''Nei lavori del mio ciclo Black, nel quale indago e scruto il mondo dell'hip hop americano, cerco punti di riferimento iconografici con il mondo dei giovani italiani, attenti e accorti nell'assorbire dallo stereotipo statunitense fondamenti ispiratori''. Mario Loprete
“Sono terribilmente e morbosamente attratto dalle persone di colore, li ritraggo con la massima intensità emotiva. La figura umana è affascinante da ritrarre, ma le persone di colore sono una sfida. Sono molto espressive e sono a mio modesto avviso, l’incarnazione e la materializzazione dell’ Anima.
La mia ricerca mi porta a documentarmi sugli stereotipi che affollano il genere musicale , del quale mi “nutro “ mentre dipingo:l’hip hop .
Nei lavori del mio ciclo “ Black†, nel quale indago e scruto il mondo dell’hip hop americano , cerco punti di riferimento iconografici con il mondo dei giovani italiani , attenti e accorti nell’ assorbire dallo stereotipo statunitense fondamenti ispiratori.
Tutto nasce negli anni '70 dalla miscela esplosiva di diversi stili: il soul, il jazz, R&B (Rhythm & Blues), il funky e la Black-music il tutto mixato ad arte dal D.J. che attraverso lo scratch, il cut e il rap ne fa una vera e propria carica di energia musicale. In poco tempo la definizione ''Hip-Hop'' identificava non solo uno stile musicale ma anche una filosofia, uno stile di vita, una cultura che spazia in diversi momenti della vita delle persone: dallo sport ''da strada'' quali lo skate boarding, all'arte metropolitana e al ballo con la break dance, un'onda talmente potente da dar vita ad una vera e propria comunità Hip-Hop presente in tutto il mondo. L'Hip-Hop si basa su diverse discipline: l’M.C.ing (Master of Ceremony - Maestro di Cerimonia) il cantante tanto per intenderci, colui che da vita alle parole, il D.J.ing che fornisce un’anima al testo, il breaking che ne contraddistingue i movimenti ed infine il writing chiamato dai profani graffiti; I ragazzi che seguono questa cultura sono chiamati ''B-BOY'' mentre le ragazze ''FLY'' più in generale si identificano tutti sotto il nome di ''Rapper''.
Ebbene tutto ciò cerco di riprenderlo nelle mie opere , cercando di elevare e far conoscere l’hip hop come un movimento di rivolta contro il disagio giovanile.
La mia non vuole essere la voce del ghetto ( io vivo a Catanzaro !?!) ma un elemento di aggregazione in una realtà , dove è vero che si sono azzerate le distanze geografiche ,ma è pur vero che rifiutiamo tutto ciò che è diverso da noi'.
Mario Loprete
GALLERIA ARTE CONTEMPORANEA E DINTORNI DI COMO
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