Accensioni cromatiche, mostra di Domenico Napolitano ed Alfonso Sagnelli. I due artisti prediligono una pittura astratta, fondata sulla forza comunicativa del colore attraverso le sue vibrazioni, le mutazioni di tono e di luce. Quinto appuntamento nell'ambito della rassegna d'arte contemporanea che presenta una selezione di 12 artisti rappresentativi nel panorama della giovane arte campana.
Ricognizione sulla giovane arte campana
a cura di Marco di Mauro
5° appuntamento:
mostra di Domenico Napolitano ed Alfonso Sagnelli
Sarà inaugurata sabato 15 gennaio alle ore 18.30, presso il centro culturale "Il Pilastro" (Via Roberto d'Angiò n. 56, S. Maria Capua Vetere), la mostra "Accensioni cromatiche" con opere pittoriche di Domenico Napolitano ed Alfonso Sagnelli. Ambedue gli artisti prediligono una pittura astratta, fondata sulla forza comunicativa del colore attraverso le sue vibrazioni, le sue mutazioni di tono e di luce.
La mostra è inserita nella rassegna d'arte contemporanea "B-fronte", promossa da Gennaro Stanislao e curata da Marco di Mauro. In un ciclo di sei mostre, B-fronte propone una selezione di 12 artisti, che rappresentano il panorama vario ed eclettico della giovane arte campana. La rassegna si concluderà sabato 29 gennaio 2005 con una riunione-dibattito, alla quale saranno invitati autorevoli critici d'arte.
Note critiche su Domenico Napolitano ed Alfonso Sagnelli
a cura di Marco di Mauro
Domenico Napolitano indaga le potenzialità espressive del colore mediante le sue vibrazioni, le sue mutazioni di tono e di luce, il suo addensarsi o diradarsi in uno spazio ideale. Con una sensibilità visionaria, un fare istintivo e immediato, l’artista sedimenta i reperti emotivi che affiorano dall’inconscio e li traduce nella sintesi dell'opera d'arte. I suoi umori, ansie, trepidazioni precipitano sulla tela, in uno scenario mentale che sottende un sapiente equilibrio compositivo. L’apparente libertà del segno nasconde una trama coerente e una feconda vena lirica, che si esplica in un sottile gioco di trasparenze. Con tale espediente, l'artista vuole travalicare i limiti bidimensionali della tela per appropriarsi dello spazio, inteso come luogo metafisico della memoria e del pensiero.
Nelle ultime opere, Domenico Napolitano imposta su fondo scuro segni leggeri e fulminei, impulsi emotivi che sfiorano la mente per subito scivolare via come gocce di pioggia. Rimane una traccia levissima, eppure indelebile, che segna l'animo inquieto dell’artista come le ali di un insetto fossile nelle rocce d'ambra. Talvolta, Napolitano associa ai segni dure parole di denuncia, che la mente si rifiuta di tessere in un discorso compiuto. L'intervento grafico, nella sua irruenza, turba l'eleganza della composizione e introduce una nota stridente in uno spazio di serena concentrazione emotiva, di uniforme luminosità , limpido e ordinato in una definizione quasi architettonica. È l’amaro sfogo di un giovane artista, che nonostante la sordità di alcuni ambienti politici, non si è mai abbandonato alla finestra del non fare.
Alfonso Sagnelli ha scelto la via dell’astrazione per esprimere i suoi slanci, la sua foga, il suo disagio verso una civiltà decadente che non recepisce il valore dell’arte. Il suo linguaggio pittorico – un informale acceso, impulsivo, intriso di emotività – si connota per un lirismo sottile, che si esplica nelle vampate di colore fluorescente su fondo nero, segni di una ricerca passionale e sensibile. La pittura di Sagnelli, articolata su accordi tonali, è fondata sui contrasti nero-colore e lucido-matto. L’artista esclude la figurazione per esprimere senza tramiti le sue emozioni, entrare nel campo della pura idealità , della forza dello spirito, del lirismo interiore, della sensibilità immediata. La pittura di Sagnelli è stata definita “linguaggio del nero†per la scelta del fondo scuro, non tetro, da cui affiorano con irruenza i segni informali. I neri sono le pieghe dell’anima, le ignote profondità dello spirito, attraversate e squarciate da palpiti luminosi. I colori fluorescenti parlano di uno spirito energico, che espone alla luce le ombre della propria interiorità .
Nei primi anni ’90, l’artista di Maddaloni traduce in forme protozoiche, embrionali, la sua volontà di penetrare nelle cose, di scavare oltre la superficie. Ogni segno rimanda ad una profondità ulteriore, tuttavia non è possibile scorgere il fondo e rivelare l’essenza. La densità e la profondità si coniugano in un accordo spirituale, come presenze mentali e visive di uno spazio stratificato.
Dalla metà degli anni ’90, Sagnelli applica sul supporto frammenti di stoffe e cornici, che raccolgono i riverberi del suo vissuto, della sua esperienza umana e sociale. Le stoffe sono quelle di San Leucio, dove l’artista si è formato, le cornici sono quelle dell’azienda paterna.
Immagine: Domenico Napolitano
centro culturale "Il Pilastro"
Via Roberto d'Angiò, 56
81055, S. Maria Capua Vetere (Ce)
Orari: giorni feriali h 10-12 e 18-20, giorni festivi su appuntamento