatamente europea.
Andrea Facco (Verona, 1973) è impegnato in una pittura dal sapore
concettuale, tutta incentrata sui contenuti, dove l'esigenze narrative vanno
di pari passo con sperimentazioni formali di taglio fortemente
cinematografico. Le sue tele tentano di assorbire la complessità della
percezione nei suoi differenti piani spaziali e temporali, divenendo spesso
veri enigmi visivi aperti a soluzioni imprevedibili.
Ludovica Carbotta (Torino, 1982) concentra la sua attenzione su dettagli e
personaggi incontrati in situazioni di viaggio tra l'Europa e gli Stati
Uniti. E' una figurazione aperta e narrativa, che nasce dall'emozione del
ricordo rivisitato nello spazio intimo della sua pittura.
L'opera di
Samantha Clark (Glasgow, Scozia, 1967) è un concentrato di molteplici
suggestioni, letterarie e autobiografiche, attraversato dal filo rosso di
una intensa malinconia. Cities riprende le immagini di stormi di volatili in
migrazione, cui si sovrappongono, tramite uno schermo, le linee essenziali
della pianta di una grande città . Le immagini sono accompagnate dalle voce
di Dorothy, la piccola protagonista del 'Mago di Oz' di L. Frank Baum.
''There's no place like home'', recita la bambina, nella versione
cinematografica, una volta ritornata a casa dal suo fantastico viaggio.
Nella sua affermazione, alla felicità del ritorno si unisce l'inevitabile
nostalgia che accompagna la memoria di un'esperienza già consegnata al
passato.
Immagine: Alessandro Dal Pont, Perché io valgo, 2003 (progetto), legno laccato, visori e telaietti per diapositive, carta stagnola, oro cm 88x93x75
Opening Sabato 18 Dicembre ore 18:00
Galleria d'Arte Cesare Manzo
Via Umbria 48 Â 65122 Pescara
h10.00/13.00 - 16.30/20.00