Collezione Sandretti. Nella giovane Unione Sovietica, il manifesto di propaganda (plakat) nacque nell'ambito dell'attivita' di agitazione politica. Fu utilizzato per tradurre in linguaggio semplice e divulgare tra le masse i complessi concetti ideologici che un testo scritto non sarebbe riuscito a trasmettere con pari efficacia e chiarezza.
Manifesti dalla collezione Sandretti. Il manifesto di propaganda come modello del mondo
a cura di Silvia Burini e Gian Piero Piretto
In Russia l’icona è l’espressione fondamentale della cultura religiosa e ha
influenzato profondamente le arti figurative. La comunicazione iconografica è stata
una costante in ogni epoca e regime. La giovane Unione Sovietica riconobbe nel
cinema e nell’immagine uno dei veicoli più importanti per la trasmissione dei
nuovi concetti e della ideologia promossa dalla Rivoluzione d’Ottobre e per la
costituzione del nuovo universo socialista in antitesi al passato.
Il manifesto di propaganda (plakat) nacque nell’ambito dell’attività di
agitazione politica. Fu utilizzato per tradurre in linguaggio semplice e divulgare
tra le masse i complessi concetti ideologici che un testo scritto non sarebbe
riuscito a trasmettere con pari efficacia e chiarezza. La sequenza e l’intreccio
della varie forme che la cultura del manifesto hanno creato (rapporto
parola-immagine, tematiche, motivi ispiratori e soluzioni artistiche) sono
espressioni tra le più originali e interessanti della cultura di quel paese. E’
questo un aspetto che può offrire nuove prospettive sulle vicende di quegli anni,
non solo agli storici dell’arte, ma a chiunque sia interessato alla cultura e alla
sua evoluzione.
Inaugurazione: Martedì 10 maggio, ore 19
Partecipano Chiara Bertola e Patrizia Deotto
Seguirà la proiezione del film Cirk (il circo) di Grigorij Aleksandrov (1936, v.o.
sottotitolato in inglese)
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