Meditation Space. L'artista si esprime attraverso la pittura figurativa e i soggetti protagonisti delle sue opere nella maggior parte dei casi sono un ritratto femminile e una struttura meccanica o architettonica.
Meditation Space
a cura di Carolina Lio
Annamaria Centola si esprime attraverso la pittura figurativa e siamo quindi
tutti in grado di distinguere i soggetti protagonisti delle sue opere. Nella
maggior parte dei casi essi sono un ritratto femminile e una struttura meccanica
o architettonica. Entrambi sono elementi simbolici che si confrontano e si
affrontano sullo spazio della tela equamente diviso. Rappresentano due colonne
portanti della nostra modernità e il loro rapporto è quella continua battaglia
che esiste tra ciò che invecchia e ciò che non ha tempo, ciò che è organico e
ciò che non lo è, ciò che è concepito come perfetto e ciò che, come la bellezza
femminile, tenta di divenirlo. Questi è molti altri significati – forse infiniti
– possono essere attribuiti ai due soggetti scelti dall’artista apposta per
immergere il suo pubblico in quell’atmosfera ambigua e sospesa dove giornalmente
viviamo senza accorgerci e quindi senza porci troppe domande. Ma perché abbiamo
definito la realtà in cui viviamo sospesa e ambigua? Perché si regge sul filo
dell’equilibrio tra futile e celebrale, tra attraente e funzionale, senza una
vera direzione precisa, una presa di posizione, una scelta di cosa questa era
vuole rappresentare, di dove vuole arrivare, se vuole costruire o solo
semplicemente apparire. Annamaria Centola ha questi dubbi senza avere una
risposta e cerca di instillarli senza la presunzione di insegnare, ma solo di
sottolineare un’evidenza che non tutti forse afferrano. Per questi motivi lo
spazio della galleria Perform Arte Contemporanea si trasforma in un “Meditation
spaceâ€, dove pensare all’accelerazione del nostro ritmo di vita, alla patinata
apparenza che ci circonda, al rimando continuo e pressante a dei richiami
estetici da cui non possiamo più prescindere. E i ritratti che vediamo non sono
quindi altro che un nostro ritratto, fermi nell’attesa di conoscere la strada in
cui si incanaleranno le nostre esistenze. Non è un dubbio neutrale: il lato
umano, sensibile, imperfetto ed emotivo è sempre quello che regna in primo
piano, che sovrasta sul sottofondo inanimato, che colpisce per primo
l’attenzione e che rimane impresso più a lungo. E’ insomma una speranza che la
soggettività personale di ognuno, la vita e l’umanità nel loro senso più lato
abbiano valore il più a lungo possibile. Per questo Annamaria Centola usa come
soggetti solo persone reali e come supporto il legno, materiale naturale e vivo.
Ed è ancora per questo che le architetture sembrano quasi irreali e i mezzi di
spostamento sono alle volte antiquati, come dire poco idonei. In un certo senso
potremmo dire che la prospettiva da cui i dipinti sono creati e da dove forse
saranno guardati, è antropocentrica. Da una parte abbiamo il mezzo di
locomozione come portavoce dell’era globale, dei facili spostamenti, della
società multiculturale e delle brevi distanze, dall’altra il corpo umano, vero
strumento della nostra percezione, misura reale del nostro raggio visivo,
contenitore di tutte le nostre informazioni. Così viene sbugiardata tutta la
pubblicità che il nostro tempo fa a se stesso, e ci rendiamo conto che in fondo
non vediamo che al di là di noi stessi, come se davanti ai nostri occhi ci fosse
uno schermo, un muro, o quel paio di occhiali che Annamaria Centola inforca sul
naso dei suoi personaggi. E queste lenti ci proteggono anche in questa lotta
quasi feroce tra l’affermazione di sé e l’avanzata del mondo esterno prepotente
e avido. Ci conservano una zona franca tra l’essere e l’apparire. Ci fanno da
nascondiglio quando vogliamo nasconderci dal progresso che ci incuriosisce e
affascina, ma che anche – sempre più spesso – ci fa paura.
Carolina Lio
Annamaria Centola è nata nel 1966 a Roma e attualmente vive a Cerveteri (Roma).
Principali mostre personali: 2001: Looking for Mr Ballard, Galleria Minimal,
Oporto (Portugal); 2003: Io sono un aeroplano femmina, Galleria Nuova Artesegno,
Udine; 2004: Airportrait, Galleria il Grifone, Lecce.
Inaugurazione: Venerdì 14 Gennaio 2004, ore 18.00
Galleria Perform Arte Contemporanea
via del Torretto 48 – La Spezia
Orario dal Martedì al Sabato dalle 16,30 alle19,30 - Lunedì e festivi su appuntamento