Rassegna di Cinema, mostre, convegni e incontri, organizzata dall'Orientale e dall'Istituto per gli Studi Filosofici. Per indagare i dis-valori e i codici di Comunicazione della Guerra nell'attuale prospettiva globalizzata e celebrare i 60 anni della fine della Seconda Guerra Mondiale
L'accento non cade a caso: c'è una doppia e che unisce
Guerra e Comunicazione. Perché quando la guerra prende il sopravvento il suo
segno cade sul codice linguistico rendendolo inservibile.
Per celebrare i 60 anni della Liberazione e della fine della Seconda Guerra
Mondiale, l'Università L'Orientale e L'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici viaggiano insieme lungo il solco della Resistenza per indagare i
dis-valori e i codici di Comunicazione della Guerra nell'attuale prospettiva
globalizzata. Russia, Palestina, Afghanistan, inviati di guerra con "un braccio
legato dietro la schiena", partigiani che raccontano "ricordi del tempo di
guerra".
Cinema, mostre, convegni e incontri, per sostituire al medium la voce,
abbracciare alle immagini la testimonianza. Un viaggio che si inaugura a
Palazzo Serra di Cassano con la mostra fotografica "Immagini della Resistenza
dimenticata" presentata da Guido D'Agostino con il contributo di Aldo Fasullo.
La kermesse si chiuderà il 7 maggio nella stessa sede con 'Come Comunicare la
Guerra, ovvero la Guerra delle Immagini', con interventi di Mimmo Candito della
Stampa e Agata Piromallo Gambardella dell'Università di Salerno. Due
appuntamenti inframmezzati da un fitto calendario di iniziative, curato tra gli
altri dal Prof. Luigi Mascilli Migliorini, e con una giornata centrale, quella
del 5 maggio, quando lo stesso Migliorini, Massimo Mori dell'Università di
Torino, Alberto Burgio dell'Università di Bologna e Stefano Catucci
dell'Università di Bari, discuteranno e analizzeranno le Forme del conflitto, la
cui brutalità è sviscerata per la necessità del futuro. E in quest'ottica non
potevano mancare l'incontro con le scuole (il 27 aprile a Giugliano, al liceo
Cartesio), il cinema (nel Videodrome del Modernissimo, il 5, il 6 e il 7 maggio
dalle 18 alle 22) e il contributo di Raimondo Luraghi (2, 3 e 4 maggio a Palazzo
Serra di Cassano) su Franklin Delano Roosvelt, un combattente per la libertà .
"A sessanta anni dalla fine del secondo conflitto mondiale,- dichiara Luigi
Mascilli Migliorini- e nel momento in cui la guerra torna ad essere una forma
possibile del linguaggio, riflettere su questi temi non è solo un dovere della
memoria, ma una necessità del futuro. La guerra non si presenta solo come una
delle occasioni nelle quali è più forte l'esigenza di comunicare le proprie
ragioni, di convincere i propri sostenitori, di scoraggiare i propri nemici.
Essa è anche una forma in sé della comunicazione, la più deprivata forse,
certamente quella che interviene quando ogni altro codice linguistico è
diventato inservibile."
Immagine: La scalinata d'ingresso di Palazzo Serra di Cassano
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