Galleria d'Arte Schreiber
Brescia
Corso Palestro, 44 b/c
030 293079 FAX 030 293079
WEB
Adriano Parisot
dal 4/3/2005 al 14/4/2005
030 293079 FAX 030 293079
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Segnalato da

Arch. Corrado Colombo



approfondimenti

Adriano Parisot



 
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4/3/2005

Adriano Parisot

Galleria d'Arte Schreiber, Brescia

Voyages. 22 momenti dai soggiorni di Parigi. Realizzate su supporti diversi ma sempre uguali in dimensioni e supporto, le tavole dipinte nel periodo 1952–1954, costituiscono un insieme di riflessioni sui luoghi della citta' e sul loro immaginario.


comunicato stampa

Voyages

Ventidue momenti dai soggiorni di Parigi (1952 – 1954)

''Voyager, c’est bien utile, ça fait travailler l’imagination…''.
Louis-Ferdinad Céline, Voyage au bou de la nuit, Editions Gallimard, 1952

''Parisot veniva spesso a Parigi… Il lavoro rimasto a Parigi, fa di Parisot un cittadino onorario. Le sue piccole opere sono legate ad un sistema fondato sull’equazione forma-colore, dove la rinuncia a tutte le fasi di compiacimento, danno forma alle immagini, amplificando un valore espresso dal concetto di spazio saturo, di spazio pieno e di spazio completo...''.
Pierre Restany, Les Parisot de Paris, Paris, mai 1956-mai 2003

I primi anni '50 rappresentano per Adriano Parisot (1912 – 2004) un momento di duplice sviluppo del suo percorso artistico personale e della sua vocazione di operatore culturale, che esiterà nel ’54 nella fondazione della rivista “I 4 Soli”, una delle grandi avventure culturali dell'Italia del dopoguerra, da lui diretta fino al ’69.

Sono anni caratterizzati dall’intensificarsi dei suoi rapporti con la Francia, in particolare con Parigi, dei crescenti e continui stimoli degli incontri con artisti, critici e scrittori, primi fra tutti Pierre Restany, Beniamino Joppolo e Michel Tapié. Nei bistrot e nelle gallerie di Saint Germani si sviluppa un periodo di scambi tra attori artistici e culturali di Torino e la galleria Arnaud, iniziati con la prima mostra a Parigi alla Galleria Niepce, alla quale fecero seguito gli incontri, le amicizie e le occasioni professionali ed espositive con la Contessa di Noaille, con Magnelli, Denise René, Robert Arnaud e Yves Klein. Poco più tardi, la nascita della redazione francese della rivista (che conta tra i suoi membri Gino Severini, René Deroudille e Julien Alvar), consente di stabilire proficui e intensi scambi con André Bloc, scultore e direttore della rivista ''Art d'aujourd'hui'', con Jean Cocteau, con l'architetto Nelson e con Fernand Léger, che nel corso di un significativo incontro gli dedica un disegno, realizzato sul manifesto della mostra di Parisot alla Galleria Arnaud.

Il suo impegno e la lunga permanenza a Parigi, immerso nel crogiolo di grandi ed importanti luoghi di scambio, come lo studio parigino del fotografo Paul Facchetti, costituiscono un importante momento della sua maturazione artistica personale.

La serie di ventidue opere di piccolo formato presentate in mostra costituisce un progetto artistico articolato e concluso di grande significato.

Realizzate su supporti diversi (tela, cartoncino, tavola,…) ma sempre uniformate per dimensioni e supporto finale, le tavole, dipinte nel corso dei frequenti e prolungati soggiorni parigini dell’artista nel periodo 1952 – 1954, costituiscono un insieme di riflessioni sui luoghi della città e sul loro immaginario. Le opere sono insieme entusiastiche impressioni e controllati tasselli all’interno di un progetto globale.

L’omogeneità dei supporti, le analogie cromatiche e tonali, ne fanno un insieme profondamente diverso da un carnet de voyage. Non si tratta di una raccolta di appunti che traducono in termini immediati l’emozione del viaggio e della scoperta, ma piuttosto di una sorta di atlante che nelle sue singole tavole, nelle quali è chiaramente leggibile l’attenzione compositiva generale, presenta mature riflessioni sulla città, un progetto a lungo termine che si è evoluto e consolidato nell’arco di un triennio attraverso le nuove tappe costituite da ognuno dei suoi viaggi a Parigi di quel periodo.

Troviamo nelle opere presentate l’interpretazione dei luoghi classici dell’immagine radicata della città (Notre Dame, Les Jardins du Luxembourg,…), insieme con l’entusiasmo e l’incanto della magia della vita di Parigi (La nuit, La nuit à Pigalle;…). La pacata sintesi cromatica e formale che identifica il respiro di grandi luoghi e ambienti (La Seine,…) accompagna alcune composizioni senza titolo che costituiscono importanti tasselli di generalizzazione ed ulteriore astrazione, per quanto non meno radicate nel progetto, e l’omaggio ai rapporti artistici, culturali ed umani che Parisot scopriva e rafforzava a Parigi (A Fernand Léger).

ARCHIVI ADRIANO PARISOT
http://www.adrianoparisot.org
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