Due sculture inedite
A cura di Sergio Risaliti
Domenica 12 dicembre alle ore 12 la galleria Nicola Fornello inaugura nella sua sede di Prato la mostra personale di Ettore Spalletti. L'artista da tempo si è affermato a livello internazionale e ha partecipato alle più importanti mostre internazionali, quali Documenta, la Biennale di Venezia, Sonsbeeck. Le mostre personali di Ettore Spalletti organizzate in prestigiosi musei e centri d'arte sono state numerose, altrettanto quelle in gallerie private; merita ricordare tra le tante quella al Museo d'Arte Moderna di Parigi, e quelle all' Ivam di Valencia, al Museum Hedendaagse di Anversa, assieme alle mostre aperte in anni diversi alla Galleria Locus Solus di Genova, alla Galleria Minini di Brescia, alla Galleria Arnolfini di Bristol, alla Galleria De Carlo di Milano, alla galleria Trisorio di Napoli e a Vistamare a Pescara. Molte sono state le sue apparizioni in gallerie europee, alla galleria South London a Londra e Vera Van Laer ad Anversa.
Le sue opere sono in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero, all'Arc di Parigi, nella prestigiosa collezione Panza di Biumo e installazioni permanenti gli sono state commissionate in Europa e America. A questo proposito va ricordata l'eccezionale realizzazione della Salle des Départ alla Morgue di Parigi, un opera divenuta celebre per la bellezza e la poeticità con la quale l'artista ha saputo conciliare l'esperienza artistica in uno spazio di dolore e angosciosa sofferenza esistenziale.
In queste sale della partenza o del trapasso, dove l'umanità può essere colta dallo sgomento della morte e del nulla, dalla estrema vanità del tutto e dalla terribile esperienza della finale destinazione, il colore, manifestazione di qualcosa ad un tempo naturale e superiore, reale e assoluto, accompagna silenziosamente quanti restano sulla terra nel trapasso tra la vita e la morte dell'altro e del sé calmandone profondamente l'anima e il corpo, quasi offrendo loro l'immagine e la sensazione di un mondo che resiste alla banalità come alla drammaticità dell'essere reale.
Tra le ultime opere pubbliche realizzate in Italia, ricordiamo la fontana al palazzo di giustizia di Pescara, recentemente inaugurata. Qui il giorno e la notte, l'acqua e il marmo prezioso, celebrano la maestà dello spazio naturale e di quello cosmico. Lo spazio dell'opera, esposto alla pubblica visione, visione incantata, e alla gioiosa infantile fruizione, è quella forma e quel colore che trasforma l'architettura e l'ornamento in una realtà ancor più ideale, in una cosa più reale del reale apparsa qui e ora come possibilità eterna e immateriale.
Questo insieme di valori formali e spirituali, geometrici e metafisici, fisici e emozionali, caratterizza da sempre la grande arte di Spalletti che nasce e si sviluppa in senso alla grande tradizione italiana, che da Giotto passa per Piero della Francesca e Giovanni Bellini, Raffaello e Guido Reni, e giunge insino a noi comprendendo Morandi, Fontana, Lo Savio e Manzoni. Al temnpo stesso la sua opera è parte di quella storia moderna dell'arte che risponde ai nomi di Cezanne e di Brancusi, e arriva all'arte minimalista e a quella di artisti contemporanei come Kelly e Turrel, Castellani e Leibl e i più giovani Deacon e Kapoor.
A Prato Ettore Spalletti presenterà due importanti inedite sculture: una sottile colonna in marmo nero del belgio, un monolite perfettamente immobile che nella sua verticalità sembra rappresentare l'axis mundi, e un bianchissimo pezzo di marmo statuario che secondo l'ordine metale di un disegno individuale ha condensato in una forma, assoluta quanto ideale, l'emozione fugace di una visione. In entrambe le sculture l'artista raggiunge il culmine dell'arte, che da sempre ha teso a risolvere in una forma o in un disegno il significato incomprensibile della bellezza naturale, della luce e del colore, immaginando di poter oggettivare l'immateriale, di fissare il mutevole, come per accedere ad un mondo di esistenze superiori. Ma Spalletti pur concependo l'arte in termini di ideale astrazione, immaginazione di forme e valori immutabili, non si distacca mai dall'interno della vita, non rinnega la natura, l'emozioni e i sentimenti tanto quelli più superficiali, epidermici, quanto quelli più umanamente drammatici, l'oscuro delle passioni e delle sensazioni. Eppure ogni dramma, ogni forte percezione, che sia esperienza dell'assoluto come del relativo mutare delle stagioni, non supera mai la soglia della grazia e della concinnitas. La visione di un colore o di una forma per questo può apparire anche sospesa, irrealmente rivolta verso di noi come se si trovasse in una irraggiungibile distanza e da quel luogo emanasse luce e irradiasse calore, come se fosse solo sogno e apparizione, un ricordo, una remota prefigurazione.
Il nero lucidato a specchio e il bianco, puro, traslucido, dialogano tra loro e con una coppia di quadri uno di questi azzurro ceruleo, l'altro rosa pallido, realizzati con la tipica tecnica di Spalletti, una tecnica che supera se stessa nella affermazione di un risultato misterioso. La scena che ci accoglie è come una scena classica, rinascimentale, una sacra conversazione, un battesimo, come quello dipinto da Piero della Francesca, qualcosa di immediatamente comprensibile, emozionalmente riconoscibile eppure assolutamente imprendibile.
Inaugurazione 12 dicembre 2004 ore 12
nicola fornello
Via Paolini 27 I Â59100 Prato
Orario apertura mart - sab 11.00-13.00 / 15.00-20.00