John Baldessari
Spencer Tunick
Dennis Oppenheim
Shirin Neshat
Luigi Ghirri
Mario Giacomelli
Lorca di Corcia
Thomas Struth
Andres Serrano
Cindy Sherman
Vito Acconci
Olivo Barbieri
Urs Luthi
Gerard Richter
Nan Goldin
Ryuji Miyamoto
Le opere di John Baldessari, Spencer Tunick, Dennis Oppenheim, Shirin Neshat, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Lorca di Corcia, Thomas Struth, Andres Serrano, Cindy Sherman, Vito Acconci, Olivo Barbieri, Urs Luthi, Gerard Richter, Nan Goldin, Ryuji Miyamoto, esposte come in una quadreria, attualizzata al 2005, i racconti visivi della nostra vita a partire dagli anni sessanta.
Dal megaschermo-mondo dove brulicano cinque miliardi di umani e l’uomo osserva l’uomo, la Ierimonti Gallery riunisce sedici artisti contemporanei che usano la fotografia (ma non solo) in una “Foto di famiglia†allargata.
Con le opere di John Baldessari, Spencer Tunick, Dennis Oppenheim, Shirin Neshat, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Lorca di Corcia, Thomas Struth, Andrés Serrano, Cindy Sherman, Vito Acconci, Olivo Barbieri, Urs Luthi, Gerard Richter, Nan Goldin, Ryuji Miyamoto, esposte come in una quadreria, attualizzata al 2005, seguiamo i racconti visivi della nostra vita a partire dagli anni sessanta.
La modernità si evolve nella deriva delle idee, il panorama è tracciato tra deviazioni e utopie in un percorso che si sviluppa da Occidente a Oriente, in senso antiorario.
Incappiamo negli interventi sull’immensità della terra fatti da un “piccolo†Dennis Oppenheim, con “piccoli†aiutanti che tracciano i segni del nostro passaggio planetario, e incrociamo singoli volti segnati da vizio o devastazione di Nan Goldin e Lorca di Corcia.
Dai corpi nudi in miniatura che ricoprono una strada di Manhattan, fotografati da Spencer Tunick si torna all’apparente vitale immobilità iper-contemporanea data, all’opposto, dalla frenesia metropolitana immortalata da Luigi Ghirri e Olivo Barbieri. Nell’astrazione globale della vita, negli schermi che incorniciano la nostra esistenza, danzano i pretini di Mario Giacomelli e camminano a fatica le donne arabe di Shirin Neshat e... continuando a percorrere la strada del collettivo la visione dell’uomo si riduce, si riduce sino a diventare una particella infinitesimale dell’organismo planetario. Poi riemergono singole storie, in forma spettacolare (John Baldessari, Cindy Sherman,) o simbolica e cruda (Andrés Serrano) e si procede la costruzione fisica e architettonica del sé con Vito Acconci, Ryuji Miyamoto, Gerard Richter, Thomas Struth, Urs Luthi.
Immagine: Spencer Tunick, Wavi line, 1994
Ierimonti Gallery
via Gustavo Modena, 15 20129 Milano