Roberto Pupi ripiegando ed estroflettendo il supporto di proiezione (tela emulsionata) conferisce alla fotografia una sorta di tridimensionalita'. Aroldo Marinai interviene sull'immagine fotografica con una pittura che ricorda gli esperimenti di psicologia della percezione in cui su un'immagine campione viene tracciato il percorso dello sguardo durante un'osservazione.
aroldo marinai e roberto pupi
testo in catalogo di alessio fransoni
Quando la prendiamo in mano e la rivoltiamo, la guardiamo di traverso, la gettiamo, la deturpiamo, la strappiamo, della fotografia emerge con forza la relazione perturbante tra l’esattezza riproduttiva e il suo essere sostanzialmente fragile supporto impresso, irreparabilmente bidimensionale e confinato. Un’analisi approfondita dei processi percettivi e psicologici attivati dalla fotografia non puo prescindere da una continua reimplicazione dello spazio esterno a quello riprodotto illusoriamente nell’immagine.
Pupi ripiegando ed estroflettendo il supporto di proiezione (tela emulsionata) conferisce alla fotografia una sorta di tridimensionalita indotta coattivamente. L’immagine distribuendosi sulla superficie dell’oggetto denuncia in maniera ancora piu perentoria e angosciante il suo essere costretta nelle due dimensioni. L’implicazione di cio che e esterno diventa esposizione del limite: la forma diventa gabbia.
Marinai interviene sull’immagine fotografica con una pittura che ricorda quegli esperimenti di psicologia della percezione in cui su un’immagine campione viene tracciato il percorso dello sguardo durante un’osservazione. La pittura, in questa sorta di ri-mediazione del medium fotografico, restituisce centralita allo sguardo cosi come si posa sulle cose e che e in quanto si posa sulle cose.
Immagine: Roberto Pupi, Ri-tratto, 2000
Inaugurazione: sabato 19 febbraio 2005 alle 18.30
hyunnart studio
viale manzoni 85/87 00185 roma
da mart a ven ore: 15.30 - 18.30
o per appuntamento tel 335.547.7120