John Duncan - electronics. Tra le massime espressioni contemporanee della sound art, la ricerca di J. Duncan da oltre vent'anni verifica i limiti psicofisici dell'individuo spaziando dalla performance art alle installazioni sonore e alla composizione elettroacustrica.
Xing, Pierrot Lunaire, H-amb presentano
JOHN DUNCAN (USA)
electronics
all'interno di Desco Music - a cura di Valerio Tricoli e Claudio Rocchetti
Venerdi 11 febbraio alle 22.00 per la rassegna Desco Music, Raum, in Via Ca' Selvatica 4/d, presenta il musicista e sound-artist americano John Duncan in un concerto di live electronics.
Tra le massime espressioni contemporanee della sound art, la ricerca di John Duncan da oltre vent'anni verifica i limiti psicofisici dell'individuo spaziando dalla performance art alle installazioni sonore e alla composizione elettroacustrica.
La sua attività inizia nella seconda metà degli anni Settanta come body artist negli Stati Uniti, dove tra il 1976 e il 1979 conduce con Paul McCarthy il programma radiofonico 'Close Radio'. Trasferitosi in Giappone sino al 1988, poi ad Amsterdam e successivamente in Italia, Duncan ha realizzato numerosi progetti musicali ed installativi - perlopiù utilizzando come fonte sonora principale le onde corte - sempre volti a verificare il limite della percezione, sorprendendo in continuazione le aspettative dell'audience e lasciando sempre il dubbio "che qualcosa stia per cambiare, che qualche equilibrio stia per spezzarsi": è un modo di affermare la complessità dell'esistenza, di sottolineare che non è mai possibile rifugiarsi/annullarsi in una certezza, è un modo di cercare i limiti per trarne uno slancio, una sfumatura, una ferita.
I concerti di Duncan si inseriscono all'interno di questo percorso e si basano su fortissimi contrasti di ritmi e volumi, dando vita ad un suono che riesce ad investire il corpo e l'ascolto con un impatto profondo ed incisivo.
Discografia selezionata:
Riot (AQM, 1984 - Dark Vinyl, 1990), Gain (AQM, 1985),, Dark Market Broadcast (Cause & Effect, 1985 - Staalplaat, 1990),Contact (Touch, 1990), River in Flames/ Klaar (Staalplaat, 1994), Send (Touch, 1994), Incoming (Streamline, 1995), The Crackling (Trente oiseaux, 1996), Home Unspeakable (Trente oiseaux, 1996),con Bernhard Guenter, The John See Soundtracks (RRRecords, 1997), Seek (Staalplaat, 1998), Tap Internal (Touch, 2000), Palace Of Mind (Allquestions, 2001), con Giuliana Stefani, Nav (Allquestions, 2001), Fresh (Allquestions, 2002), Phantom Broadcast (Allquestions, 2002) Tidal (Allquestions, 2003), The Scattering (Edition, 2004) con Peter Fleur. Stun Shelter (All Questions, 2004) Tongue (All Questions, 2004), con Elliott Sharp,
"...Le onde corte furono qualcosa di assolutamente nuovo, mi sembravano il tipo di suoni che si sentono nei sogni; iniziai a fare pezzi in cui effettivamente leggevo narrazioni di sogni e a cui accostavo registrazioni di onde corte. Per realizzare uno di questi brani lessi uno dei miei sogni al contrario invertendo poi il nastro, in modo da ottenere un effetto molto straniante. Si trattava di esperimenti molto semplici, una traccia conteneva le onde corte, l'altra la voce." Le onde corte hanno dunque il valore di interferenze provenienti dall'esterno che mettono in luce pattern psicologici e sonori altrimenti nascosti.
...In seguito capii di essere influenzato emozionalmente dai suoni delle onde corte. Questo mi riport? ai miei studi di pittura, in particolare al mio interesse verso la relazione tra colore e psicologia... Mi interessava molto lo studio della luce e dei colori come frequenze. Esistono dei rapporti tra frequenza e reazione psicologica al colore stesso. Usare le onde corte mi riportò a giocare con questi rapporti, sfruttando però le frequenze sonore. Decisi di usare me stesso come termine di paragone per le reazioni a queste frequenze, ascoltandole per lungo tempo e cercando di rendermi conto di quello che provocavano dentro di me. Le onde corte divennero per me uno strumento ideale, che non si doveva imparare a suonare e che era molto più complesso del sintetizzatore, prescelto da molti in quegli anni. Si rivelavano sempre diverse e impossibili da prevedere. più ascoltavo le onde corte più mi facevo coinvolgere dalla loro giustapposizione, dalla stratificazione di segnali e di gruppi di frequenze. Iniziai a studiare il modo in cui quei suoni si opponevano o si completavano e a vedere cosa avrebbero comportato su di me psicologicamente." (J. Duncan)
Desco Music, ovvero 'musica da tavolo', è una serie eterogenea di live musicali. Un osservatorio privilegiato sul panorama della musica sperimentale internazionale, focalizzando il proprio sguardo sull'area in cui tecnologia (digitale), mondo reale (analogico) vengono a contatto.
Il formato di questi piccoli concerti non è quello classico, con un musicista di fronte a un auditorio, ma viene impostato invece su una serie di 'tavoli apparecchiati all¹attenzione' per le molteplici attuazioni di questi incontri tra gli ordini del mondo. Raum cerca di rendere possibile una dimensione d'ascolto e di coinvolgimento attentivo ed emotivo, in una direzione che è opposta all'involontario disturbante, purtroppo tipico e ormai considerato quasi fisiologico: se di rumore deve trattarsi, che sia quantomeno servo di scena, materia prima tra le altre, da trattare nell'alchimia sonora. Un esperimento per creare un rapporto diretto con il momento generativo e sociale prodotto dall'incontro tra i musicisti, il pubblico e lo spazio fisico dell'interscambio.
Raum
Via Ca' Selvatica 4/d Bologna
col supporto di Città del Capo - Radio Metropolitana e Radio Città Fujiko