Loredana Grasso - Ufficio Stampa
Il giorno dopo il primo giorno di primavera. La tempera dell'artista si ispira alla cultura 'swahili' e ripropone, in un'atmosfera da cartoon, il senso della vita di un villaggio, li' dove la comunita' si sostituisce al singolo e diventa soggetto di un mondo che ha del magico e del fantastico.
Il giorno dopo il primo giorno di primavera
Il continente dei colori e delle scimmie, degli odori di sole e del ballo tribale irrompe nell’ordine ufficiale della metropoli lombarda, tra i tavoli del caffè di Brera storica sede dell’avanguardia italiana. Georges Lilanga, chiusa l’ultima fortunata collettiva a Firenze, presta le sue opere al Jamaica, dove si inaugura per la prima volta una mostra dedicata a un esponente di spicco dell’arte africana contemporanea. La tempera di Lilanga, nato in Tanzania probabilmente nel 1943, si ispira alla cultura “swahili†e ripropone, in un’atmosfera da cartoon, il senso della vita di un villaggio, lì dove la comunità si sostituisce al singolo e diventa soggetto di un mondo che ha del magico e del fantastico. La fiaba di Lilanga si snoda senza tempo né spazio in un universo primitivo dove non esiste profondità (gli sfondi sono tutti monocromatici) né sovrastruttura. La libertà danza sulla tela per ricordarci lo spirito della gente d’Africa e per trasmettere un nuovo modo di fare Arte.
L’Autore
Georges Lilanga, artista di riconosciuto valore mondiale, non ha mai lasciato, nonostante la fama, il suo villaggio e la sua gente. Ha iniziato la sua carriera come scultore agli inizi degli anni ’60, sperimentando nuovi materiali e nuove forme per raccontare in modo alternativo le tradizioni della cultura alla quale apparteneva.
Ha esposto per la prima volta in Italia nel 1999, con una personale presso la galleria Fabbrica Eos di Milano. Fin dal 1976 ha viaggiato nel mondo per le sue mostre tra cui ricordiamo Out of Africa, alla Galleria Saatchi di Londra e Tingatinga Art all’Art Tower Mito di Tokyo. A New York un incontro con Keith Haring farà di quest’ultimo un interprete occidentale delle intuizioni del maestro africano. La malattia che ha segnato l’esistenza di Lilanga non ha lasciato tracce di disagio nella sua opera. Anzi. L’artista ha sempre interpretato con gioia i fatti della vita quotidiana, affollando le tele di personaggi sinuosi, evidenti trasfigurazioni mitologiche, che con inesauribile vitalità hanno costruito colorati puzzle contro l’orrore nato dal vacuo e dall’assenza.
Il Locale
Con questa esposizione al Jamaica continua la stagione delle Mostre, che il locale propone in collaborazione con alcune tra le più importanti gallerie d’arte milanesi.
Il noto caffè degli artisti ha trovato in Giancarlo Pedrazzini di Fabbrica Eos un interlocutore pronto alla scoperta di nuovi talenti - come nel caso di Enzo Fiore a cui è stata dedicata l’ultima mostra, - e nello stesso tempo un esperto gallerista, promotore di grandi autori come Jan Saudek o lo stesso Gegorges Lilanga. Il caffè di Brera, sotto la guida di Micaela Mainini, continua così a essere il riferimento per gli artisti e per gli amanti delle Mostre, ospitando sia grandi autori sia emergenti dalle grandi potenzialità .
Il Jamaica è riconosciuto come “locale storico†dal gennaio 2003.
Inaugurazione: martedì 22 marzo ore 18.30
Per informazioni:
Ufficio Stampa Jamaica Bar:
Loredana Grasso
Cell: 338.4854632 - Tel. 02.7386324 (segreteria)
Jamaica Bar
Via Brera 32 - Milano
Orari: ogni giorno dalle 10 alle 2 del mattino. .