Eventi e Comunicazione - Emanuela Filippi
Il mondo esterno. Incontro con Norma Jeane. Programmato come una serie di esibizioni in luoghi diversi, il lavoro dell'artista intende provocare riflessioni sul corpo umano, sulla sua forma e su come venga percepito nell'era dell'informazione tecnologica. Particolare importanza viene attribuita al fatto che il corpo sta diventando un'entita' astratta, il non-corpo. Conferenze a cura di Loredana Parmesani.
IL MONDO ESTERNO
Ciclo di conferenze a cura di Loredana Parmesani
26 maggio 2005, ore 20.30
A quale realtà , a quale mondo l’arte oggi si rivolge? Da sempre l’arte ha incluso nella propria ricerca il mondo esterno, da sempre lo ha indagato e rappresentato: ma oggi questo mondo sembra diventato solo documentabile.
In altre parole l’arte pare nella maggior parte dei casi limitarsi ad assumere il reale come fatto, registrandolo e mostrandolo nella sua cruda oggettività , un’oggettività che però difetta di concretezza, confluendo invece nella immaterialità della finzione.In alcuni casi lo sguardo dell’arte si rivolge ai fatti quotidiani, individuali o collettivi; in altri, alla finzione che coinvolge non solo il nostro agire, ma anche la nostra stessa identità ; in altri ancora l’arte cerca un confronto fra il mondo interiore, intimo e privato, e tutto ciò che ad esso è esterno.
Gli artisti che la Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea invita al nuovo ciclo di conferenze appartengono a svariati ambiti di ricerca quali la pittura, il video, il teatro, la fotografia, tutti però impegnati ad individuare la dimensione in cui collocare ciò che è esterno.
Intervento della serata:
BODY PROXY - Norma Jeane
Districarsi nell’universo creativo unico e originale di Norma Jeane è un’impresa di non facile realizzazione. Innanzitutto esiste una questione legata alla sua identità , dato che Norma Jeane è il nome originario di Merilyn Monroe, morta proprio il giorno in cui l’artista nasce a Los Angeles, e cioè il 5 agosto 1962. La scelta della data è particolarmente significativa perchè solo attraverso la scomparsa del mito può riaffiorare il lato privato che la maschera della celebrità aveva a lungo rimosso, quello cioè di una persona scissa, a disagio con se stessa e il mondo. Appropriandosi dei dati anagrafici di un’altra persona, rinunciando a dichiarare una precisa identità sessuale e creando una proliferazione di personalità , Norma Jeane produce molteplici “copia e incollaâ€, in cui coesistono aspetti differenti che trascendono ogni possibile persona esistente. D’altro canto, in termini postmoderni, nessun individuo possiede un sé realmente definito e antitetico e ciò che sembra non è mai ciò che è. Coerentemente alle premesse, alla donna più fotografata della storia l’artista sceglie di opporre una totale mancanza fisica; Norma Jeane infatti non appare in pubblico se non come personalità multipla che si concretizza nelle persone che di volta in volta sono protagoniste di una performance: una bionda che accoglie il pubblico in galleria, oppure una donna silenziosa che svuota decine di contenitori di acqua distillata, o ancora una giovane hostess sottoposta al monitoraggio di alcuni elettro-stimolatori o un professore di economia sperimentale che discute della relazione fra economia e arte. Norma Jeane è ognuno e allo stesso tempo nessuno di loro perchè l’identità è un artificio che non esonera tuttavia dall’essere responsabile. Nelle sue opere e performances l’artista avvia una riflessione sulla relazione che lega l’individuo al sogno della merce, al seducente sistema della cose, una seduzione che porta con sé la distruzione e la morte. L’utilizzo di oggetti di uso quotidiano e domestico, come congelatori, lampade UVA, motociclette, lettini da massaggio estetico, induce a riflettere sul rapporto che ognuno ha con le cose, sottolineando quanto questi oggetti tendano sempre più a mettere in crisi ogni autonomo movimento nella vita di tutti i giorni: piccole sicurezze ma anche macchine diaboliche che minano il libero pensare ed agire di ognuno. Esasperando tutte le componenti formali, funzionali e tecnologiche dell’oggetto, Norma Jeane ne riscopre l’elemento emozionale, la resa performativa: gli oggetti funzionano all’eccesso della loro potenzialità tecnica fino a raggiungere il grado massimo che corrisponde alla loro distruzione, al loro sacrificio nella iperfunzione. Non a caso l’artista titola questi lavori Potlatch, un rito tribale dove la lotta fra i due contendenti si misura sulla capacità di distruggere i propri beni e dove la vittoria sta nell’acquisire prestigio e stima proprio attraverso il distacco dalle cose. Nelle opere di Norma Jeane è l’oggetto stesso al centro di questo rituale: il congelatore, la lampada UVA, la motocicletta, nonostante l’esuberanza di funzione richiesta, portano a termine il proprio compito fino ad arrivare all’autodistruzione: la morte dell’oggetto nel suo eccesso di funzione si mostra come esaltazione di un bello tradotto in sacrificio. I lavori di Norma Jeane mostrano perciò, attraverso un sabotaggio consumato pubblicamente e creato a regola d’arte, quanto la tecnologia seduttiva sappia inserirsi nel dibattito artistico contemporaneo con una risposta che raggiunge o ritrova l’assoluto estremo, quello della morte.
Il progetto Body Proxy è stato pensato e ideato da Norma Jeane in stretta collaborazione con il curatore Giovanni Carmine e presentato in diverse forme a Zurigo (Helmhaus, Centro per l’arte contemporanea), a Friburgo (Kunstverein, Associazione per l’arte) e a New York (Istituto Svizzero di Cultura). Programmato come una serie di esibizioni in luoghi diversi, il lavoro di Norma Jeane intende provocare riflessioni sul corpo umano, sulla sua forma e su come venga percepito nell’era dell’informazione tecnologica. Particolare importanza viene attribuita al fatto paradossale che il corpo sta diventando un’entità astratta, il non-corpo: infatti non ci sono corpi presenti nelle esposizioni Body Proxy, ma sempre suggeriti e “autorizzati†a rappresentare il corpo stesso. Per esempio, le lenti a contatto giornaliere indossate da una persona durante un anno, raccolte in un contenitore, diventano l’archivio di tutto ciò che è stato visto; un comodo divano è spruzzato a intermittenza di ferormoni da un nebulizzatore; i capelli dell’artista sono raccolti in una matassa per la lunghezza di 100 km. Body Proxy vuole perciò essere per il visitatore un’esperienza sensoriale e intellettuale, un invito a prendere nuovamente contatto con il proprio corpo e a ridiventare coscienti della propria natura fisica. Del progetto Body Proxy è disponibile presso il bookshop della Fondazione un catalogo ideato da Cornel Windlin e pubblicato da JPR|Ringier; include testi di William S. Burroughs, Umberto Galimberti e Paul Virilio, con saggi di Alessandra Galasso e Giovanni Carmine.
Note biografiche
Norma Jeane nasce a Los Angeles il 5 agosto 1962.
Mostre personali
2005: - BODY PROXY/parte 3, Kunstverein, Freiburg/D (a cura di Giovanni Carmine);
- BODY ROXY/parte 2, Swiss Institute, New York/US (a cura di Giovanni Carmine)
2004: - BODY PROXY/parte 1, Helmhaus, Zurigo/CH (a cura di Giovanni Carmine)
1998: - Cool Under Pressure, Galleria Placentia Arte, Piacenza
1995: - Romance, Galleria Bianca Pilat, Milano
1994: - Washing Paintings, Palatrashardi, Milano
Mostre collettive (Tra le numerose mostre collettive si segnalano)
2006: - NGA, MALBA, Buenos Aires/ARG (a cura di Christoph Doswald)
2005: - NGA, Forum Ludwig, Aachen/D (a cura di Christoph Doswald)
- Interessi Zero!, GCAC Trento (a cura di Pierluigi Sacco e Marco Senaldi)
2003: - Il Possibile dal Punto Zero, Fondazione Ambrosetti, Palazzolo sull'Oglio (a cura di Loredana Parmesani)
2002: -Tempo, MoMA QNS, New York/US (a cura di Paulo Herkenhoff)
- Nuovo Spazio Italiano, GCAC, Trento (a cura di Giorgio Verzotti e Fabio Cavallucci)
- Unloaded. Coming Up for Air, Oberschan-Wartau/CH (a cura di Giovanni Carmine e Katerine Hug)
2001: - Italian Studio Program 2000-2002, Palazzo delle Esposizioni, Roma (a cura di Giacinto Di Pietrantonio)
- Strangers/Etrangers, PS1 Clocktower Gallery, New York/US (a cura di Paulo Herkenhoff);
2000: - Hops!, LinkProject, Bologna (a cura di Andrea Lissoni, Guido Molinari e Luca Vitone)
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Prossimi appuntamenti
Sabato 28 maggio, ore 11.00 Inaugurazione della mostra I laboratori didattici della Fondazione: tre esperienze a confronto. Scuola per l’Infanzia “Paola Guarneri†di Palazzolo sull’Oglio, Scuola per l’Infanzia “San Giovanni†di Chiari e Scuola Elementare di Urago, classe IV A
Entro la fine del mese di ottobre, la Fondazione Ambrosetti organizza una visita guidata alla 51^ Esposizione Internazionale d’Arte – Biennale di Venezia. Chi fosse interessato è pregato di contattare al più presto la segreteria della Fondazione
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Immagine: Potlach 10.1 / I Am That Which Must Ever Surpass Itself 2003/2005, hair, teflon, 13.5 x 6 cm
Ufficio Stampa: EVENTI E COMUNICAZIONE
Emanuela Filippi, 02/45479017
Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea
Palazzo Panella, Palazzolo sull’Oglio (BS)