Personale. La componente psicologica viene ridotta al minimo, se non proprio azzerata. L'opera d'arte viene considerata come riflessione sulle immagini che dominano il mondo moderno: la pubblicita', il fumetto, gli oggetti di uso quotidiano, e sulla loro presa nei confronti del pubblico.
Personale
Marco Lodola, nato a Pavia, nel 1955, rappresenta una delle più significative realtà dell’arte contemporanea nazionale. Il lato più noto di Lodola è a partecipazione, durante gli anni Ottanta, alle mostre dei Nuovi Futuristi, un gruppo di artisti che, sotto l’egida del grande critico Renato Barilli, si è posto, in reazione al concettualismo dilagante negli anni settanta - per lo più visto come produttore di opere aride e poco comunicative -, con l’intenzione di proporre al mercato dei “prodotti†artistici caratterizzati da un forte ricorso al colore, e dall’uso di materiali industriali. Ricordiamo fra i maggiori rappresentanti di questo gruppo Gianantonio Abate, i Plumcake, Dario Brevi, Innocente, Postal. Il lavoro di Lodola si è imposto subito per la sua immediatezza comunicativa: l’uso del plexiglas (o perspex) materiale trasparente facilmente sagomabile, dipinto con colori sgargianti; il ricorso a immagini appartenenti ad un immaginario da rotocalco, o ad una certa memoria collettiva – le ballerine dei musical, le pin-ups, i motoscafi o le lambrette facilmente riconducibili ad un certo periodo della nostra storia; la presenza delle sue opere in diversi contesti come quello della musica (celebri le sue collaborazioni con i Timoria e gli 883), lo hanno reso fin da subito noto anche al grande pubblico.
Si parla spesso della superficialità del lavoro di Lodola e dei Nuovi Futuristi in generale.
Questa apparente superficialità è in realtà una consapevole presa di posizione nei confronti di diversi modi di fare arte. In primo luogo testimonia una visione dell’opera d’arte in cui la componente psicologica viene ridotta al minimo, se non proprio azzerata. L’opera d’arte non viene più considerata come esperienza di trasmissione dei sentimenti dell’artista (come ad esempio l’informale) ma piuttosto come riflessione sulle immagini che dominano il mondo moderno: la pubblicità , il fumetto, gli oggetti di uso quotidiano, e sulla loro presa nei confronti del pubblico. In secondo luogo, come abbiamo già accennato, vuole rendere conto di un ritorno ad un’opera d’arte che si facesse vedere e apprezzare per le sue caratteristiche edonistiche: il colore, la piacevolezza, il senso del ludico.
Del Nuovo Futurismo, Lodola è senz’altro il personaggio più noto, colui che ha imposto anche al mercato uno stile inconfondibile. Le mostre in tutto il mondo, le presenze museali, una distribuzione attenta delle sue opere ne hanno fatto sicuramente una delle icone del nostro tempo.
INAUGURAZIONE: 19 Febbraio 2005 ore 18; alle ore 20,00
Al termine del vernissage si esibiranno gli Echobeach, un gruppo rock di Milano che ricondurrà l’ufficialità della mostra ad un clima più lodoliano di festa.
Sergio&Thao Mandelli - Galleria Mazzini 6 - Seregno (MI)