Villa Capriglio
Torino
Strada al traforo di Pino, 67
011 8994288
WEB
Davide Ascoli
dal 25/2/2005 al 20/3/2005
011 5119085
WEB
Segnalato da

I Leonardi




 
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25/2/2005

Davide Ascoli

Villa Capriglio, Torino

Arboreto Salvatico. L'artista e' un dottore forestale ed ha dipinto usando un cavalletto che gira a 360 gradi, creando sfondi con le colature dei colori. Il soggetto delle opere e' un albero e ogni quadro ne raffigura una specie diversa


comunicato stampa

Arboreto Salvatico

L'atelier di pittura di Villa Capriglio propone Davide Ascoli , il primo artista selezionato dal concorso "Atelier annuali" del 2004 , dove si richiedeva un progetto di produzione per poter usufruire dello spazio. L'artista è un dottore forestale con velleità pittoriche. Ha usato una tecnica molto particolare, dipingendo su un cavalletto autocostruito che gira a 360°, creando sfondi con le colature dei colori. Il soggetto delle opere è un albero , ed ogni quadro raffigura una specie diversa presente nel territorio europeo.

Progetto per partecipare alla selezione per l'assegnazione dell'atelier annuale a Villa Capriglio. (2004)

Descrizione del Progetto "Arboreto salvatico"
Pensando ad un nome che spiegasse il senso del progetto a cui voglio lavorare, ho rìcordato un libro, letto alcuni anni fa, di Mario Rigoni Stern, intitolato "Arboreto selvatico". Come spiega l'autore nella nota all'edizione del 1996, il "sostantivo «arboreto» deriva dal tardo latino arboretum... l'aggettivo «salvatico» era usato nel Rinascìmento per selvatico... non coltivato, non domestico... ma c'è la vocale a al posto di una e, così tutto cambia: un selvatico che diventa salvifico, che conduce alla salvezza". Accomunato a Stem dalla passione per gli alberi, visti sia come singoli organismi viventi sia nel loro aspetto puramente estetico quali eleganti elementi del paesaggio, ho iniziato a dipingere su tavole forme arborce; da qui l'idea di creare un bosco, un arboreto, ecosistema di quadri che appesi al soffitto di una stanza sufficientemente ampìa ondeggino agli spostamenti d'aria dell'ambiente interno ( allego una pianta dell'installazione ). La natura addomesticata è più congeniale all'uomo, che non ha paura di camminare nel parco, fra filarí di alberi o in mezzo a quadri dove foglie secche sul pavimento ed una installazione sonora non i-nvasìva avvicinano l'artìfício alla -realtà. L'uomo passeggia fra gli alberi, si interessa alle forme ed attirato daì partìcolarì deì quadrì, vive dì immagini e sensazioni, proprio come in natura; intuisce ma non pensa, per cui, si rilassa.

Finalità dell'opera
Credo che gli abitanti della nostra cìttà abbiano un grande bisogno di trovare spazio e spazi -per il -riposo. Torino possiede un patrimonio arboreo immenso sulla Collina, purtroppo spesso trascurato dalle ammini strazione locali e dai cittadini la cui conoscenza ed esplorazione del
la città molte volte si ferma al Monte dei Cappuccini. Con questo progetto vorrei portare l'attenzione, attraverso la finzione, sul potenziale «salvatico» dei nostri parchi, unica via di fuga per molte persone che per una ragione o l'altra non riescono a lasciare lambente metropo
litano ormai saturo di ~ori e polveri. Questa è la mia idea di partenza, idea flessìbile che può evolvere nel tempo della sua realizzazione a seconda degli stimoli che deriveranno dal lavorare in un ambiente diverso da quello a cui sono abituato e dal confronto con le persone con cui verrò in contatto.
Davide Ascoli

Il progetto "Arboreto Salvatico" realizzato da Davide Ascoli, che comprende dei quadri e un’installazione sonora, è un chiaro esempio di come si possa coniugare una passione personale - alimentata dal proprio indirizzo di studi, in questo caso Scienze Forestali - e tradurla con i mezzi propri dell’arte, senza per questo correre il pericolo di invadere altri campi, ma anzi aggiungendo alla propria esperienza teorica e pratica il punto di vista estetico, che sopraggiunge con la pratica della pittura. La tecnica utilizzata, sin dai primi lavori, prevede una serie di colature di colore, su tavole laccate, le quali creano i contorni di immagini che l’artista, com'egli stesso afferma, estrae facendosi guidare dalle figure che via via si formano naturalmente sulle tavole. Il quadro finito appare come un insieme composto da una moltitudine di particolari da scoprire lentamente. I lavori, presentati in quest’occasione, sono invece frutto di un passaggio successivo, l’artista crea gli sfondi sui quali, in un secondo momento, dipinge gli alberi, caratterizzati da un colore uniforme e da ramificazioni rigogliose e potenti. Le opere sono disposte in modo da formare un percorso, che attraverso un sottofondo musicale, ricrea le sensazioni di un’ipotetica passeggiata all’interno di un bosco. Una natura “addomesticata” dall'uomo, che se da un lato potrebbe apparire come espressione di un’immagine un po' oleografica, dall’altro, la complessità e insieme la semplicità delle immagini raffigurate, offrono la quantità di spunti necessari a non soffermarsi sul semplice dato formale, stimolando l’osservatore a guardare oltre. Infatti, l’indagine che compie l’artista non è puramente legata all’ammirazione della natura in sè, essa scaturisce da una riflessione più profonda, a partire dal titolo – ispirato dalla lettura di un libro di Mario Rigoni Stern "Arboreto selvatico"- del progetto, che vede nell’uso dei termini “arboreto” e “salvatico” la volontà dell’artista di attribuire, sostituendo la vocale “a” con la vocale “e”, al “selvatico” una valenza altra, “selvatico” diventa quindi salvifico, cioè capace di condurre alla salvezza. L’artista condivide con Rigoni Stern anche la passione e la fascinazione per gli alberi, visti sia come singoli organismi viventi sia come elementi di un paesaggio che si ritrova in tutta la storia dell’arte. Ad esempio nel periodo del Romanticismo e del Naturalismo, rispettivamente come simbolo di una natura perfetta e sacra, o come descrizione realistica e disincantata del mondo. Nel caso dei quadri realizzati da Ascoli la visione predominante è quella relativa ad un potenziale inesplorato o poco conosciuto, rappresentato da alberi di tante specie diverse, che si possono osservare al di fuori delle città, i quali prendono una forma inedita, attraverso la tecnica utilizzata e la loro capacità di significare altro da sé, a metà tra un’osservazione “scientifica” e una contemplativa.
Donatella Galasso

Inaugurazione: Sabato 26 Febbraio ore 18.00

Testi di Donatella Galasso

Villa Il Capriglio
Ass. Cult. I Leonardi-Circolo Artistico
Strada al traforo di Pino
Torino
(orari gio. sab 17-20). Ingresso libero

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