Mostra nell'ambito del progetto Drumbamatic. Sono esposti i progetti e piu' di 100 modelli di sedia, realizzati dagli studenti della Facolta' di Architettura di Roma, che prendono spunto da indicazioni ricevute intorno alla piega come snodo strutturale
Drumbamatic, progetto di consonanza elettronica tra musica e arti visive e performative (concept matrix Ilari Valbonesi), dalle ore 19 di sabato 12 marzo presenta al Linux Club di Roma l’edizione 2.3 dal titolo La Piega in collaborazione con la cattedra di Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Roma “Valle Giulia†del Prof. Marco Nardini.
Per la serata saranno esposti i progetti e più di 100 modelli di sedia (alcuni in scala 1:1, perfettamente funzionanti) realizzati dagli studenti prendendo spunto dalla varietà di indicazioni ricevute intorno alla piega come snodo strutturale e opportunità semantica. La tematica è stata banco di prova di una didattica sperimentale che, nell’ambito della stessa cattedra, ha integrato l’insegnamento degli specifici della progettazione con un’intensa attività seminariale condotta da Alessio Fransoni e dedicata ai rapporti tra arte e design e alle rispettive differenze di strategia comunicativa. L’allestimento, progettato appositamente per il Discovernissage, prevede una struttura espositiva interamente in cartone riciclato che istituisce una ripiegata contiguità formale tra ambiente e oggetti.
Il programma musicale corrisponde il tema della piega con “dispiegamenti sonoriâ€: dal live act electro dub di Du.du e dal mitdjsein techno trance di Ilari & Dr.J (della trasmissione radiofonica Borderplanet), alle sonorità tech house di f.r.w.d. e j.p.ro (Skilled dj's), fino all'incursione di vocali ripiegate con la performance della cantante lirica cinese Li Lih. All’idea di piegatura risponde essenzialmente anche il montaggio di un consonante video, a cura di Andrea Pochetti di Drumbamatic.
Tra i numerosi legami che uniscono diversi modi d'esplorare i concetti di spazio e forma, la piega rappresenta uno dei territori più incerti e molteplici, affascinanti e difficili da attraversare. Dalle suggestioni del Deleuze de Le Pli alle matematiche delle catastrofi di Thom, dalla geometria degli oggetti frattali di Mandelbrot alla topologia, il concetto di piega offre una grande varietà di spunti per il ripensamento del rapporto tra ambiente e pratiche comunicative e sociali.
La mostra è divisa in tre sezioni corrispondenti a tre gruppi di progetti. Il primo comprende quelli che partono da una matrice formale semplice, il semplice atto di produrre una piega, increspatura, onda, sfruttandone il moto di propagazione in una direzione. Altri progetti invece danno vita a sistemi di pieghe: la piega vista nel suo moltiplicarsi, rifrangersi in altre pieghe in direzioni libere nello spazio, a creare sistemi funzionali o a riconfigurare sotto la specie della piega fenomeni fisici anche complessi. E’ la dimensione dell’impiegare, se si vuole del piegare in maniera continuativa e sempre variata al fine di occupare e configurare lo spazio, quindi di delineare funzioni (impieghi). Il terzo gruppo di lavori infine sviluppa la modalità del ripiegamento, ossia l’atto del ripiegarsi della forma su se stessa e il suo conseguente complicarsi centripeto.
In questa triplice fenomenologia emerge in maniera decisa il concetto - considerato centrale durante in tutto il lavoro di laboratorio - di implicazione, come modalità specifica e variante di un darsi di spazi e significati non per separazione tra interno ed esterno, ma, appunto, per piegamento e ripiegamento di superfici continue. (Alessio Fransoni e Marco Nardini)
Figura di una sensazione corporea non più motrice, bensì di un corpo che riposa nella quiete, la sedia diviene una forma simbiotica del corpo statico, chiasma sensibile e traccia sonora del corpo che cede al tempo e che trapassa ogni corpo. In questo concedersi al tempo il corpo sedia è consenziente : si consegna all'enigma del tempo e si dispiega come prima piega del tempo rimosso. Il corpo seduto, la prima sedia, si sente. La sedia rivela l’anarchia di ciò che non è mai stato presente, di una stare del corpo nel mondo che non è soggetto di dominio del mondo ma pelle rugosa, (ri)piegata in sé e traccia umile di sé con cui disporsi in modo accogliente al passare del tempo e all'improgettabilità del nuovo. (Ilari Valbonesi)
Linux Club
Via Libetta, 15 C - Roma